La riflessione
Da San Francesco a Papa Bergoglio (passando per Gianroberto Casaleggio)
di Fabrizio Borni
In questi giorni di finta pace , perché segnati dai venti di guerra, ho notato, leggendo alcuni libri, delle coincidenze interessanti, dalle quali ho preso spunto per buttare giù alcune riflessioni personali, senza
alcuna pretesa di esaurire l’argomento.
Quando Bergoglio si affacciò al balcone qualcosa mi disse che
questo papa avrebbe scelto il nome Francesco. Per quale ragione? Perché qualcosa si stava trasformando a livello sociale italiano
prima che planetario. Certo, il papa è
una figura universale. Bergoglio non sostituisce un papa morto, ma un papa vivo
che non era più adatto a “richiamare fedeli”. Ratzinger, ora “Papa Emerito”, uomo di grande cultura e fin troppo
conservatore (ricordiamoci l'idea di celebrare messa in latino) era più un
aristocratico della Chiesa che un pastore del gregge cristiano.
Di conseguenza, le menti
illuminate del potere vaticano ne presero atto e con devota spiritualità lo
fecero abdicare. E così l'asticella del gradimento di colpo risalì. Bergoglio, non più Papa o Santo Padre, ma
semplicemente Francesco, come il più amato dei santi, quello che si spoglia
delle sue ricchezze e ne gioisce, colui che parla con tutti tanto da farsi
capire anche dagli animali, dal sole e dalla luna. Colui che sa amare. E il
nuovo papa lo incarna perfettamente (o quasi), un papa moderno, che twitta e
tifa calcio... Un papa disposto a dare un pugno in faccia a chiunque si
permetta di parlare male della madre…
Ma c’è un altro “attore”,
laico e collettivo, che si richiama al francescanesimo: il 5stelle. Nato il 4 ottobre 2009 (il 4 ottobre è il
compleanno del poverello d'Assisi) per ispirazione più che devozione.
Nell'animo del 5stelle c'è la pace. Non vi è alcun dubbio. Una rivoluzione non
violenta che sveglia i cuori delle persone e le loro menti. La rete, secondo Gianroberto
Casaleggio, è francescana e anticapitalista. La rete è democrazia. Così come
Francesco si oppose alla ricchezza, al materialismo, e al volto cupo che era più dottrina che virtù nei monaci di allora. Tra i pregi di Francesco c'era la
letizia. La gioia. La non violenza. Secondo un'analisi di Le Goff (storico e
tra i più autorevoli studiosi del Medioevo), quando Francesco raccomandava ai suoi frati le stesse
virtù, non violenza e sorriso sempre, in
realtà, stava facendo una vera e propria rivoluzione, che all'epoca, creò non poche preoccupazioni alla
Chiesa.
In un video di qualche tempo fa (visibile su internet), Casaleggio
parlava del nuovo ordine mondiale e di alcune premonizioni che alla luce dei fatti attuali paiono avere non
poche verità e che fanno apparire Casaleggio, dopo
la sua morte, ancora più “santo” che guru. Santo agli occhi
e nella testa degli “attivisti” 5stelle: i nuovi frati francescani che non
poco hanno in comune con i fraticelli di Assisi. Alla morte di un papa si grida "Santo"... a quella di
Casaleggio "Onestà". Gli attivisti cinque stelle non sono violenti. I
loro volti, come ebbi modo di osservare, sono puliti, semplici, gioiosi... a
volte venati di tristezza, ma solo perché
oppressi, incompresi e denigrati, come essi ripetono, dai poteri forti, quelli
ricchi, quelli che manipolano e pilotano l'informazione, l'economia, il popolo...
Sono espressioni teatrali anche se figlie non della scuola della
commedia dell'arte ma dell' autoconvincimento estremo di essere sempre nel
giusto. "Lei ha studiato dai gesuiti" scriveva Grillo nella lettera a Mario Monti "ma
rimanendo in tema di ordini religiosi dovrebbe rifarsi ai francescani"
(1). “Chi non ci comprende è in
malafede, noi lo sappiamo, ma andiamo avanti perché prima o poi le persone
capiranno e allora finalmente il mondo cambierà”, così mi
disse un attivista qualche anno fa e come non dargli ragione a quel tempo. Ma
io sono scettico verso tutto ciò che l'uomo professa come verità assoluta,
poiché l'uomo la verità spesso non la conosce e la inventa, ben sapendo
di inventare.
Uomo di una intelligenza superiore, Casaleggio, sapeva di comunicazione e marketing e da grande e
lungimirante imprenditore che era si dimostrò sognatore in un progetto che
nemmeno Berlusconi fu in grado di immaginare così evoluto e dirompente. La rete
è cosa per giovani e per chi poi ci si converte sapendola adoperare. La rete è
il futuro e il cambiamento, ma ci sono delle contraddizioni tra il verbo
Casaleggio e la rete; due contraddizioni che ne limitano la verità assoluta. Scopriamole insieme.
Secondo 5stelle, concettualmente, la rete, al tempo stesso, è democrazia e anticapitalismo. Però, fino a
che punto la rete è democratica? Inoltre, siamo davvero sicuri che la rete sia
anticapitalista?
Al lettore le riflessioni del caso. Di fatto, tornando al titolo di questo
post, si può notare che nonostante la propensione verso un comportamento che si richiami ai valori del santo poverello, sembra prevalere, secondo il mio pensiero, un tentativo per convincerci che la povertà , non quella assoluta ovviamente, ma di
rinuncia - che rinvia alla famosa teoria della “decrescita felice” - sia la nuova e unica via di salvezza, anche sul piano dottrinario.
Il che può provocare un sospetto: il nuovo
ordine mondiale, vaticinato da Casaleggio, non rischia forse di rinviare a un
disegno educativo per “governare” ancora più rigidamente i popoli? Gli stessi popoli che sembrano allontanarsi da una ricchezza che rischia sempre più di divenire patrimonio di pochissimi eletti?
E che dire dei venti di guerra? Secondo Casaleggio ancora tre anni
e poi ci sarà la terza guerra mondiale con miliardi di morti per poi arrivare
ad una rinascita vera pulita, umanamente condivisibile a livello planetario che
porterà soltanto vantaggi, ma solo a chi si adeguerà alle nuove condizioni di
un rinato modello di politica e governo mondiale al quale dovremmo arrivare nel
2054.
Di certo, le ultime news ci fanno riflettere. Trump di buon mattino
potrebbe svegliarsi e lanciare qualche bomba, su un politico in costume da Hitler, magari, per poi scoprire che si trattava soltanto di una festa mascherata. Sicché, il Presidente Usa, a sua volta, potrebbe scusarsi, asserendo, che le bombe erano per il bene dell'umanità e che non poteva
assolutamente aspettare conferme sul fatto che si trattasse di un party
o di un risveglio neo nazista... A parte gli scherzi, gli elementi per immaginare una guerra
mondiale ci sono tutti, ma sarà solo una guerra di bombe? O come ritiene Giulietto Chiesa (2), una guerra figlia di un epoca in cui si svela
che la crescita non è più infinita? Insomma, sarà solo una guerra-guerra o
anche una guerra climatica, ambientale, energetica, demografica, alimentare,
religiosa, di valori, sessuale eccetera?
In quest'ultimo caso, sarebbe bene, allora, che il buon Francesco (Papa) si decidesse a promuovere il
francescanesimo spirituale, mentre i Movimenti, a loro volta, il francescanesimo politico/economico/sociale. Penso ai Movimenti, perché di certo i partiti rischiano di soffrire (e non poco), perdendo adesioni
e credibilità. E se invece le cose non stessero così? Casaleggio, avrà visto giusto? Chi lo sa. Vedremo.
Di fatto, ogni vero imprenditore è un sognatore e per questo, a
volte, è considerato anche un po' folle
se non addirittura pazzo. Il che però rappresenta anche un rischio: se la sua follia imprenditoriale divenisse una
dottrina stimolatrice di un fanatismo globale? Legge e vangelo da seguire alla
lettera?
Probabilmente Casaleggio ha più potere da morto che da vivo, come
tanti altri “santi" ha ispirato un nuovo modello di pensiero che va ben al
di là della democrazia della rete o dell'anticapitalismo. Un pensiero che è un
tassello importante per la costruzione di questo famoso Nuovo Ordine Mondiale
(che a quanto pare, non è l’
argomento preferito del solo universo complottista): progetto di cui tutti parlano da anni, forse troppo, che tuttavia nessuno scorge delinearsi all’orizzonte.
Forse, a mio umile avviso, il cambio di un' epoca, finirà per
svolgersi in tempi talmente rapidi e
violenti da sconvolgere tutta l'umanità.
E qui probabilmente dovremmo fare un
esame di coscienza sul potere, forse troppo, che noi tutti, compreso Casaleggio, abbiano
conferito alla rete. Non solo: dovremmo anche abituarci alle rinunce, perché più si
andrà avanti, più i cambiamenti saranno velocissimi e solo le nuove
generazioni - anzi, solo parte di esse - ne sapranno approfittare o almeno
conviverci.
Allora cosa fare? FARE. Ecco cosa bisogna fare: FARE, Ma anche
saper fare. Ognuno deve fare qualcosa, nessuno può esimersi. E ognuno deve fare
ciò che sa fare al meglio. Non basta criticare, non basta studiare, commentare,
accusare e giudicare. Bisogna fare azioni. Non cedere a sconforto o depressioni
e imporsi su chi fare non sa. Smascherare millantatori e manipolatori.
Concludendo, non è più
accettabile stare dietro le finestre e attendere, ognuno ha una propria
responsabilità civile e morale. Ognuno deve esserci. Nessuno può più scappare o
trovare rifugio sotto le ali dell'indottrinatore di turno alla ricerca della
verità assoluta, perché, come dicevo, il
pericolo è che l'uomo è in grado di inventarle le verità. Fino al punto di crederci in prima persona.
Fabrizio Borni
(1) Alberto Di Majo, Casaleggio - Il grillo parlante, Editori Riuniti 2013.
(2) Giulietto Chiesa, Invece
della catastrofe. Perché costruire
un’alternativa è ormai indispensabile, Piemme 2013.