Referendum in Turchia, vince Erdogan di
misura
Dopo di lui, il diluvio?
Sul referendum turco il massimo della stupidità mediatica è
rappresentato da quei titoli, dove con stupore, si parla di una Turchia divisa sul 51 per cento di Sì alla riforma Erdogan. Insomma, come di un evento inaspettato.
Di regola, i referendum sono "divisivi" (51 per cento) o plebiscitari (100 per cento dei voti): si chiama democrazia diretta. Molto amata dai dittatori, o aspiranti tali, perché se perdono, ricorrono alla forza, se vincono, si beano del consenso del popolo bue. I referendum sono l'extrema ratio della democrazia. Spesso la nemesi. Cautela, quindi. E soprattutto, ripetiamo, non è il caso di stupirsi.
Di regola, i referendum sono "divisivi" (51 per cento) o plebiscitari (100 per cento dei voti): si chiama democrazia diretta. Molto amata dai dittatori, o aspiranti tali, perché se perdono, ricorrono alla forza, se vincono, si beano del consenso del popolo bue. I referendum sono l'extrema ratio della democrazia. Spesso la nemesi. Cautela, quindi. E soprattutto, ripetiamo, non è il caso di stupirsi.
In effetti, il "presidenzialismo", approvato ieri,
conferisce a Erdogan ( nonché a chi gli succederà, attenzione) poteri
quasi assoluti. Però il vero problema - la costante della politica turca
sfuggita a molti osservatori occidentali - è costituito dal
totale ridimensionamento del ruolo dei militari. Un processo concretizzatosi in
particolare nel referendum del 2010 (dove, per la cronaca, i Sì furono il 58 per cento): voto che ridusse, fino a renderli puramente
formali, i poteri del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Un' istituzione,
concepita da Mustafa Kemal ( per tutti Atatürk, ossia "Padre dei Turchi"), attraverso la quale i militari, quando necessario, potevano intervenire in difesa della laicità dello stato: il lascito politico di Atatürk, vero rivoluzionario, certamente nazionalista (quindi con dei limiti, eccetera), ma grande modernizzatore della società turca.
Pertanto, la vera svolta risale al 2010. E con il voto di
ieri Erdogan rimane l’unico uomo al comando. Dopo di lui? Ecco il punto. Il diluvio?
Islamista?
Carlo Gambescia