L’assemblea del Partito democratico di
domenica prossima
Chi salverà il soldato Renzi?
Sotto
sotto, e neppure tanto, Renzi non è
dispiaciuto della probabile scissione. Può finalmente liberarsi dei dinosauri, che,
solo per fare un esempio, in un paese dove il pil dipende in larga parte dal terziario, difendono metalmeccanici e privilegi corporativi. E che per giunta evocano, un giorno sì e l'altro pure, quella filosofia del welfare state, su cui in via delle Botteghe Scure si sputava veleno ai tempi
di Berlinguer e di improbabili terze vie eurocomuniste.
Ovviamente, Renzi non è perfetto, gli piace, come si dice, spararle grosse. Se può personalizza, e a suo danno, come si è visto in occasione del referendum. Ma resta un decisionista e un democratico non russoviano (l’esatto contrario del giacobino Grillo ): per dire, era quasi riuscito a far fuori il Senato, inutile doppione, secondo una dozzina di seri manuali di diritto costituzionale, ovviamente non editi da Chiarelettere o sponsorizzati dal "Fatto". E invece i dinosauri, di cui sopra, sono riusciti a convincere la parte più sveglia degli italiani che i renziani si mangiano i bambini. E per D'Alema, pure le nonne, che sono tante. E votano compatte.
Ovviamente, Renzi non è perfetto, gli piace, come si dice, spararle grosse. Se può personalizza, e a suo danno, come si è visto in occasione del referendum. Ma resta un decisionista e un democratico non russoviano (l’esatto contrario del giacobino Grillo ): per dire, era quasi riuscito a far fuori il Senato, inutile doppione, secondo una dozzina di seri manuali di diritto costituzionale, ovviamente non editi da Chiarelettere o sponsorizzati dal "Fatto". E invece i dinosauri, di cui sopra, sono riusciti a convincere la parte più sveglia degli italiani che i renziani si mangiano i bambini. E per D'Alema, pure le nonne, che sono tante. E votano compatte.
Insomma,
Renzi, non è giustizialista né manettaro ( e i giudici purtroppo lo hanno
intuito, come provano i giornali di oggi: quando si dice il caso…). Renzi difende
la democrazia rappresentativa e il
libero mercato, senza per questo essere un liberale austriaco. O se lo è, appartiene alla famiglia macro-archica, liberal-socialista, quindi
è in odore di costruttivismo, rischiando
l’eterogenesi dei fini. Il che
spiega alcuni suoi scivoloni keynesiani. Nessuno è perfetto. Che il capriccioso dio dei mercati lo protegga.
Per gli infrasistemici - tradotto: per i moderati, come chi scrive - Renzi è il
candidato giusto per portare l’Italia fuori dal guado, evitando pericolose avventure populiste. O quanto meno per
provarci. Quindi avanti tutta.
Mentre per gli antisistemici - Dinosauri, Grillo, Meloni, Salvini e ultimamente pure Berlusconi - Renzi è un nemico del popolo venduto al Bilderberg, uno che non crede neppure alle scie chimiche. Indietro tutta, insomma.
C’è
anche un' altra posizione, quella degli antisistemici al quadrato: attendere
impassibili, braccia conserte, in piedi tra le rovine (se il tempo è buono, altrimenti portarsi l'ombrello), la fine del Kali Yuga. Ma ce n'è perfino una quarta, che in fondo è un
succedaneo della precedente: leggere accuratamente l’oroscopo di Branko tutti i giorni.
Il
grande Indro Montanelli parlava di turarsi il
naso e votare Dc, Carlo Gambescia, che è piccolo piccolo, si associa e consiglia, quando sarà, di votare Renzi. Per alcuni il suo Pd è la nuova Dc. Forse, ma senza comitati civici e mutandoni alle bluebell televisive. Ovviamente, sempre che l’ex premier domenica riesca a liberarsi dei dinosauri. E soprattutto - certo, dopo - a varare
una legge elettorale in grado di garantire la governabilità. Perché con Bersani dentro casa e il proporzionalismo secco alle porte, il nostro soldato Renzi difficilmente si
salverà…
Carlo Gambescia