Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia
Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI
CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C .P.P.)
L'anno 2018, lunedì 12 febbraio, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito
della procedura riservata n. 642/2, autorizzazione COPASIR 3636/3b [Operazione
NATO “SCAMBIAMOCI UN SEGNO DI PACE” N.d.V.] è stata intercettata, in data
11/02/2018, ore 05.23, una conversazione telefonica tra l’utenza di Stato vaticana
in uso a S.S. SANCHO I, e l’utenza
privata n. 347***, in uso a BERNASCONI SILVANO. Riscontri tecnici effettuati
mediante verifica impronta vocale accertano che da quest’ultima utenza parla
DUDU’ [cane barboncino registrato in proprietà di NATALE FRANCESCA, convivente
del sunnominato BERNASCONI SILVANO]. L’utenza di Stato vaticana è in uso a PERSONA
IGNOTA, che nel corso della conversazione si evince appartenente alla razza
canina, appellata dal sunnominato DUDU’ con il nominativo di BOSCO. Sono in corso accertamenti sull’identità della
PERSONA IGNOTA, che nella trascrizione verrà provvisoriamente indicata con
l’appellativo “BOSCO”.
Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:
[omissis]
BOSCO:
[sottovoce] “Chi è a quest’ora?”
DUDU’:
“Sono io.”
BOSCO:
“Io chi?”
DUDU’:
“Dudù, dai! Dudù, ricordi?”
BOSCO:
“Ah ma sei il cane di coso, di Bernasconi?”
DUDU’:
“Certo, il cane di Silvano.”
BOSCO:
“Ma certo, certo, scusa sai…è che qui a Santa Marta le suore mettono una cera
tremenda, non si sentono altri odori, guarda, un martirio…”
DUDU’:
“Eh la sento la cera, la sento eccome…ma come fai, poveretto te?”
BOSCO
[sospira]: “Faccio un fioretto a San
Giovanni Bosco…”
DUDU’
[a parte] Baciapile! [a BOSCO]: “Bravo, bravo. Ma tu che sei
addentro alle segrete cose: siamo sicuri che in Paradiso ci andiamo anche noi?”
BOSCO:
“Garantito. Il padrone qui me l’ha detto a chiare lettere.”
DUDU’:
“L’ha proclamato ufficialmente? Ex cathedra?”
BOSCO
[pausa]: “Be’, no, non ancora. Sai
com’è, ci sono resistenze, qui in Curia…certi monsignori…conservatori,
tradizionalisti…”
DUDU’:
“…egoisti…”
BOSCO:
“L’hai detto tu, questo…”
DUDU’
[a parte]: “Dio che ipocrita!” [a BOSCO]: “Ma se andiamo in paradiso,
allora possiamo andare anche all’inferno, no?”
BOSCO
[pausa]: “Be’…tecnicamente…”
DUDU’:
“Tecnicamente sì o tecnicamente no?”
BOSCO: “Sì.”
DUDU’: “Ecco. Allora, a
proposito di inferno: hai sentito da laggiù?”
BOSCO [lunga pausa, sottovoce]: “Da Macerata?”
DUDU’: “Da dove sennò?”
BOSCO: “Sì, certo che ho
sentito. Hanno ululato per tutta la notte del 31, laggiù…brrr…”
DUDU’: “E non fa niente il
tuo padrone? Niente?!”
BOSCO [lunga pausa]: “Non so…non ancora…”
DUDU’: “E cosa aspetta, santo
Dio? E’ il papa sì o no?”
BOSCO: “Ma lo devi capire! Al
giorno d’oggi! Parlare di…di inferno, di Satana…poi cosa dicono i fedeli? I
giornalisti? Il tuo padrone, piuttosto, che è tanto ricco, potente…con le
televisioni e tutto…perché non ne parla lui?”
DUDU’: “Il mio padrone non ci
crede, e se anche ci credesse è in campagna elettorale, a parlare di diavolo e
di inferno si perde, dicono che sei matto.”
BOSCO: “Vedi qual è il
problema?”
DUDU’: “L’hanno già eletto il
tuo padrone, e l’hanno eletto a vita. Non ce l’ha la campagna elettorale.”
BOSCO: “Sì ma…”
DUDU’: “Ma cosa? E’ il papa
sì o no? Qui fanno i sacrifici umani, lo sai o no?”
BOSCO [pausa]: “Sì che lo so.”
DUDU’: “Lo sai come diventano
gli uomini quando succedono queste cose? Pensi che noi ce la caviamo perché
siamo cani?”
BOSCO: “No.”
DUDU’: “Insomma: il tuo
padrone ci crede o non ci crede, all’inferno e al diavolo?”
BOSCO [pausa]: “Tecnicamente…”
DUDU’: “Tecnicamente sì o
tecnicamente no?”
BOSCO: “Tecnicamente non lo
so.”
DUDU’: “Stiamo messi bene.”
BOSCO: “Lo devi capire, lo
sai come sono gli uomini, poveretti…loro non le sentono, certe cose…è come gli
ultrasuoni, non li sentono, loro…come gli odori, sentono solo…solo la
superficie delle cose, ecco…”
DUDU’: “Devi fare qualcosa,
Bosco. Parlagli, al tuo padrone, fagli capire che qui stiamo in pericolo,
tutti. Lui…lui ha il potere, se vuole, lo sai…”
BOSCO [lunga pausa]: “Ecco, vedi…”
DUDU’: “Vedi cosa?”
BOSCO: “Non mi sente.”
DUDU’: “Cooosa?!”
BOSCO: “Non mi sente. Ci ho
provato tante volte a parlargli, anche mentre dormiva, per vedere se…ma non mi
sente. Crede che abbaio, mi sgrida…” [guaisce]
DUDU’: “Ma roba da matti. Mi
sente il mio che non crede a niente, pensa solo alle donne e a divertirsi, e
non ti sente il tuo che è il papa…e si è chiamato Francesco, oh! Che quello
parlava anche coi passeri, coi lupi parlava, ti rendi conto? Vacci a
parlare te, coi lupi!”
BOSCO: “Ma è bravo, sai? Mai
un calcio, tante carezze…mi fa mangiare che guarda…”
DUDU’: “Sì, stai da papa,
bravo. Ma adesso che facciamo? Conosci qualcuno?”
BOSCO: “Non lo so, fammi
pensare…forse sì…ci sarebbe un cardinale…un negro…un vecchio brontolone,
antiquato…non gli va mai bene niente… fa la Messa in latino…”
DUDU’: “Lo conosci il suo
cane?”
BOSCO: “Di vista. Sai, io
sono il cane del papa, bisognerà pur mantenere le distanze…”
DUDU’: “Sì, be’, adesso le
accorci, le distanze, lo chiami subito e ci parli, datevi una mossa perdio!”
BOSCO: “Subito no, il padrone
sta per svegliarsi. Dopo.”
DUDU’: “Dopo subito però.
Promesso?”
BOSCO: “Promesso.”
DUDU’: “Guarda che se non
mantieni vai all’inferno.”
Letto, confermato e
sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o Osvaldo Spengler
(*) "Trattasi"
- tanto per non cambiare stile, quello della
Benemerita... - di ricostruzioni che sono frutto della
mia fantasia di autore e commediografo. Qualsiasi riferimento
a fatti o persone reali deve ritenersi puramente casuale.
(Roberto Buffagni)
Chi è il
Maresciallo Osvaldo Spengler? Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio
1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz
emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei
Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere
riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato
postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo
conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur
frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al
conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò
recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e
sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui
addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a
obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in
alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile
Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su
“Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima
ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a
chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi
per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose
testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***
Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il
suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo
fondamentalista,
musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e
Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la
fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...