Fabio Di Lello si è vendicato della morte della moglie uccidendo
l'uomo che l'aveva investita in un incidente la scorsa estate.
Tre colpi di pistola, né di destra né di sinistra
Perché
si uccide? Per varie ragioni. Fabio Di
Lello ha ucciso per vendetta. Ha
applicato la legge del taglione (*) L’occhio
per occhio, dente per dente è la più antica forma di giustizia: a chi toglie la
vita viene tolta la vita. Un principio elementare, di una chiarezza collettiva assoluta. Pertanto è fuorviante come vedremo, tirare in ballo la destra, come si trattasse del gesto di un giustiziere, magari perché tratti in inganno dalla foto del suo profilo Fb, dove campeggia l'immagine del "Gladiatore". Un film, soprattutto se di successo, quindi gradito a tutti, è solo un film, non una pistola carica con un tricolore che esce dalla canna.
Le cose in realtà sono più complicate, come ora vedremo. Intanto va detto che la legge del taglione implica
alcune controindicazioni.
La
prima è la faida, nel senso della reiterazione ed estensione dell’atto omicida
ai congiunti della prima vittima da
parte dei congiunti della seconda. E così via all'infinito.
La
seconda è lo stato di guerra permanente che viene a instaurarsi tra i membri della stessa società. La faida è antieconomica, come le guerre, colpisce relazioni , scambi e commerci.
La distruzione reciproca rischia di tramutarsi in autodistruzione sociale. Si chiama anche guerra civile.
La
terza è che taglione e faida implicano la diffusione e l’uso delle armi
individuali. Del resto, una società segnata dalla possibile guerra di tutti contro
tutti, impone l’armamento individuale: il che se è un segno di libertà, come alcuni ritengono, lo
è ma nel senso della libertà di uomo costretto ad aggirarsi nella giungla e
a difendersi da belve feroci e uomini ostili. Una tragedia dell’insocievolezza.
Come
evidente, la società del taglione - definiamola così - respinge qualsiasi potere terzo, se non
quello, come è storicamente accaduto di
un comando di tipo guerriero, religioso, carismatico, in
grado di ricomporre e prevenire, recependo i valori delle vendetta privata all’interno di un
codice di comportamento, che “legalizza” il taglione.
La
società di oggi costruita sul potere terzo e razionale-legale
dello stato, esclude il farsi giustizia
da soli, per evitare giustamente ciò che abbiamo appena ricordato. Sotto questo
profilo molti analisti, trionfalmente, oppongono la nostra società, definendola
moderna, alle precedenti. Di conseguenza, taglione
e faida sono considerati, fenomeni pre-moderni, superati,
regressivi dal punto di vista di un'umanità scalare, quindi
esecrabili per ogni uomo che si ritenga evoluto
e moderno, ergo di sinistra. Ed è qui che scatta la facile associazione tra la destra con la testa rivolta al passato e il farsi giustizia da soli.
In
realtà, faida e taglione sono sociologicamente al di là della destra e della sinistra. Per dirla con una
metafora abusata, sono il fiume carsico pronto a riaffiorare nei momenti
di crisi, dove il potere del terzo non
riesce adeguatamente a sostituirsi alla giustizia dei singoli. Come accennato, la guerra civile non è altro che la versione politicizzata della faida, con i partiti trasformati in fazioni
armate e la società tramutata in campo di battaglia. Quindi attenzione alle facili etichette.
Non
esistono, insomma stadi sociali, superati per sempre, secondo la logica delle umani sorti progressive. Naturalmente,
meno efficiente è il meccanismo del potere statale (il terzo, come detto), quanto maggiore il pericolo della
disorganizzazione sociale. Ciò non vuol dire che il potere
dello stato debba controllare tutto e tutti, ma più semplicemente che la giustizia,
uno degli organi (o poteri) dello
stato, deve essere messa in grado di
fare il suo corso, e nei tempi
giusti. Tuttavia, per alcuni analisti sociali, proprio la
natura burocratica dell’apparato giudiziario impedirebbe un percorso "guidato" di questo
tipo. Di riflesso, il problema, della giustizia rapida e “giusta” potrebbe essere insolubile. Insomma, se ci si passa la caduta di stile, ci vuole pazienza: se proprio di fasi storiche si deve parlare, allora ogni giorno, o epoca, ha la sua pena: la
società pre-statale, la guerra civile, quella statale la burocrazia civile. Quindi ripetiamo, attenzione alle facili etichette.
Il che invece ci riporta alla natura ciclica e carsica dei fenomeni sociali. Non c'è l'uomo moderno, come non esiste l'uomo pre-moderno. C'è invece l'uomo come tale, nudo. Intuitivamente affamato di giustizia. Una "fame" contro la quale istruzione e processi educativi non possono nulla. Forse potrebbero l' indole del singolo (che però varia da uomo a uomo) e le istituzioni dello stato di diritto (che però non sempre funzionano).
Il che invece ci riporta alla natura ciclica e carsica dei fenomeni sociali. Non c'è l'uomo moderno, come non esiste l'uomo pre-moderno. C'è invece l'uomo come tale, nudo. Intuitivamente affamato di giustizia. Una "fame" contro la quale istruzione e processi educativi non possono nulla. Forse potrebbero l' indole del singolo (che però varia da uomo a uomo) e le istituzioni dello stato di diritto (che però non sempre funzionano).
Insomma, mai
stupirsi. E soprattutto attribuire "targhette" politiche. La possibilità della vendetta privata è sempre in agguato. Come provano
i tre colpi di pistola di Fabio Di Lello.
Carlo Gambescia