Appello al Presidente della
Repubblica
e alle forze moderate, liberali,
riformiste, europeiste
Italia, l’ora più buia
No alla trattativa con 5 Stelle, sì a un
governo di scopo per varare una nuova legge elettorale
La prendiamo da lontano, ma non facciano sconti. Del resto come si legge nel titolo è un appello. E perciò non può non essere forte e chiaro. La Repubblica è in pericolo, circondata, anzi assediata dalle forze del populismo, tra le quali la più pericolosa resta Cinque Stelle, pur non sottovalutando, come si vedrà più avanti, il rischio a destra, leghista e razzista.
Parliamo di un movimento politico, fondato da un comico di bassa lega e controllato in modo goebbelsiano da una dinastia di imprenditori del web. Con una classe dirigente, ignorante e giacobina, formata da falliti di successo, che odia le istituzioni liberal-democratiche e vive del rancore diffuso di un elettorato rappresentativo dell' Italia peggiore: buffona, furba, stizzosa e mendicante. Il M5S costituisce un pericolo per l'Italia e per l'Europa.
Di qui l'uso, da parte nostra, come si è già capito, di uno stile diretto e di similitudini di tipo storico e bellico. Però, non possiamo non partire, come anticipato, da una premessa storica e politologica.
Due realismi politici
Nel film L’ora più buia, si assiste a un confronto, storicamente documentato, tra Churchill e Lord Halifax, durante i tragici giorni di Dunkirk: Churchill vuole combattere fino in fondo contro Hitler, Lord Halifax vuole trattare a ogni costo.
Il
passaggio è interessante perché delinea
bene il conflitto tra due tipi di realismo politico.
Da una parte, quello eroico di Churchill, tipico del politico che non si arrende mai e che si rifiuta, - per non scaricarsi astutamente la coscienza - di prendersela con le strutture ( l’esercito che ha fallito, l’economia che non funziona, le politiche di coloro che lo hanno preceduto, eccetera, eccetera).
Dall'altra, il realismo compromissorio di Lord Halifax, che vuole arrendersi, considerando la resa un’opzione come un’altra, pur di salvare il salvabile (l’esercito, le strutture economiche, le politiche di coloro che lo hanno preceduto, eccetera, eccetera).
Da una parte, quello eroico di Churchill, tipico del politico che non si arrende mai e che si rifiuta, - per non scaricarsi astutamente la coscienza - di prendersela con le strutture ( l’esercito che ha fallito, l’economia che non funziona, le politiche di coloro che lo hanno preceduto, eccetera, eccetera).
Dall'altra, il realismo compromissorio di Lord Halifax, che vuole arrendersi, considerando la resa un’opzione come un’altra, pur di salvare il salvabile (l’esercito, le strutture economiche, le politiche di coloro che lo hanno preceduto, eccetera, eccetera).
Sono
due tipi di realismo che esistono in natura politica, entrambi fondati. Talvolta torna utile giocarsi
tutto per salvare tutto (Churchill), talaltra, è necessario salvare il salvabile (Lord Halifax). Come capire, una volta "in situazione", quale sia il realismo giusto? Non c' è ricetta sicura, se non l'intuito politico: il sesto senso che trasforma il politico in statista. In
quell’occasione Churchill, accusato di utopismo romantico, aveva visto giusto. Lord
Halifax, no. Ovviamente, questo lo si è scoperto dopo, alla fine di una guerra
vittoriosa.
Si
tratta di un dilemma, che si ripropone -
e riproporrà - sempre in politica.
Dinanzi alla crisi, il realismo si divide tra coloro che realisticamente ed eroicamente accettano la lotta , quale componente autentica dell’agire politico e coloro che, altrettanto
realisticamente, la rifiutano, anche se non il linea di principio, privilegiando il compromesso, talvolta con la segreta speranza di farsi, da servo accomodante, di nuovo padrone o quasi. In quest'ultimo caso, il realismo da compromissorio si tramuta in cinismo passivo: un mediocre post realismo da schiavi acculturati che sperano di essere un giorno dichiarati liberti. Insomma, da servus. Qualcosa che con il realismo da civis politico di Churchill e Lord Halifax non ha nulla a che vedere.
Il rischio di una Dunkirk politica
In Italia ci si sta dividendo come allora. Non davanti agli inarrestabili carri armati tedeschi, ma dinanzi allo straripante successo elettorale del M5S. Un forza politica, che tra l'altro si autodefinisce né di destra né di sinistra, come i movimenti fascisti, e che sembra assumere pubblicamente lo stesso atteggiamento pseudo-pacifista di Hitler, il quale, come è noto, a ogni nuova vittoria politica e militare dichiarava di essere uomo di pace pronto a trattare con tutti. Sicché, per restare in argomento, qualsiasi politica di Appeasement verso Cinque Stelle rischia di condurre a una nuova Dunkirk politica.
Il rischio di una Dunkirk politica
In Italia ci si sta dividendo come allora. Non davanti agli inarrestabili carri armati tedeschi, ma dinanzi allo straripante successo elettorale del M5S. Un forza politica, che tra l'altro si autodefinisce né di destra né di sinistra, come i movimenti fascisti, e che sembra assumere pubblicamente lo stesso atteggiamento pseudo-pacifista di Hitler, il quale, come è noto, a ogni nuova vittoria politica e militare dichiarava di essere uomo di pace pronto a trattare con tutti. Sicché, per restare in argomento, qualsiasi politica di Appeasement verso Cinque Stelle rischia di condurre a una nuova Dunkirk politica.
A dire il vero, nei nostri quadri politici, i realisti eroici alla Churchill sono veramente pochi, o comunque, per ora, poco visibili nell’oceano dei tanti Lord Halifax redivivi, che scorgono in Cinque Stelle, come un tempo nei nazisti, una normale forza politica. Per non parlare dei fin troppi post realisti o cinici passivi, nati schiavi che sperano di conquistare i nuovi padroni blandendoli.
E non finisce qui, perché oltre ai normalizzatori e gli schiavi, sembra essere scoccata addirittura l'ora dei Quisling, rappresentata da quei post-fascisti, ormai senza casa, ma rabbiosamente rimasti fedeli all'Idea, che propongono un'alleanza di governo tra la Lega, FI, FdI e Cinque Stelle, pur di spazzare via una Repubblica, apportatrice di pace, benessere e libertà, che da perfetti fascisti dopo Mussolini hanno sempre odiato. A dire il vero, ricambiati cordialmente (e giustamente).
Che fare? La situazione è grave. Dobbiamo puntare le nostre carte sulla lezione di Churchill. Chi ci segue conosce bene la nostra tesi sul dopo-elezioni: governo di scopo tra tutte le forze moderate, liberali, riformiste, europeiste, per varare una nuova legge elettorale in grado di mettere fuori gioco Cinque Stelle o quanto meno per ridurne il peso parlamentare, come ad esempio consente la legge elettorale francese, che nullifica le forze estremiste.
La Repubblica è una sola
Mettendo da parte quell' umiltà che tutti ci riconoscono, desideriamo che questo nostro scritto sia considerato un appello, in primo luogo al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. che ieri giustamente chiedeva ai partiti una prova di "responsabilità". E in secondo, alle forze moderate, liberali, riformiste, europeiste, a tutti gli uomini politici di buona volontà del nuovo Parlamento, a prescindere dalla collocazione politica, ma amici della Repubblica, che non è Prima, Seconda, Terza, ma Una, nata dalla vittoria sui nemici della libertà.
Va detto, onestamente, che potrebbe essere tardi, considerata la rilevante forza elettorale raggiunta dal M5S. Come attestano gli studi politologici, la notevole quantità di voti ottenuti dai pentastellati, rischia di facilitarne la vittoria persino nei ballottaggi, previsti dal modello francese. Quindi sarebbe esiziale perdere altro tempo. Ogni giorno che passa il nemico si rafforza. Per parafrasare Churchill è giunta l’ora più buia, l’ora di battersi.
La Repubblica è in pericolo. No a una trattativa con Cinque Stelle, sì al Governo di scopo per varare una nuova legge elettorale tesa a ridimensionare drasticamente il partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio
E non finisce qui, perché oltre ai normalizzatori e gli schiavi, sembra essere scoccata addirittura l'ora dei Quisling, rappresentata da quei post-fascisti, ormai senza casa, ma rabbiosamente rimasti fedeli all'Idea, che propongono un'alleanza di governo tra la Lega, FI, FdI e Cinque Stelle, pur di spazzare via una Repubblica, apportatrice di pace, benessere e libertà, che da perfetti fascisti dopo Mussolini hanno sempre odiato. A dire il vero, ricambiati cordialmente (e giustamente).
Che fare? La situazione è grave. Dobbiamo puntare le nostre carte sulla lezione di Churchill. Chi ci segue conosce bene la nostra tesi sul dopo-elezioni: governo di scopo tra tutte le forze moderate, liberali, riformiste, europeiste, per varare una nuova legge elettorale in grado di mettere fuori gioco Cinque Stelle o quanto meno per ridurne il peso parlamentare, come ad esempio consente la legge elettorale francese, che nullifica le forze estremiste.
La Repubblica è una sola
Mettendo da parte quell' umiltà che tutti ci riconoscono, desideriamo che questo nostro scritto sia considerato un appello, in primo luogo al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. che ieri giustamente chiedeva ai partiti una prova di "responsabilità". E in secondo, alle forze moderate, liberali, riformiste, europeiste, a tutti gli uomini politici di buona volontà del nuovo Parlamento, a prescindere dalla collocazione politica, ma amici della Repubblica, che non è Prima, Seconda, Terza, ma Una, nata dalla vittoria sui nemici della libertà.
Va detto, onestamente, che potrebbe essere tardi, considerata la rilevante forza elettorale raggiunta dal M5S. Come attestano gli studi politologici, la notevole quantità di voti ottenuti dai pentastellati, rischia di facilitarne la vittoria persino nei ballottaggi, previsti dal modello francese. Quindi sarebbe esiziale perdere altro tempo. Ogni giorno che passa il nemico si rafforza. Per parafrasare Churchill è giunta l’ora più buia, l’ora di battersi.
La Repubblica è in pericolo. No a una trattativa con Cinque Stelle, sì al Governo di scopo per varare una nuova legge elettorale tesa a ridimensionare drasticamente il partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio
Carlo Gambescia
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