venerdì 29 gennaio 2016

Banca Etruria e dintorni
Giulio  Cesare e Maria Elena...
di Teodoro Klitsche de la Grange




La vicenda di Banca Etruria nella decozione (*)  della quale – oltre a tanti risparmiatori (nel ruolo di vittime) sarebbero implicati il padre e lo zio materno (l’avunculus direbbe un romano), del Ministro Maria Elena Boschi, da luogo a qualche riflessione sul comportamento dei governanti.
I sostenitori della ministra infatti argomentano che la stessa non è implicata perché, codici e costituzione alla mano, la responsabilità penale è personale e quindi la piacente ministra non può essere giudicata – e ancor meno condannata – per condotte, anche illecite, tenuta dai suoi (stretti) parenti.
Tale asserzione, giuridicamente condivisibile è politicamente errata; ed è frutto dello strabismo politico-giudiziario, il cui effetto è di confondere ed oscurare politica e diritto. E si sa, nell’oscurità, come scriveva il filosofo, tutte le vacche sono grigie.
Ma accanto – e al di sopra – di quella giudiziaria c’è una responsabilità – e un ruolo – politico, per cui né una condanna può comportare quella né un’assoluzione escluderla. Anche un assassinio - come tanti avvenuti nella storia – può essere politicamente salutare, come di converso le buone azioni dannose, a giudizio di Machiavelli.
In un’epoca di politicamente corretto e di buonismo prêt-à-porter invece tale distinzione fondamentale è occultata e/o dimenticata, com’è naturale se un popolo non ha – e gli si vuole ottundere – senso (o funzione) politica.
Facciamo, tra i tanti, un paio di esempi relativi a popoli dotati di senso politico.
Berlusconi dimenticò – in parte – il consiglio di Machiavelli che il Principe deve parere (più che essere) buono/pio, e così via.
Invece di curare la propria immagine di buon padre di famiglia, tutto casa e chiesa non nascondeva quella di femminiere incallito, dedito a feste descritte come orge. Risultato ne è stato uno stucchevole processo per fatti privati, che ha tenuto banco sui giornali per qualche anno, finito in una bolla di sapone. Ma il cui difetto fondamentale era che sul piano giudiziario era infondato e, ancor più, era del tutto irrilevante su quello politico.
Di converso circa mezzo secolo fa in Inghilterra si dimise un ministro della guerra, John Profumo (e poi il premier), perché andava a letto con una ragazza di facili costumi. Ma il fatto politico era che la fanciulla si spartiva tra il Ministro e l’addetto navale sovietico a Londra. Che attraverso le lenzuola non passassero anche informazioni molto sensibili?
Il popolo inglese mandò al governo, con le elezioni successive, i laburisti. E non perché il Profumo fosse femminiere ma per la responsabilità politica del governo conservatore e dei servizi segreti, che non avevano né impedito né sorvegliato.
Passiamo alla Roma di Cesare, la seconda moglie del quale aveva un amante assai intraprendente, Clodio. Questi s’infilò, vestito da donna, a casa di Cesare, all’epoca Pontefice Massimo e nella quale quella notte dovevano officiarsi riti celebrati da sole donne. Ma fu scoperto e cacciato a pedate dalla suocera dell’amante (cioè la madre di Cesare). Grande scandalo e gossip a gogò. Al processo che ne seguì, Cesare dichiarò di aver divorziato, pur credendo la moglie innocente, perché “la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto”. E il popolo romano, dotato di gran senso politico, lo ebbe sempre come proprio beniamino.
Per cui la ministra dovrebbe guardarsi da certe difese curialesche, le quali sono evidenti e corrette se si tratta di affari che non hanno rilievo (pubblico e) politico. Ma sono controproducenti ed irrilevanti quando da una parte ci sono dei risparmiatori abbindolati e rovinati e dall’altro dei parenti che (incautamente) prestavano soldi della Banca, anche tra loro. Un atto politico, in questi casi, vale più di una (difficile) condanna.

Teodoro Klitsche de la Grange


(*) Nel linguaggio  giuridico-economico, stato di dissesto o d'insolvenza; fallimento.



Teodoro Klitsche de la Grange è  avvocato, giurista, direttore del trimestrale di cultura politica “Behemoth" (  http://www.behemoth.it/ ). Tra i suoi libri: Lo specchio infranto (1998), Il salto di Rodi (1999), Il Doppio Stato (2001), L'apologia della cattiveria (2003), L'inferno dell'intellettuale (2007), Dove va lo Stato? (2009),  Funzionarismo (2013).



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