Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268
C .P.P.)
L'anno 2017, lunedì 6 febbraio, in [omissis]
presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito
della procedura riservata n. 642/2, autorizzazione COPASIR 3636/3b [Operazione
NATO “SCAMBIAMOCI UN SEGNO DI PACE” N.d.V.] è stata intercettata, in data
05/02/2017, ore 18.45, una conversazione telefonica tra l’utenza di Stato
vaticana 345***, in uso a S.S. SANCHO I,
l’utenza n. 338***, in uso a PIRONDI GINO. Si riporta di seguito la
trascrizione integrale della conversazione summenzionata:
[omissis]
PIRONDI GINO: “Bonasera
dotto’, scusi se la chiamo di domenica…”
S.S. SANCHO I: “Chi è lei?”
PIRONDI GINO: “Pirondi,
dotto’.”
S.S. SANCHO I: “Pirondi
chi?!”
PIRONDI GINO: “Pirondi Gino.
Gino, dotto’! Il tipografo. Tipografia Artistica Monteverde, ricorda?”
S.S. SANCHO I: “Ma che
tipografo, guardi che ha sbagliato numero, buonase…”
PIRONDI GINO: “Ah no! Ah no,
dotto’! Cominciamo male!”
S.S. SANCHO I: “Ma lei lo sa
con chi sta parlando?”
PIRONDI GINO [tra sé] “Annamo bbene…[a S.S. SANCHO I] E ce lo so sì, dottore
mio. Sto a parla’ co’ quello che me deve settemilatrecento euro più IVA de
manifesti in quadricromia.”
S.S. SANCHO I: “Manifesti?
Che manifesti?”
PIRONDI GINO: “Dotto’, e che,
me fa l’indiano? I manifesti del papa. ‘A’
France’, ‘ndo sta la tua misericordia?’”
S.S. SANCHO I [pausa]: “Ah.”
PIRONDI GINO: “Oh, ecco.
Modestamente, un capolavoro, dotto’. Carta blueback plastificata opaca
antispappolo, inchiostri a solvente resistenti alle intemperie, robba de lusso…
e i colori, ha visto che colori? E il prezzo poi? Ciò pure litigato con mi’
moje, ‘Ciannamo a rimette’, Gino, sei troppo bono, sei un disgrazziato…’ Ma cosa
vuole, dotto’, er principale suo è ‘n soggetto che nun je se po’ di’ de no,
ammazzalo che lenza oh! Adesso però ci sarebbe la fatturina. Saldo a vista m’ha
garantito il principale suo, ricorda?”
S.S. SANCHO I [pausa]: “Il mio principale, dice? Le ha
ordinato lui i manifesti?”
PIRONDI GINO: “Che nun je
l’ha detto?! Be’, ma scusi, dotto’: me pare strano. ‘Na persona tanto perbene,
tanto precisa…simpatico pure, alla mano…”
S.S. SANCHO I: “Il nome,
scusi? Del mio principale.”
PIRONDI GINO: “Alfomega,
dottor Emanuele Alfomega. Ma scusi, lei quanti ce n’ha di principali?”
S.S. SANCHO I: “Le ha
mostrato i documenti?”
PIRONDI GINO [pausa]: “Eeee…veramente no.”
S.S. SANCHO I: “E lei si è
fidato, così sulla parola? Di uno sconosciuto?”
PIRONDI GINO: [tra sé]: “Cristo Gesù, sto bello
acciumagato…” [a S.S. SANCHO I] “Cosa
le devo dire, dotto’. Me so’ fidato sì. [pausa]
Era ‘na sòla? Nun è vero gnente? Lui non è il suo principale, lei non è il suo
vice…”
S.S. SANCHO I: “Come ha
detto? Vice?”
PIRONDI GINO: “Vice, vice.
M’ha dato il telefono suo, dotto’,! M’ha detto lei era il suo vice e che
saldava lei, vista fattura. Oddio, veramente lui diceva ‘n altra parola, com’è
che diceva…ah! Vicario!”
S.S. SANCHO I [lunga pausa]: “Vicario?”
PIRONDI GINO: “Vicario.
Infatti gli ho chiesto, ‘Scusi dotto’, ma che vor di’ vicario?’ E lui m’ha
detto, ‘Vice.’ “
S.S. SANCHO I: “Me lo può
descrivere?”
PIRONDI GINO: “Certo, dotto’.
Un bel giovanotto, sui trenta, magro, alto, co’ na bbella barbetta che adesso
va de moda, capello un po’ sul lungo ma ordinato, eh? Calmo, educato,
fine…magari un filino triste, sa…come uno importante, che cià un zacco de
penzieri, de responzabbilità…un signore, dotto’, però un signore alla mano…ecco
perché ciò creduto.”
S.S. SANCHO I: “Gli ha
creduto senza documenti, senza anticipo? Così?”
PIRONDI GINO: “Ciò creduto
subbito, dotto’. D’amblè. Lei me dira’, ‘’A’ Gino! Che sei sceso da ‘a montagna
der sapone?’ Me so’ fatto siggilla’, dottore caro, e mo’ chi la sente mi’ moje?
Volano sempre li stracci…[pausa]
Eppure guardi, dotto’: se domani me tornasse in tipografia me farei ammolla’
n’altra sòla, da quellollà. Ciaveva un nonsochè, che te guardava nell’occhi e
zàn! Ahò! Te ce cre-de-vi! Dotto’: se ce l’aveva davanti ce credeva pure lei
che ha studiato! [pausa] E poi, m’ha
detto ‘na cosa che m’è rimasta impressa.”
S.S. SANCHO I: “Cosa le ha
detto?”
PIRONDI GINO: “Ero un po’ in
dubbio, per via del papa, sa…’sti manifesti, vabbe’ che sempre lavoro è, ma er
papa è sempre er papa, o no?”
S.S. SANCHO I: “Sì.”
PIRONDI GINO: “No, anche
perché qua a Roma, lei m’insegna, dotto’…scherza’ cor papa, uuu…e poi a me ‘sto
papa qua me piace, è genuino…j’a’ canta chiara a ‘sti cardinaloni, forchettoni,
magnoni…vabbè. J’ho detto, ‘A’ dotto’, semo sicuri? Er papa è sempre er papa.’
E lui me fa… [ride tra sé]”
S.S. SANCHO I: “Sì? Cosa le
ha detto, avanti!”
PIRONDI GINO: “ Mi ha detto,
‘Gino!’ E mi ha messo la mano sulla spalla, così. ‘Gino! Come può dire il papa ai suoi fratelli: permetti che
tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio suo c'è la trave?’ Capito
dotto’ che lenza, quello? Se er papa apre bocca, zàcchete: fregato cor
vangelo!”
S.S. SANCHO I [lunga pausa]: “Mi mandi la fattura,
Pirondi.”
PIRONDI GINO: “Grazie,
dotto’! Grazie de core! Ma allora è tutto vero?!”
S.S. SANCHO I: “Caro Pirondi:
chi sono io per giudicare?”
Letto, confermato e
sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o Osvaldo Spengler
(*) "Trattasi"
- tanto per non cambiare stile, quello della
Benemerita... - di ricostruzioni che sono frutto della
mia fantasia di autore e commediografo. Qualsiasi riferimento
a fatti o persone reali deve ritenersi puramente casuale.
(Roberto Buffagni)
Chi è il
Maresciallo Osvaldo Spengler? Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio
1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz
emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei
Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere
riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato
postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo
conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur
frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al
conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò
recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e
sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui
addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a
obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in
alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile
Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su
“Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima
ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a
chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi
per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose
testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***
Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il
suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo
fondamentalista,
musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e
Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la
fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...