Italia al voto
Cherchez l’ Europe…
Cherchez l’ Europe…
Le
campagne elettorali, tutte, pur con accenti
diversi, rappresentano il trionfo della retorica, di come prendere più voti per
vincere, dicendo cose mainstream. E nessun
partito ne è indenne. In Italia, ad
esempio, abbiamo “solide” tradizioni assistenzialistiche, di conseguenza,
nessuna forza politica ha il coraggio di deludere un elettore abituato a coltivare quell’individualismo protetto che porta, fin
da piccoli, a socializzare le perdite e
privatizzare i profitti. Il sogno di ogni italiano, nonostante tutte le chiacchiere sul "liberismo selvaggio", resta sempre quello del posto pubblico, a tempo indeterminato, e dei lavoretti in nero, a tempo determinato, nelle ore libere.
Ma
non desideriamo andare fuori tema.
L’alternativa alla campagna elettorale, brutta che sia, è il partito unico, il buon tiranno,
eccetera, eccetera. Quindi avanti tutta con le balle, talvolta spaziali: sono il male
minore, come sosteneva, e con ragione, Churchill.
Diciamo
però che in questa campagna elettorale si è toccato il fondo. E la cosa più grave è che molti, persino tra gli addetti ai lavori, non si sono resi conto di questo fatto. Non si è afferrato che il "momento della frutta" arriva, quando favorendo la rincorsa a una specie di plusvalore retorico, si tende ad attribuire alle idee dell’altro una patente di
indegnità solo perché allineato con la parte opposta.
Si pensi, all’atteggiamento nei riguardi del potenziale Ministro dell’Istruzione di Cinque Stelle, Salvatore Giuliano, che ha osato dire, dopo aver collaborato alla stesura delle legge sulla “Buona scuola”, varata dal Governo Renzi, che non si trattava e tratta di una misura poi così male.
Si pensi, all’atteggiamento nei riguardi del potenziale Ministro dell’Istruzione di Cinque Stelle, Salvatore Giuliano, che ha osato dire, dopo aver collaborato alla stesura delle legge sulla “Buona scuola”, varata dal Governo Renzi, che non si trattava e tratta di una misura poi così male.
Non sia mai. I suoi lo hanno subito costretto a rettificare perché infedele alla linea, gli avversari lo hanno liquidato come un
traditore. Il tutto è avvenuto, come se le leggi, senza il bollino blu dell'ideologia, non avessero alcun valore. Diciamo questo, a prescindere, dal valore
in sé dei decreti sulla "Buona scuola" (scarso, per chi scrive).
Perciò la vera domanda è questa: chi ha introdotto, in particolare nella "Seconda Repubblica", la denigrazione-delegittimazione dell’avversario, trasformandolo in nemico
assoluto? Il
Movimento Cinque Stelle, sul punto specifico, ha pesanti responsabilità. Ma, ancora prima, ne ha Berlusconi, che per anni ha pontificato contro un comunismo che non esisteva più da un pezzo. E con lui, non possono non averla quei giudici, politici e giornalisti, che dopo la discesa in campo
del Cavaliere hanno indossato l’elmetto e attinto a piene mani, come
Berlusconi, da quel vaso di Pandora del plusvalore retorico di cui sopra. Che fa male alla democrazia.
Allora, come votare ? Non è facile rispondere. Quindi anche il non
recarsi ai seggi, se frutto di inorientamento politico da overdose di
retorica, ha un suo fondamento. Meno, se confondendo la forma retorica con la sostanza reale della democrazia, evidenziata da Churchill, ci si appigli al “sono tutti uguali”: atteggiamento antipolitico che rischia di spalancare le
porte al buon tiranno (che ritiene di saper risolvere i problemi senza far votare i cittadini, o facendoli votare dopo, a cose fatte).
Il nostro consiglio, non richiesto, è di provare a ergersi al di sopra della mischia e valutare pacatamente non tanto i
programmi economici e sociali, tutti, più o meno, ad alto contenuto demagogico, bensì i punti fondamentali di discrimine tra i diversi competitori politici. E qual può essere la discriminante di questa campagna elettorale? L'Unione Europea.
Chi crede nel valore del chiudersi dentro e buttare la chiave, voti per le forze sovraniste, chi no, voti invece per coloro che appoggiano l’idea
grandiosa, seppure non indolore, di Europa unita.
Chi
scrive, sarà tra questi ultimi. Cherchez l’ Europe…
Carlo Gambescia