10 febbraio, il Giorno del Ricordo
A morti in
faccia
È
vero. Delle Foibe fino all’arrivo al governo di Alleanza Nazionale nessuno
parlava, se non la stampa neofascista. L’Italia politica, a cominciare dal più
importante partito di governo, la
Dc aveva rimosso per cinquant'anni la strage commessa dai partigiani comunisti
di Tito, per non mettere imbarazzo, il
più importante partito di opposizione, il Pci, e per non inimicarsi il dittatore jugoslavo.
Sicché l’istituzione di un Giorno del Ricordo, dedicato all’eccidio e all’esodo dei profughi istriani, derubati di tutto dai comunisti, non è mai stata completamente digerita dalla sinistra italiana che continua a scorgere nelle Foibe e nell’espulsione degli italiani la giusta punizione per la pulizia etnica e ideologica perpetrata dai fascisti italiani. Inoltre, vi si vedeva (e vede) un attacco alla Resistenza e all’antifascismo.
Sicché l’istituzione di un Giorno del Ricordo, dedicato all’eccidio e all’esodo dei profughi istriani, derubati di tutto dai comunisti, non è mai stata completamente digerita dalla sinistra italiana che continua a scorgere nelle Foibe e nell’espulsione degli italiani la giusta punizione per la pulizia etnica e ideologica perpetrata dai fascisti italiani. Inoltre, vi si vedeva (e vede) un attacco alla Resistenza e all’antifascismo.
È
di ieri la notizia che in Campidoglio, è
stato rimosso uno striscione,
esposto dai consiglieri romani di Fdl, partito di estrema destra, dove
ci si lamenta “contro il mancato stanziamento in bilancio dei fondi per
il viaggio del ricordo nei luoghi delle Foibe” Evento,
si sottolinea, che il M5S, a differenza di Marino, "è riuscito a cancellare" (*).
In
effetti, non solo a livello politico, ma anche di pubblica opinione, quindi non
solo a sinistra, molti continuano a considerare le Foibe come un evento minore, uno
dei tanti frutti velenosi del conflitto mondiale, storie di ordinaria
follia, ma minore. Purtroppo.
A
riprova di ciò, non va dimenticato, per venire all'intrattenimento televisivo, il grondante sarcasmo che va ben oltre il caricaturale personaggio di Vichi: giovane e stralunata neofascista di Casa Pound, creata e interpretata da Caterina Guzzanti, che, da copione, ripete, compulsivamente, ai suoi interlocutori, che lei presume di sinistra (le cosiddette "zecche"): “E allora le Foibe?”. Provocando grandi risate tra il pubblico.
Ecco, si provi immaginare cosa accadrebbe, a segno politico invertito, se una
giovane, interpretata sempre dalla Guzzanti (ma ne dubitiamo), altrettanto
stralunata ma di sinistra, intercalasse, a nome del Centro Sociale (la buttiamo lì) Stella Rossa, nello stesso spettacolo: “E allora le
Fosse Ardeatine?”. Scoppierebbe il finimondo. A sinistra.
Diciamo
che a più di settant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale e di ventisei dalla caduta del comunismo sovietico, ancora ci si guarda bene, soprattutto in Italia, dal celebrare una giornata di riflessione
e memoria dedicata a tutte le vittime dei totalitarismi, nazionalsocialista, fascista e
comunista. Per inciso, in Russia, sotto Stalin, “sparirono” numerosi comunisti, socialisti, anarchici, italiani e non, giunti in lì in pellegrinaggio semi-religioso. Per non parlare dei milioni di
russi e allogeni deportati e liquidati fisicamente. E non solo negli anni di Stalin.
Insomma, ci si continua a dividere secondo i feroci schemi ideologici della guerra civile europea. Gli uni impongono agli altri i propri morti. E ognuno si celebra i suoi, usandoli come un’arma contro il nemico di sempre. Per dirla in modo brutale: ci si prende a morti in faccia. Che tristezza.
Insomma, ci si continua a dividere secondo i feroci schemi ideologici della guerra civile europea. Gli uni impongono agli altri i propri morti. E ognuno si celebra i suoi, usandoli come un’arma contro il nemico di sempre. Per dirla in modo brutale: ci si prende a morti in faccia. Che tristezza.
Carlo Gambescia