L’ Io diviso di Pamela
Chi
era Pamela Mastropietro? Per ora si sa
poco. La sociologia ci può solo dire, piuttosto freddamente, che il suo era un caso di mancato adattamento sociale. Pamela, da quel
che si è capito, non rispettava le
regole di integrazione sociale: studi o lavori regolari, rispetto degli status
e dei ruoli sociali, con l’ “aggravante” dal punto di vista dei
divieti sociali, dell’ inizio di un percorso di devianza nell’ambito della tossicodipendenza.
Una situazione però, probabilmente recuperabile, considerata la giovane età, diciotto anni, che tuttavia, per
quello che nei romanzi si chiama colpo
di testa, è sfociata in tragedia. Pamela, alla
comunità di recupero, al cammino verso l’adattamento, ha preferito la fuga, come ritorno e continuazione di un percorso di devianza. Questa, forse, la sua confusa motivazione. Poi vedremo perché "confusa".
Si
poteva evitare tutto questo? Le vie
della devianza sono irte di pericoli e ostacoli, proprio perché rinviano a una
società del disordine, hobbesiana. Per contro quelle dell’adattamento impongono
rigore e schematismi sociali, come ogni società dell’ordine.
Il
soggetto in comunità, se non adeguatamente sostenuto sotto il profilo
psicologico, soprattutto nei primi tempi
(diciamo i primi tre mesi), vive
la discrasia ordine-disordine in chiave
dissolutiva di ogni legame sociale: non si è dentro (nella società
dell’ordine), non si è fuori (nella società del disordine): insomma, l’Io è
diviso. In piena confusione. E purtroppo,
in questa fase interstiziale, delicatissima, di attesa, si gioca quel che può essere definito il destino
terapeutico del soggetto in comunità .
La
fuga (o "allontanamento"), in qualche misura, se avviene nelle sue fasi iniziali, soprattutto se breve, appartiene anch’essa al tempo interstiziale.
Si pensa di trovare “fuori della comunità”, quella risposta che tarda a venire “ dentro
la comunità”. Di qui, come dicevamo l’importanza fondamentale del sostegno, dal
momento che il soggetto può essere
ancora recuperato. I giochi insomma sono ancora aperti
Ma
non più per Pamela.
Carlo Gambescia