lunedì 12 febbraio 2018

Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2018, lunedì 12 febbraio, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito della procedura riservata n. 642/2, autorizzazione COPASIR 3636/3b [Operazione NATO “SCAMBIAMOCI UN SEGNO DI PACE” N.d.V.] è stata intercettata, in data 11/02/2018, ore 05.23, una conversazione telefonica tra l’utenza di Stato vaticana in uso a  S.S. SANCHO I, e l’utenza privata n. 347***, in uso a BERNASCONI SILVANO. Riscontri tecnici effettuati mediante verifica impronta vocale accertano che da quest’ultima utenza parla DUDU’ [cane barboncino registrato in proprietà di NATALE FRANCESCA, convivente del sunnominato BERNASCONI SILVANO].  L’utenza di Stato vaticana è in uso a PERSONA IGNOTA, che nel corso della conversazione si evince appartenente alla razza canina, appellata dal sunnominato DUDU’ con il nominativo di BOSCO.  Sono in corso accertamenti sull’identità della PERSONA IGNOTA, che nella trascrizione verrà provvisoriamente indicata con l’appellativo “BOSCO”.
Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:

[omissis]
                                                                                                                                    

BOSCO: [sottovoce] “Chi è a quest’ora?”
DUDU’: “Sono io.”
BOSCO: “Io chi?”
DUDU’: “Dudù, dai! Dudù, ricordi?”
BOSCO: “Ah ma sei il cane di coso, di Bernasconi?”
DUDU’: “Certo, il cane di Silvano.”
BOSCO: “Ma certo, certo, scusa sai…è che qui a Santa Marta le suore mettono una cera tremenda, non si sentono altri odori, guarda, un martirio…”
DUDU’: “Eh la sento la cera, la sento eccome…ma come fai, poveretto te?”
BOSCO [sospira]: “Faccio un fioretto a San Giovanni Bosco…”
DUDU’ [a parte] Baciapile! [a BOSCO]: “Bravo, bravo. Ma tu che sei addentro alle segrete cose: siamo sicuri che in Paradiso ci andiamo anche noi?”
BOSCO: “Garantito. Il padrone qui me l’ha detto a chiare lettere.”
DUDU’: “L’ha proclamato ufficialmente? Ex cathedra?”
BOSCO [pausa]: “Be’, no, non ancora. Sai com’è, ci sono resistenze, qui in Curia…certi monsignori…conservatori, tradizionalisti…”
DUDU’: “…egoisti…”
BOSCO: “L’hai detto tu, questo…”
DUDU’ [a parte]: “Dio che ipocrita!” [a BOSCO]: “Ma se andiamo in paradiso, allora possiamo andare anche all’inferno, no?”
BOSCO [pausa]: “Be’…tecnicamente…”
DUDU’: “Tecnicamente sì o tecnicamente no?”
BOSCO: “Sì.”
DUDU’: “Ecco. Allora, a proposito di inferno: hai sentito da laggiù?”
BOSCO [lunga pausa, sottovoce]: “Da Macerata?”
DUDU’: “Da dove sennò?”
BOSCO: “Sì, certo che ho sentito. Hanno ululato per tutta la notte del 31, laggiù…brrr…”
DUDU’: “E non fa niente il tuo padrone? Niente?!”
BOSCO [lunga pausa]: “Non so…non ancora…”
DUDU’: “E cosa aspetta, santo Dio? E’ il papa sì o no?”
BOSCO: “Ma lo devi capire! Al giorno d’oggi! Parlare di…di inferno, di Satana…poi cosa dicono i fedeli? I giornalisti? Il tuo padrone, piuttosto, che è tanto ricco, potente…con le televisioni e tutto…perché non ne parla lui?”
DUDU’: “Il mio padrone non ci crede, e se anche ci credesse è in campagna elettorale, a parlare di diavolo e di inferno si perde, dicono che sei matto.”
BOSCO: “Vedi qual è il problema?”
DUDU’: “L’hanno già eletto il tuo padrone, e l’hanno eletto a vita. Non ce l’ha la campagna elettorale.”
BOSCO: “Sì ma…”
DUDU’: “Ma cosa? E’ il papa sì o no? Qui fanno i sacrifici umani, lo sai o no?”
BOSCO [pausa]: “Sì che lo so.”
DUDU’: “Lo sai come diventano gli uomini quando succedono queste cose? Pensi che noi ce la caviamo perché siamo cani?”
BOSCO: “No.”
DUDU’: “Insomma: il tuo padrone ci crede o non ci crede, all’inferno e al diavolo?”
BOSCO [pausa]: “Tecnicamente…”
DUDU’: “Tecnicamente sì o tecnicamente no?”
BOSCO: “Tecnicamente non lo so.”
DUDU’: “Stiamo messi bene.”
BOSCO: “Lo devi capire, lo sai come sono gli uomini, poveretti…loro non le sentono, certe cose…è come gli ultrasuoni, non li sentono, loro…come gli odori, sentono solo…solo la superficie delle cose, ecco…”
DUDU’: “Devi fare qualcosa, Bosco. Parlagli, al tuo padrone, fagli capire che qui stiamo in pericolo, tutti. Lui…lui ha il potere, se vuole, lo sai…”
BOSCO [lunga pausa]: “Ecco, vedi…”
DUDU’: “Vedi cosa?”
BOSCO: “Non mi sente.”
DUDU’: “Cooosa?!”
BOSCO: “Non mi sente. Ci ho provato tante volte a parlargli, anche mentre dormiva, per vedere se…ma non mi sente. Crede che abbaio, mi sgrida…” [guaisce]
DUDU’: “Ma roba da matti. Mi sente il mio che non crede a niente, pensa solo alle donne e a divertirsi, e non ti sente il tuo che è il papa…e si è chiamato Francesco, oh! Che quello parlava anche coi passeri, coi lupi parlava, ti rendi conto? Vacci a parlare te, coi lupi!”
BOSCO: “Ma è bravo, sai? Mai un calcio, tante carezze…mi fa mangiare che guarda…”
DUDU’: “Sì, stai da papa, bravo. Ma adesso che facciamo? Conosci qualcuno?”
BOSCO: “Non lo so, fammi pensare…forse sì…ci sarebbe un cardinale…un negro…un vecchio brontolone, antiquato…non gli va mai bene niente… fa la Messa in latino…”
DUDU’: “Lo conosci il suo cane?”
BOSCO: “Di vista. Sai, io sono il cane del papa, bisognerà pur mantenere le distanze…”
DUDU’: “Sì, be’, adesso le accorci, le distanze, lo chiami subito e ci parli, datevi una mossa perdio!”
BOSCO: “Subito no, il padrone sta per svegliarsi. Dopo.”
DUDU’: “Dopo subito però. Promesso?”
BOSCO: “Promesso.”
DUDU’: “Guarda che se non mantieni vai all’inferno.”

Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.

M.o  Osvaldo Spengler


(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)

Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***

Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...