I finti amici della democrazia: Gomez e Travaglio
Continuiamo a farci del male. Tutti in edicola a comprare
“Millennium”, il mensile del “Fatto Quotidiano”. In quest’ultimo numero, con il
metodo-iene, si sputa sui partiti, tanto per fare una cosa diversa,
popolati di "maiali", pronti a vendersi al
migliore offerente (*).
Certi contatti - chiamiamoli così - nel
mondo civile e liberale, fondato sul compromesso con la normale realtà delle cose, sono scontati (e regolamentati), da noi, dove si guarda alla democrazia assoluta, fuori dalla
realtà, partiti e lobby sono liquidati come nemici del popolo. E l’assurdo è che per un verso si è abolito a furor di piazze televisive il finanziamento ai partiti, e per l’altro non esiste, a quando ci
risulta, una legge quadro che regoli le attività dei gruppi di pressione e l'interagire con i partiti. Tutti gli attori si muovono in ordine sparso, a
cominciare dalla Camera che ha varato di recente un regolamento.
Va
detto però, che una legge quadro, in mancanza di una cultura specifica, soprattutto maggioritaria, del
mercato, anche elettorale (come insegna la scienza politica realista), andrebbe a pompare altra aria fritta nel vescicone legislativo italiano.
Sicché, in attesa di un Godot pandettaro, impazzano i mascalzoni della
democrazia pura, perfetta, assoluta, tipo “Il Fatto
quotidiano” con ricco pendant “Millenium". Che fingendosi amici del popolo, infangano
tutto e tutti, senza proporre un cazzo (pardon). O meglio, da quel che abbiamo capito, si auspica il ritorno del finanziamento ai partiti. Misura però odiata da quel "popolo sovrano", ignorantissimo di teoria economica della democrazia, venerato da Travaglio e Gomez. Per
non parlare, di chi ormai sulla pigs-protesta ci campa politicamente sopra, e pure benino, come il
movimento pentastellato.
E
così si va avanti, in puro stile “ L' Asino”, rivista di Galantara e Podrecca, tuttora celebratissima dall'antipolitica: i due
fustigatori di Giolitti, che con le loro critiche distruttive al primo vero esperimento di democrazia liberale, spianarono la strada al
fascismo, che abolì tutti i partiti. Complimenti, continuate così.
A
proposito di Cinque Stelle, e dello scandalo
dell’affitto di favore che ha investito un suo candidato, nascostosi dietro l'impossibilità, per legge, visto che si trattava di casa popolare, di poter versare di più, è giusto ricordare Andreotti. Personaggio odiato, anche nella tomba, da Grillo e sodali del "Fatto", che tuttavia, quando l’ente che possedeva l’appartamento di Corso Vittorio, dove egli viveva in affitto, venne giuridicamente disciolto (se ricordiamo bene), Andreotti continuò a versare il mensile presso un notaio, fino a quando la situazione non si
appianò.
Ora, il Gandhi di Cinque Stelle, un certo Dessì, sicuramente appassionato lettore del “Fatto” e di “Millenium”, visto che l’affitto era irrisorio, avrebbe potuto versare, per dare l’esempio, congrua cifra presso uno studio notarile, per poi magari devolvere al leggendario fondo pentastellato per le piccole imprese E quindi essere in linea con i
desiderata delle masse sovrane…
Ecco
questi sono i difensori del popolo. Viva Andreotti.