martedì 18 aprile 2017

La riflessione
Da San Francesco a Papa Bergoglio (passando per Gianroberto Casaleggio)

di Fabrizio Borni



In questi giorni di  finta pace , perché  segnati dai  venti di guerra,  ho notato, leggendo alcuni libri, delle coincidenze interessanti,  dalle quali ho preso spunto per buttare giù alcune riflessioni personali, senza alcuna pretesa di esaurire l’argomento.
Quando Bergoglio si affacciò al balcone qualcosa mi disse che questo papa avrebbe scelto il nome Francesco. Per quale ragione? Perché qualcosa si stava trasformando a livello sociale italiano prima che planetario. Certo,  il papa è una figura universale. Bergoglio non sostituisce un papa morto, ma un papa vivo che non era più adatto a “richiamare fedeli”. Ratzinger, ora “Papa Emerito”,  uomo di grande cultura e fin troppo conservatore (ricordiamoci l'idea di celebrare messa in latino) era più un aristocratico della Chiesa che un pastore del gregge cristiano.
Di conseguenza,  le menti illuminate del potere vaticano ne presero atto e con devota spiritualità lo fecero abdicare.  E così  l'asticella del gradimento di colpo risalì.  Bergoglio, non più Papa o Santo Padre, ma semplicemente Francesco, come il più amato dei santi, quello che si spoglia delle sue ricchezze e ne gioisce, colui che parla con tutti tanto da farsi capire anche dagli animali, dal sole e dalla luna. Colui che sa amare. E il nuovo papa lo incarna perfettamente (o quasi), un papa moderno, che twitta e tifa calcio... Un papa disposto a dare un pugno in faccia a chiunque si permetta  di  parlare male della madre…
Ma c’è un  altro “attore”, laico e collettivo,  che si  richiama al francescanesimo:   il 5stelle.  Nato il 4 ottobre 2009 (il 4 ottobre è il compleanno del poverello d'Assisi) per ispirazione più che devozione. Nell'animo del 5stelle c'è la pace. Non vi è alcun dubbio. Una rivoluzione non violenta che sveglia i cuori delle persone e le loro menti. La rete, secondo Gianroberto Casaleggio, è francescana e anticapitalista. La rete è democrazia. Così come Francesco si oppose alla ricchezza, al materialismo, e al volto cupo che era  più dottrina  che virtù nei monaci di allora. Tra i pregi di Francesco c'era la letizia. La gioia. La non violenza. Secondo un'analisi di Le Goff (storico e tra i più autorevoli studiosi del Medioevo),  quando  Francesco raccomandava ai suoi frati le stesse virtù, non violenza e sorriso sempre, in realtà, stava facendo una vera e propria rivoluzione, che all'epoca, creò non poche preoccupazioni alla Chiesa.
In un video di qualche tempo fa (visibile su internet), Casaleggio parlava del nuovo ordine mondiale e di alcune premonizioni che alla luce dei fatti attuali paiono avere non poche verità e che fanno apparire Casaleggio, dopo la sua morte,   ancora più “santo” che guru. Santo agli occhi e nella testa degli “attivisti” 5stelle: i nuovi  frati francescani che non poco hanno in comune con i fraticelli di Assisi. Alla morte di un papa si grida "Santo"...  a quella di Casaleggio "Onestà". Gli attivisti cinque stelle non sono violenti. I loro volti, come ebbi modo di osservare, sono puliti, semplici, gioiosi... a volte venati di tristezza, ma solo  perché oppressi, incompresi e denigrati, come essi ripetono, dai poteri forti, quelli ricchi, quelli che manipolano e pilotano l'informazione, l'economia, il popolo... 
Sono espressioni teatrali anche se figlie non della scuola della commedia dell'arte ma dell' autoconvincimento estremo di essere sempre nel giusto. "Lei ha studiato dai gesuiti" scriveva  Grillo nella lettera a Mario Monti "ma rimanendo in tema di ordini religiosi dovrebbe rifarsi ai francescani" (1).  “Chi non ci comprende è in malafede, noi lo sappiamo, ma andiamo avanti perché prima o poi le persone capiranno e allora finalmente il mondo cambierà”,  così  mi disse un attivista qualche anno fa e come non dargli ragione a quel tempo. Ma io sono scettico verso tutto ciò che l'uomo professa come verità assoluta, poiché l'uomo la verità spesso non la conosce e la inventa,  ben  sapendo  di inventare.
Uomo di una intelligenza superiore, Casaleggio, sapeva  di comunicazione e marketing e da grande e lungimirante imprenditore che era si dimostrò sognatore in un progetto che nemmeno Berlusconi fu in grado di immaginare così evoluto e dirompente. La rete è cosa per giovani e per chi poi ci si converte sapendola adoperare. La rete è il futuro e il cambiamento, ma ci sono delle contraddizioni tra il verbo Casaleggio e la rete; due contraddizioni che ne limitano la verità assoluta.  Scopriamole insieme.
Secondo 5stelle, concettualmente, la rete, al tempo stesso,  è democrazia e anticapitalismo. Però, fino a che punto la rete è democratica? Inoltre, siamo davvero sicuri che la rete sia anticapitalista?  
Al lettore le riflessioni del caso.  Di fatto, tornando al titolo di questo post, si può notare che nonostante la propensione verso  un  comportamento che si  richiami  ai  valori del santo poverello, sembra prevalere,  secondo il mio pensiero, un tentativo  per convincerci che la povertà , non quella assoluta ovviamente, ma  di rinuncia -  che rinvia alla  famosa teoria della “decrescita felice” -   sia la nuova e  unica  via  di salvezza, anche sul piano dottrinario.
Il che può provocare un sospetto:  il  nuovo ordine mondiale,  vaticinato da  Casaleggio,  non   rischia forse di rinviare  a un disegno educativo  per  “governare” ancora  più rigidamente i popoli?  Gli stessi popoli  che sembrano allontanarsi da una  ricchezza che rischia sempre più di divenire patrimonio di pochissimi eletti? 
E che dire dei venti di guerra? Secondo Casaleggio ancora tre anni e poi ci sarà la terza guerra mondiale con miliardi di morti per poi arrivare ad una rinascita vera pulita, umanamente condivisibile a livello planetario che porterà soltanto vantaggi, ma solo a chi si adeguerà alle nuove condizioni di un rinato modello di politica e governo mondiale al quale dovremmo arrivare nel 2054.
Di certo, le ultime news ci fanno riflettere. Trump di buon mattino potrebbe svegliarsi e lanciare qualche bomba,  su  un politico  in  costume da Hitler,  magari,  per poi scoprire che si trattava soltanto di  una festa  mascherata.  Sicché, il Presidente Usa,  a sua volta,  potrebbe  scusarsi, asserendo,  che le bombe erano  per il bene dell'umanità e che  non poteva assolutamente aspettare conferme sul fatto che si trattasse di un party o di un risveglio neo nazista...  A parte gli scherzi, gli elementi per immaginare una guerra mondiale ci sono tutti, ma sarà solo una guerra di bombe? O come ritiene  Giulietto Chiesa (2),  una guerra figlia di un epoca in cui si svela che la crescita non è più infinita? Insomma,  sarà solo una guerra-guerra o anche una guerra climatica, ambientale, energetica, demografica, alimentare, religiosa, di valori, sessuale eccetera?
In quest'ultimo caso,  sarebbe bene, allora,  che il buon Francesco (Papa) si decidesse a  promuovere il francescanesimo spirituale, mentre i Movimenti, a loro volta, il francescanesimo politico/economico/sociale. Penso ai  Movimenti, perché di certo i partiti  rischiano di soffrire  (e non poco),  perdendo adesioni e credibilità.  E se invece le cose non stessero così?  Casaleggio,  avrà  visto giusto?  Chi lo sa. Vedremo.
Di fatto,  ogni vero imprenditore è un sognatore e per questo, a volte, è  considerato anche un po' folle se non addirittura pazzo. Il che però rappresenta  anche un rischio:  se  la sua follia imprenditoriale divenisse una dottrina stimolatrice di un fanatismo globale? Legge e vangelo da seguire alla lettera?
Probabilmente Casaleggio ha più potere da morto che da vivo, come tanti altri “santi"  ha ispirato un nuovo modello di pensiero che va ben al di là della democrazia della rete o dell'anticapitalismo. Un pensiero che è un tassello importante per la costruzione di questo famoso Nuovo Ordine Mondiale (che a quanto pare,  non è l’ argomento preferito del solo universo complottista):  progetto di cui  tutti parlano da anni, forse troppo, che tuttavia  nessuno scorge  delinearsi all’orizzonte.
Forse,  a mio umile avviso, il cambio di un' epoca, finirà per svolgersi  in tempi talmente rapidi e violenti da sconvolgere tutta l'umanità.  E qui probabilmente  dovremmo  fare  un esame di coscienza sul potere, forse troppo,  che noi tutti, compreso Casaleggio, abbiano conferito alla rete. Non solo: dovremmo anche abituarci alle rinunce,  perché più si  andrà avanti, più i cambiamenti saranno velocissimi e solo le nuove generazioni -  anzi, solo parte di esse -  ne sapranno approfittare o almeno conviverci.
Allora cosa fare? FARE. Ecco cosa bisogna fare: FARE, Ma anche saper fare. Ognuno deve fare qualcosa, nessuno può esimersi. E ognuno deve fare ciò che sa fare al meglio. Non basta criticare, non basta studiare, commentare, accusare e giudicare. Bisogna fare azioni. Non cedere a sconforto o depressioni e imporsi su chi fare non sa. Smascherare millantatori e manipolatori.  
Concludendo,  non è più accettabile stare dietro le finestre e attendere, ognuno ha una propria responsabilità civile e morale. Ognuno deve esserci. Nessuno può più scappare o trovare rifugio sotto le ali dell'indottrinatore di turno alla ricerca della verità assoluta,  perché, come dicevo, il pericolo  è che  l'uomo è in grado di inventarle le verità.  Fino  al punto di crederci in prima persona.

Fabrizio Borni


(1) Alberto Di Majo,  Casaleggio - Il grillo parlante,  Editori Riuniti  2013.
(2) Giulietto Chiesa, Invece della catastrofe. Perché costruire un’alternativa è ormai indispensabile,  Piemme 2013.


Fabrizio Borni, manager, docente, scrittore,  presidente dell'Anpoe  (Associazione Nazionale Professionale tra Produttori e Organizzatori di Eventi -  http://www.anpoe.it/ ).  Qui le sue recenti pubblicazioni: http://www.lafeltrinelli.it/libri/fabrizio-borni/1052864