Milano. L’ultima trovata dell’Assessorato alla “Coesione Sociale”
Aggiungi un posto a tavola, che c’è un
rifugiato in più…
Confessiamo
la nostra ignoranza: non sapevamo dell’esistenza a Milano di un “Assessorato
alla Sicurezza e alla Coesione Sociale”… Roba da Orwell. Dobbiamo l’informazione alla strampalata proposta, rilanciata dai media, di ospitare rifugiati in cambio di un manciata di euro,
gentilmente offerti dal Ministero dell’Interno e dall’Anci… Se abbiamo capito
bene.
Comunque
sia, il punto non è come blaterano i soliti fascio-leghisti, "Prima gli italiani!", sposando comunque la tesi orwelliana e assistenzialista. La
questione è che la “coesione sociale” o c’è o non c’è: non si può attivarla per
decreto e dietro, modesto (tra l’altro)
compenso (350 euro mensili per sei mesi). Ieri, parlavamo di dono e di mano
invisibile della solidarietà… Non di
decisioni a comando, calate dall’alto.
Inoltre,
altro segnale di dilettantismo sociologico, ammesso e non concesso il valore
della stravagante iniziativa, è che le famiglie prescelte, come si legge nel
bando “devono rendersi disponibili a partecipare a un
piano di formazione della durata di circa due giorni al termine del
quale effettueranno un colloquio con lo
psicologo per confrontatare le motivazioni dei vari componenti della famiglie
e verificare l’idoneità all’accoglienza”. Due giorni, roba, sociologicamente da ridere, da morire dalle risate. Attenzione, il tutto dopo aver prima valutato - tipo agente delle tasse - che l’alloggio
abbia " i necessari requisiti igienico-sanitari eccetera, eccetera". Vecchio
metodo, fascio-comunista: società uguale
caserma. Abbiamo già dato.
Insomma,
la sinistra - quel disgustoso beveraggio
di cattolici pauperisti, socialisti radicali
e post-comunisti al glucosio -
incapace di scegliere tra difesa della
globalizzazione (New Labour) e rilancio dello stato sociale (socialdemocrazia classica), scarica
sui cittadini, secondo il classico principio del socialismo con il culo degli altri (chiediamo
scusa per la caduta di stile).
Per
fortuna, nessuno è ancora obbligato. Però il principio orwelliano e socialistoide
racchiuso nell’iniziativa, non promette bene.
Carlo Gambescia
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