Fascismo/Antifascismo:
non se ne può più
(Le manifestazioni di Macerata)
È stupefacente come ancora ci
si confronti, dopo più di settant’anni, a colpi di slogan
fascisti e antifascisti. Ovviamente, pensiamo alla manifestazione
“antifascista” che si terrà a Macerata,
di natura prettamente ideologica, come del resto
certe "esternazioni" di segno contrario, "in
nero", meno affollate, ma inquietanti.
Si dirà: ma il liberalismo non è a
sua volta una risorsa ideologica? Diciamo che il liberalismo è l'involucro
della modernità. E' qualcosa di più: Croce parla di
"pre-partito", una "filosofia" necessariamente comune a
tutte le forze politiche moderne che aspirino a una "società aperta",
per dirla con Popper. Quindi tutto posto? No, perché ad esempio in
Italia, lo schema fascismo-antifascismo, rinvia, dal punto di vista dei
“proiettili” retorici, all’idea della repubblica antifascista, ma
non anticomunista: idea fondata sulla furba e falsa equazione, già
togliattiana, che l’anticomunismo, e quindi anche le correnti liberali
che lo avversano, siano cripto-fasciste. Quindi addio pre-partito e
metapolitica (dell'azione) liberale.
L’idea stessa di totalitarismo, per
un verso, viene addirittura rivendicata dal fascismo di Salò e da larga
parte dei post-fascisti missini, aennini, eccetera, in particolare i
militanti, e per l’altro negata, prima dai comunisti, poi dai suoi variegati
successori, perché, come spesso si legge, inutile eredità della
Guerra Fredda e, per giunta, troppo impregnata di
liberalismo.
Qualche mese fa scrivevamo del “pericolo fascista” (*). Che
indubbiamente esiste, però come armamentario ideologico.
Esiste, insomma, un immaginario etnocentrico e gerarchico,
pronto all’uso, soprattutto in una società ad alto rischio di
razzismo, per ragioni storiche, sociali, redistributive e perfino umorali.
Tuttavia, lo scatenamento degli istinti carnivori, per ora
latenti nella nostra società, rischia di essere alimentato
dalla stessa sinistra che manifesterà a Macerata in nome di un
antifascismo zoppo, privo della fondamentale componente anti-totalitaria:
una sinistra, insomma, che rifiuta, solo perché ritenuta a priori
fascista, qualsiasi politica di controllo dei flussi migratori di tipo prudenziale-liberale,
politica che invece "inciderebbe" sul malcontento razzista
limitando i pericoli di contagio. Si può essere più rigidi di così?
Invece di scendere in piazza, in nome
dell’antifascismo immaginario ( o quasi), si cerchi di prevenire le
ragioni che potrebbero essere alla base di un possibile ritorno
dell'immaginario fascista. Il giochino - e qui torniamo ai proiettili di carta
- dell’identificazione tra cripto-fascismo e qualsiasi tentativo di
controllo dei flussi è molto pericoloso, perché rischia di alimentare risposte
oltranziste di segno contrario. O ancora peggio, che qualcuno ne approfitti.
Qualsiasi riferimento al movimento
fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio non è puramente casuale…
Carlo Gambescia
(*) http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.it/2017/12/nazi-fascisti-su-como-esiste-un.html
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