Cinque
Stelle piace al blocco conservatore
Operazione
Gattopardo?
Tempismo
perfetto. Per convincere il Pd ad
accettare un governo con i pentastellati, con precisione cronometrica, è partita
un’inchiesta della magistratura sui genitori di Renzi, ovviamente anticipata dal “Fatto Quotidiano”. Questa volta si tratterebbe di un giro di fatture false.
In
realtà, i partiti rischiano letteramente di spappolarsi intorno alla
decisione di governare o meno con
Cinque Stelle. Al momento, sembra prevalere un nì che potrebbe preludere
al sì. Sicché la Magistratura , come in
altre occasioni, non poteva non dare il
suo aiutino. Sulla stessa traiettoria si
collocano gli attacchi concentrici a Brunetta dei giornali del gruppo
Angelucci ("Tempo" e "Libero"), come gli articoli di fondo del redivivo Passigli sul
“Corriere della Sera” (l’anti-Panebianco?), e così via fino al
“realismo” pro-grillino di “Repubblica”, “Stampa” e compagnia cantante.
C’è
troppa rassegnazione in giro, soprattutto tra liberali, riformisti e moderati. Certo,
sullo sfondo, va prendendo forma, la solita minaccia dell’ isolamento
politico per i non conformisti: tutti coloro che non vogliono alcun accordo con i pentastellati, forza eversiva dell'ordine liberal-democratico. E che, per il bene della Repubblica, auspicano, per rendere Di Maio politicamente inoffensivo, una legge elettorale ad hoc. Quindi, detto per inciso, primo paletto: senza legge elettorale su misura, sarebbe una follia tornare a votare, perché si rischia di spianare la strada ai populisti di Lega e Cinque Stelle. Il caos, insomma.
Purtroppo
il rischio che la tesi dei sostenitori dell’Appeasement abbia la meglio è forte. Si pensi al “Sole 24 Ore” che come da copione parla per la Confindustria, rispolverando la vecchia formula dell’Unità Nazionale
( ora travestita da Governo di Scopo, ma, attenzione, con i Cinque Stelle...), o in subordine di un governo M5S-Pd-Leu e con
chiunque altro si unisca scaricando il partito di origine. Interessante, il compiaciuto silenzio
della Camusso e dei sindacati. I Vescovi, nemici di qualsiasi riforma liberale, hanno
già fatto capire, da che parte stanno... Fermo restando il fatto che l’elettore cattolico, in chiave confessionale, è
sparito da un pezzo.
Sicché,
l’elezione di un Cinque Stelle, probabilmente alla Presidenza della Camera, potrebbe
rappresentare il ticket di ingresso, graziosamente
“staccato” dal Presidente Mattarella nelle successive consultazioni. Potrebbe rappresentare... Sul punto ritorneremo nelle conclusioni.
Questo
il programma, non certo incoraggiante della nuova Operazione Gattopardo. Ambito da chi? Da quel blocco sociale conservatore costituito da Confindustria, Sindacato,
Pubblico impiego fino al corporativismo
delle "libere" professioni (dagli avvocati, notai, farmacisti e giù fino a tassisti, finti centurioni e venditori ambulanti): si
vuole che Cinque Stelle, in qualche modo, governi l’Italia, perché tutto cambi affinché nulla cambi.
L’idea
nei più furbi è di addomesticare i pentastellati, nei più ingenui, di cambiare tutto dall’interno.
Ma tutti, furbi e ingenui, vogliono conservare i privilegi di un’economia
mista in modalità statalista. Il che spiega il grande successo
di Cinque Stelle al Sud e quello della Lega, addirittura nel salotti buoni del
Nord per i quali Ue e Bce, soprattutto
dopo la partenza di Draghi, sono simbolo, temutissimo, di stretta creditizia: fine dei soldi facili dagli amici banchieri, che a loro volta, temono di perdere potere... Insomma, tutta gente alla quale il "rigore" nei bilanci, pubblici o privati che siano, non piace.
Il
rischio, dicevamo, è quello dell’ennesima Operazione Gattopardo, alla quale Cinque
Stelle, difficilmente potrà sottrarsi, perché condivide - condivide strutturalmente - le istanze di fondo “stataliste” del blocco sociale dei "Signori del No": di
coloro che sono contrari a qualsiasi riforma liberale, in alto come in basso. Come rinunciare all'occasione storica di entrare nella famigerata "stanza dei bottoni" di nenniana memoria? Il potere non ama il vuoto. Grillo e Casaleggio, al di là della retorica da "piattaforma" per gli haters dei Social, lo sanno benissimo.
Berlusconi
e Renzi - certo, anche per demeriti propri - hanno fallito. Gli italiani, dispiace dirlo, non amano il cambiamento. Il voto a Cinque Stelle e il voto alla Lega sono voti conservatori, sono voti per l’immobilismo sociale, voti mascherati
come battaglia contro la
corruzione, in un'Italia dove magari il
giorno dopo aver votato per Di Maio, si è subito allungata una mancia al
dipendente comunale per ottenere un certificato; contro l’immigrazione, perché non si vuole spartire
il bottino dei soldi pubblici con nessuno; contro l’Europa, perché impedisce i finanziamenti statali a pioggia, così utili, per il voto di scambio.
Mattarella
- dicevamo
prima del “ticket” - potrebbe ancora imporsi. Il Colle, a far tempo dall’elezione dei
Presidenti delle Camere, potrebbe tentare di trovare la quadra, magari puntando sulle divisioni interne alla
Lega e forse a Cinque Stelle. Ma si tratta, veramente, dell’ultima spiaggia.
Comunque
stiano le cose, siamo nelle mani del Presidente della Repubblica. In gioco, non sono il Comune di Roma o di Torino, con i suoi quattro Assessorati, bensì l’Italia, il Ministero degli Esteri, il Ministero dell’Interno,
i dicasteri economici. Questa volta non
si scherza.
Carlo Gambescia