sabato 4 febbraio 2017

La  vicenda Raggi e il nuovo orientamento dei  mass media ( e non solo)
Il piffero magico  di Grillo


Come  ieri  abbiamo  scritto, sulla signora Raggi siamo garantisti.  Però non si può non  notare il differente atteggiamento dei media nei riguardi della “Sindaca”. Soprattutto  se si pensa al durissimo trattamento mediatico   riservato ad altri inquisiti.   Qui invece, gli stessi magistrati romani, che hanno come punta di lancia il dottor  Paolo Ielo, già pool Mani Pulite,  si sono precipitati -  forse irritualmente -  a chiarire che  un interrogatorio di otto ore (otto ore otto)  ha riguardato ed  evidenziato  fatti di nessuna rilevanza penale.  Dulcis in fundo, ieri sera,   la signora Raggi  è stata ospite di Mentana,  un garantista, a dire in vero, che in  passato ha riservato ben altro trattamento  ad altri  personaggi  finiti, a torto o ragione, nel mirino dei magistrati
Inciso:  sull’ambiguità (quantomeno) dell’intera  vicenda Raggi, si legga quel che ha scritto  l’ex grillino  Vittorio Bertola,  alla cui testimonianza,   si può ovviamente applicare l’argumentum ad personam ,  ma che aiuta a capire  (*).
Il punto che desideriamo evidenziare è però un altro: sociologico,  già accennato in altre occasioni. Quale? È in atto un riorientamento dei mass media e della stessa magistratura in favore del Movimento Cinque Stelle. Che probabilmente, per un verso,  riflette per i media indicazioni, di tipo proprietario e professionale (negli esecutori),  di non alienarsi la simpatia di un partito che potrebbe andare al governo. Il tutto in perfetta  in sintonia  con la tradizione linea politica del mondo economico (del  "mai avere nemici al governo").  E per l’altro rispecchia  la necessità di assecondare un’opinione pubblica - che pare guardare a Grillo  con crescente, se non proprio simpatia, almeno con interesse e attesa.  E qui pensiamo al pericoloso riflesso carnivoro-mediatico, e di riflesso al ruolo socialmente anarcoide, di certa magistratura che sembra amare  le telecamere piuttosto che la toga.  
Un amico lettore (di Fb), Roberto Menardo mi (e si) chiedeva qualche giorno fa, stupito del fatto che molti suoi amici e conoscenti, perfettamente in buona fede, votano M5S,  il perché di questa scelta autolesionistica.   
Che dire?  Molti in buona fede, magari sinceri patrioti ed esemplari cittadini, votarono Mussolini e Hitler.  Regimi dittatoriali che, come mostrano gli storici,  attraversarono fasi più o meno lunghe di consenso politico e sociale, anche all’estero.  Quindi?  Quando in un paese come l'Italia,  da  più venti anni, complici partiti, media, magistrati, si  demonizza e delegittima la democrazia rappresentativa, il voto  non può non trasformarsi in una specie di ordalia.  E favorire, di volta in volta,  le forze politiche che evocano l’Armageddon della rivoluzione, della ghigliottina e dell'anticapitalismo. E  ora dell'Anti-Europa (quella liberale e democratica): vecchio cavallo di battaglia nazifascista. Altro che sovranisti...
E tutto questo è avvenuto  a prescindere dalla reale situazione economica del paese, a grandi linee in crescita o poco meno o poco più che stabile, descritta invece regolarmente, come da copione populista e catastrofista,  a tinte fosche,  sempre sull’orlo del precipizio.  Purtroppo, di regola,  il caos sempre annunciato -  ormai, ripetiamo,  da più di vent’anni -   non può non finire per  premiare, nel nome della cultura del vittimismo,  gli estremismi politici, nei quali  finiscono per credere ciclicamente  anche quei cittadini in buona fede, ricordati dall’amico Roberto Menardo. E qui si pensi alla violenta e ottusa critica della democrazia liberale  tra Ottocento e Novecento che preparò la strada agli “esperimenti totalitari” e alla “guerra civile europea.
Sicché a un certo punto,  come dicevamo,  fiutata l'aria,   anche la élite dirigente, volente o nolente,  si riorienta,  iniziando a presentare  le possibili forze  di governo, anche se eversive,  sotto una luce favorevole o comunque dell' "attendiamo e vediamo" . Il che  innesca un  circolo virtuoso, però in termini di negativa psicologia delle masse, che vede bravi cittadini e persone in buona fede -   vittime del virus del castrofismo che si trasmette per  emulazione sociale -  dare un calcio alla ragione, mettersi in fila felici e contenti, per marciare al suono del piffero magico del  Grillo di turno."L'unico che può salvarci" si sente ripetere in giro.Terribile.
Fermarli, prima del precipizio, potrebbe risultare molto difficile, poiché, una volta in marcia, per l'effetto bandwagon, il corteo si ingrossa e acquista compattezza e velocità. Per alcuni osservatori perfino impossibile.


2 commenti:

  1. Ian Anderson forse non merita di rappresentare Grillo, anche se a ben vedere qualcosa in comune i due sembrano averla: a forza di rotture con gli altri componenti, i Jethro Tull sono diventati l'eteronimo del flautista/cantante. Che possa accadere qualcosa di simile anche al M5s? Saluti

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