"Migranti ideologici"...
Laura Boldrini 1 e 2
Laura Boldrini 1 e 2
Laura
Boldrini appartiene a quel nobile mondo borghese che aspira ad aiutare i
più sfortunati. Perché, per dirla con
Fabio Fazio, animo non meno elevato, i più fortunati hanno il dovere di
aiutare i meno fortunati.
Cosa
però significhino, esattamente, sfortuna o fortuna resta difficile dire. Qui forse potrebbe aiutare la sociologia. Certo, una angelica sociologia venata di socialismo umanitario, usa ad imputare alla società ogni colpa, assolvendo l’individuo. Principio, crediamo, sicuramente condiviso da Laura Boldrini. Del resto, che male
c’è? La nobiltà d'animo non può non destare ammirazione, la sociologia dei buoni sentimenti pure. Poi, però si deve essere coerenti. In primis, sul piano dell'argomentazione.
Allora, una volta ammesso che l’artefice del destino umano sia la
società, l’assioma dovrebbe essere esteso a tutti gli “sfortunati”, senza
distinzioni di sorta: dal “migrante” che
ha avuto la sfortuna di nascere e
socializzarsi nella disgraziata Africa, al razzista e fascista che ha avuto la cattiva sorte di nascere e socializzarsi in
un ambiente altrettanto disgraziato, perché nutrito di violenti pregiudizi.
Si
dirà, che un conto sono le guerre e la miseria, un altro i ritratti di Mussolini e Hitler appesi nel salotto di casa o del circolo politico. In realtà, per l’assioma di cui sopra, anche la ritrattistica andrebbe considerata una forma di violenza verso un individuo, culturalmente esodato, che non può scegliere se non tra due dittatori. Sempre che, ripetiamo, sia la
società, che circonda, a decidere per il
singolo e non i talenti e le scelte etiche individuali. Ne discende che la stessa “accoglienza”, che giustamente si invoca e promuove
per il “migrante”, andrebbe estesa al
“migrante” ideologico da lidi sbagliati.
Si
dirà, che fascisti e razzisti, a differenza dei “migranti”, non vogliono
essere “aiutati”. Giusto. Però, se la
colpa non è loro, ma della società, come per i “migranti”,
non è buttandoli a mare che li si
aiuta…
Insomma, l’umanitarismo sociologico o vale per tutti
o per nessuno. Fuor di metafora, se Laura Boldrini, applica giustamente il metro sociologico al
migrante, non si capisce perché, in perfetta coerenza argomentativa, poi non debba applicarlo anche al “migrante ideologico” fascista. E qui si
pensi a ciò che Laura Boldrini ha invece dichiarato, in quel di Niguarda, "fucina antifascista" di Milano, a proposito del necessario scioglimento dei gruppi fascisti e soprattutto sulla natura “agguerrita” dell' atteggiamento che si deve tenere verso i nostalgici di Mussolini.
Come? Forse non abbiamo capito? Se "sfortunatamente" si diventa fascisti, non è più colpa della società? Sicché, per dirla, finemente, con Matteo Salvini, i “clandestini" ideologici - a questo punto non più sfortunati migranti - "se ne devono tornare a casa loro" ... Per farla breve: secondo Laura Boldrini 2, fascisti si "nasce", non si diventa, mentre secondo Laura Boldrini 1, migranti si "diventa", non si "nasce". I conti argomentativi non tornano.
Come? Forse non abbiamo capito? Se "sfortunatamente" si diventa fascisti, non è più colpa della società? Sicché, per dirla, finemente, con Matteo Salvini, i “clandestini" ideologici - a questo punto non più sfortunati migranti - "se ne devono tornare a casa loro" ... Per farla breve: secondo Laura Boldrini 2, fascisti si "nasce", non si diventa, mentre secondo Laura Boldrini 1, migranti si "diventa", non si "nasce". I conti argomentativi non tornano.
Va ricordato, purtroppo, che Laura
Boldrini 1 e 2 ha ricevuto gravi minacce, proprio da fascisti e razzisti. Il che può aver giustamente influito sulla sua serenità giudizio. Per carità, siamo dalla sua parte, ci mancherebbe altro. Però - ecco il punto - il metro di giudizio negativo usato da Laura Boldrini 2 per il "migrante ideologico", sembra essere lo stesso usato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni nei riguardi del "migrante-scippatore" e del "migrante-spacciatore", tali "per colore di pelle", dunque "per nascita". Insomma, Laura Boldrini 2 rischia di ritrovarsi in brutta compagnia. E di commettere per giunta un altro grave errore. Tecnicamente, si chiama fallacia di composizione (pars pro toto). Detto altrimenti, fare di tutta l’ erba un fascio: dal momento che - come detto - "migrante-scippatore", "migrante-spacciatore", "migrante-ideologico" "si nasce", e dunque la "tara" è collettiva, se scippa, spaccia e uccide uno, scippano, spacciano e uccidono tutti.
In questo modo però, la colpa finisce per essere imputata al colore della cute, in senso letterale o ideologico: dall'adolescente nigeriano che fuma una canna al quattordicenne maceratese che fa il saluto romano. Attenzione, ciò non significa che i “flussi dei migranti ideologici” non debbano essere regolati. Fuor di metafora, perseguiti. Ci mancherebbe altro. Ma per il fascista-razzista che dalle parole passa ai fatti, già esiste il codice penale.
In questo modo però, la colpa finisce per essere imputata al colore della cute, in senso letterale o ideologico: dall'adolescente nigeriano che fuma una canna al quattordicenne maceratese che fa il saluto romano. Attenzione, ciò non significa che i “flussi dei migranti ideologici” non debbano essere regolati. Fuor di metafora, perseguiti. Ci mancherebbe altro. Ma per il fascista-razzista che dalle parole passa ai fatti, già esiste il codice penale.
A
che serve allora - e qui pensiamo a Laura Boldrini 2 - evocare una teoria cospirativa della sostituzione in senso contrario? Circa
l’esistenza di un complotto, per mezzo del quale si vogliono sostituire ai cittadini democratici i fascisti? E invocare leggi e provvedimenti speciali per contrastarlo? Le stesse misure eccezionali che sull’altro versante evocano
fascisti e razzisti contro i “migranti” che
di nero hanno solo il colore della pelle?
Carlo Gambescia
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