Maltempo e politica
Quando le società si incartano
Quando le società si incartano
Esiste
un ramo della sociologia che studia i disastri naturali, gli effetti sociali delle calamità e come prevenirli. Esistono centri di ricerca, cattedre, convegni, seminari, manuali, lezioni, esami. Quel che si chiama tecnicamente istuzionalizzazione di una
disciplina.
Che
c’entra questo con l’arrivo di Burian e della neve sull’Italia? Che una cosa è la
capacità cognitiva, un’altra l’implementazione. Scienza e Organizzazione sono due cose completamente diverse. È vero che
esiste una Scienza dell’Organizzazione, che, però, più o meno, finisce sempre per subire lo
stesso triste destino ministeriale della sociologia delle
catastrofi e dei traumi culturali: bolle d'aria, in brutto stile amministrativo.
Per farla breve: una cosa è l'idea, un'altra la pratica. Semplificando al massimo: la scienza crea delle aspettative, l’organizzazione le disattende. E non può non disattendere. Ovviamente, non tutto il mondo è paese. Le tradizioni politiche e civiche di antica e buona amministrazione contano. Ecco però il punto: oggi le aspettative crescono a vista d'occhio, seguendo ritmi mediatici inarrestabili. E, per giunta, in un quadro politico, che brillando per demagogia, sacralizza il diritto a tutto, perfino alla "protezione totale". Di conseguenza, le organizzazioni, pubbliche o private che siano, non riescono a tenere il passo. Sicché, le società rischiano di incartasi regolarmente per sovraccarico della domanda.
Per farla breve: una cosa è l'idea, un'altra la pratica. Semplificando al massimo: la scienza crea delle aspettative, l’organizzazione le disattende. E non può non disattendere. Ovviamente, non tutto il mondo è paese. Le tradizioni politiche e civiche di antica e buona amministrazione contano. Ecco però il punto: oggi le aspettative crescono a vista d'occhio, seguendo ritmi mediatici inarrestabili. E, per giunta, in un quadro politico, che brillando per demagogia, sacralizza il diritto a tutto, perfino alla "protezione totale". Di conseguenza, le organizzazioni, pubbliche o private che siano, non riescono a tenere il passo. Sicché, le società rischiano di incartasi regolarmente per sovraccarico della domanda.
Per
fare un esempio recente, se nevica e si
fermano i treni e gli aerei per ragioni di sicurezza, la colpa viene subito attribuita non al maltempo, ma a chi, non ha
saputo, prevedere, organizzare, decidere. E soprattutto, far viaggiare le persone con ogni tempo, come invece promette miracolosamente una scienza, che va verso il popolo, attraverso la volgarizzazione mediatica della fiction meteorologica.. Sicché, dal momento che l'uomo in realtà è rimasto cerebralmente e socialmente "antico", subito si riaffacciano quei processi politici che si nutrono di leggende metropolitane sulla piovra aerea e
ferroviaria, eccetera. "Malgoverno!" si accusa, alimentando una corsa al rialzo, che tra l'altro finge di ignorare come l'implementazione implichi una ricaduta legislativa, condannata, come ogni forma di costruttivismo, ad aggrovigliarsi in leggi e regolamenti, competenze, tutti viluppi che finiscono per viziare i processi organizzativi. Si chiama eterogenesi dei fini sociali: vuoi il bene, ottieni il male ( e viceversa). Le società, sono al di là del bene e del male. E alla mano invisibile del sociale, non si può comandare.
Ovviamente,
come dicevamo, dove ci sono buone tradizioni amministrative, il peso della mitologica caccia alle streghe
aereo-ferroviarie è meno significativo, ma comunque influente. Resta infatti innegabile la centralità politica della figura di un consumatore perennemente incazzato (pardon), pronto a inveire contro lo "stato criminale" e il "privato vampiro" che impedirebbero alle cose di funzionare "per bene". Il populismo contemporaneo, a differenza di quello classico, andrebbe riletto alla luce di questo divario, del resto scontato e innegabile, tra scienza e organizzazione.
Ripetiamo: siamo davanti a un problema di percezione
collettiva - deviata - del rapporto tra teoria scientifica (perfetta) e costruttivismo sociale (imperfetto), che vede l’ Italia tra gli
esempi di scuola, anche in chiave
politica. Il Movimento Cinque Stelle,
fin dal nome, non è altro che il
prolungamento politico di una specie di guida per consumatori ai migliori
alberghi politici. Grillo e Casaleggio padre hanno fondato il partito dei
consumatori politici italiani: gli stessi che sbraitano davanti agli schermi delle
partenze, intervistati da giornalisti
catastrofisti formato iene, felici di sentirsi raccontare, che: “Nel Terzo Millennio è inaudito che i treni non
possano partire a causa della neve…”.
Chissà
un giorno con la smaterializzazione fisica si potrà finalmente viaggiare, con ogni tempo, anche il peggiore… Nessuno però lo dica a Grillo. E soprattutto a Di Maio. Magari ci credono pure...
Carlo Gambescia