venerdì 17 febbraio 2017

L’assemblea del Partito democratico di domenica prossima
Chi salverà il soldato Renzi?



Sotto sotto, e neppure tanto,  Renzi  non è dispiaciuto della probabile scissione. Può finalmente liberarsi  dei dinosauri, che, solo per fare un esempio, in un paese dove il pil  dipende in larga parte dal terziario, difendono metalmeccanici e privilegi corporativi. E che per giunta  evocano, un giorno sì e l'altro pure, quella filosofia del welfare state, su cui in via delle Botteghe Scure  si sputava veleno ai tempi di Berlinguer e di improbabili terze vie eurocomuniste.
Ovviamente, Renzi non è perfetto, gli piace, come si dice, spararle grosse. Se può personalizza, e a suo danno, come si è visto in occasione del referendum.  Ma resta un decisionista  e un democratico non russoviano (l’esatto contrario del giacobino Grillo ): per dire,   era  quasi riuscito a far fuori il Senato, inutile doppione, secondo una dozzina di seri  manuali di diritto costituzionale, ovviamente non editi da Chiarelettere o sponsorizzati dal "Fatto".  E invece i dinosauri, di cui sopra,  sono riusciti a  convincere la parte più sveglia  degli italiani che i renziani  si mangiano  i bambini. E per D'Alema, pure le nonne, che sono tante. E votano compatte.   
Insomma, Renzi, non è giustizialista  né  manettaro ( e i giudici purtroppo lo hanno intuito, come provano i giornali di oggi: quando si dice il caso…). Renzi difende la  democrazia rappresentativa e il libero mercato, senza per questo essere un liberale austriaco. O se lo è,  appartiene alla famiglia macro-archica, liberal-socialista,  quindi  è  in odore  di costruttivismo,  rischiando  l’eterogenesi dei fini.  Il che spiega alcuni suoi scivoloni keynesiani. Nessuno è perfetto.  Che il capriccioso dio dei mercati lo protegga.     
Per gli infrasistemici -  tradotto:  per i moderati,  come chi scrive -    Renzi è il candidato giusto per portare l’Italia fuori dal guado, evitando  pericolose  avventure populiste.  O quanto meno per provarci. Quindi avanti tutta. 
Mentre per gli antisistemici - Dinosauri, Grillo, Meloni, Salvini e ultimamente pure Berlusconi - Renzi è un nemico del popolo venduto al Bilderberg,  uno  che non crede neppure alle scie chimiche. Indietro tutta, insomma.
C’è anche un' altra posizione, quella degli antisistemici al quadrato:  attendere impassibili, braccia conserte, in piedi tra le rovine (se il tempo è buono, altrimenti portarsi l'ombrello), la fine del Kali Yuga.  Ma ce n'è  perfino una quarta,  che in fondo è un succedaneo della precedente: leggere accuratamente l’oroscopo di Branko  tutti i giorni.  
Il grande  Indro Montanelli  parlava di turarsi il naso e votare Dc, Carlo Gambescia, che è piccolo piccolo, si associa e consiglia, quando sarà,  di votare Renzi.  Per alcuni il suo Pd  è la nuova Dc. Forse, ma senza comitati civici e mutandoni alle bluebell televisive.  Ovviamente, sempre che  l’ex premier domenica riesca a liberarsi dei dinosauri.  E soprattutto - certo, dopo -   a  varare una legge elettorale in grado di garantire la governabilità.  Perché  con Bersani dentro casa e il  proporzionalismo  secco alle porte,  il nostro soldato Renzi difficilmente si salverà…  
Carlo Gambescia