Alain de Benoist censurato dalla Fondazione Feltrinelli
Vergogna!
Conosco
personalmente Alain de Benoist, da almeno un quarto di secolo. Parlo di un uomo gentile, leale, dalla cultura straordinaria e dalle immense
capacità di scrittura e pensiero, doti che lo conducono ad abbordare in modo critico le
principali questioni politiche, economiche e sociologiche. E ultimamente addirittura di filosofia della scienza e dinamica del pensiero.
Se fosse di sinistra, e se esistesse un nobel per la filosofia politica, ne avrebbe già ricevuto uno. Il punto è che
Alain, non è neppure di destra. Anche se - è vero - proviene dal quel mondo. Che dire? Errori di gioventù...
In realtà, siamo dinanzi a un pensatore puro,
nel senso che dice quel pensa, e prima di scriverlo lo pensa lungamente,
documentandosi in modo esemplare, direi unico.
Ora,
questo eccellente filosofo della politica non potrà parlare
alla Fondazione Feltrinelli, perché un gruppo di semisconosciuti scienziati della politica, di sinistra ed
evidentemente con forti addentellati istituzionali, ha indirizzato alla Fondazione una pubblica lettera di
protesta, dove si legge che de Benoist non deve parlare a Milano, perché in “Italia
come in Europa” le sue “idee (…) informano la linea di attori
di estrema destra diversi e con diverse
potenzialità - tra cui la Lega o la più marginale
CasaPound - la cui comune ambizione è parlare
a un pubblico più largo dei soli nostalgici fascisti” (*). E la Fondazione Feltrinelli , per quella legge denominata "richiamo della foresta", molto coraggiosamente, ha subito fatto marcia indietro.
A questo punto, perché
studiare Nietzsche? O solo parlarne? Non è forse vero che Hitler
nel 1943 inviò a Mussolini, allora imprigionato a Ponza, le opere complete del
filosofo tedesco?
Vergogna!
Carlo Gambescia