Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2015, lunedì 11 gennaio 2016, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio ambientale svolta
nell'ambito della procedura riservata n. 642/2, autorizzazione COPASIR 3636/3b
[Operazione NATO “SCAMBIAMOCI UN SEGNO DI
PACE” N.d.V.] è stata registrata,
in data 10/01/2016, ore 09.34, presso la parrocchia di S. Roberto Bellarmino, una
confessione officiata da MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL, terzo segretario S.S.
SANCHO I, e un PENITENTE NON IDENTIFICATO [NON
IDENTIFICATO in quanto la presenza di personale in loco non è prevista
dalla direttiva]. Si riporta di seguito la trascrizione integrale della
conversazione summenzionata:
[omissis]
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Da quanto tempo non ti
confessi?”
PENITENTE:
“Mah…saranno venti anni, venticinque…”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Capisco. E’ successo
qualcosa nella tua vita?”
PENITENTE:
“In venticinque anni, hai voglia.”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “No, no: intendevo, qualcosa che ti ha spinto a tornare qui,
per riconciliarti con il Signore.”
PENITENTE: “Ah.
Bè, sì. Ho visto il papa in TV, per il Giubileo.”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “E…?”
PENITENTE:
“Niente, quella parola, sa...”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Misericordia?”
PENITENTE:
“Sì, quella. Mi ha colpito.”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “Il sacramento della riconciliazione è misericordia, figlio
mio.”
PENITENTE:
“Mi ha colpito, perché la diceva sempre mia madre. ‘Misericordia!’ Sa, come
esclamazione.”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “Anche ogni volta che diciamo ‘grazie’, dovremmo pensare
alla Grazia di Dio.”
PENITENTE:
“E adesso cosa facciamo?”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “Adesso mi dici i tuoi peccati. Anzi, no: non li dici a me,
che sono solo un tramite…”
PENITENTE: “Un tramite?”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Come un telefono, capisci?
Pensa che io sia un telefono. Tu ora parli con Nostro Signore Gesù Cristo, non
con me.”
PENITENTE:
“Scusi, ma lei non è italiano, vero?”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “Sono spagnolo. Non mi capisci bene? Mi dispiace, l’accento…”
PENITENTE:
“No no, capisco benissimo. E’ solo che lei non parla come i preti italiani.”
[pausa]
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “Ti ascolto.”
PENITENTE: “Mi
fa le corna, padre.”
[pausa]
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Tua moglie?”
PENITENTE: “No,
sono divorziato. La mia compagna. L’altro giorno non trovavo il mio cellulare,
prendo il suo per fare una telefonata e ci trovo i messaggini di quello che se
la scopa. Scusi, mi è scappata.”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “Ti ascolto.”
PENITENTE:
“Lì per lì mi sono sentito…non so…”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “I tradimenti sono molto dolorosi.”
PENITENTE:
“Mah, neanche tanto, un po’ me lo aspettavo…era troppo allegra, di recente…no,
mi sono sentito un imbecille.”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “Ma figlio mio…”
PENITENTE:
“No, guardi, lei non può capire, voi con le donne non ci vivete. Mi sono
sentito un imbecille perché ci sono rimasto veramente male. Come se non lo
sapessi, che la vita va così, che il mondo è così.”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “La vita va così, il mondo è così perché siamo peccatori. Ma
con la grazia di Dio, possiamo liberarci dal peccato, figlio mio. E’ per questo
che sei venuto qui, no?”
PENITENTE:
“Mah, non so.”
[pausa]
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “Allora perché sei qui?”
PENITENTE:
“Perché mi sento un imbecille, e mi faccio pietà.”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: [tra sè]
“Signore aiutami, Cristo perdona il Tuo servo inutile” [al PENITENTE] “Affidati
alla pietà del Signore, figlio mio. Gesù ha dato la vita per te, e in questo
momento ti ascolta . Aprigli l’anima tua.”
PENITENTE:
“Non c’è mica tanto da aprire. Sono messo così. E’ andata male anche stavolta. Il
lavoro poi, uuu…i figli non ne parliamo, sarà sei mesi che non li sento.
Secondo me, ormai li ho persi. La madre, è la madre che me li ha messi contro.
Quella mi odia, mi odia proprio…dice che le ho rovinato la vita. Sì, perché la
mia invece, sai che gran vita!”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “Senti, figliolo.”
PENITENTE:
“Sì?”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “Perdona se ti interrompo. Capisco il tuo dolore, la tua
delusione…il tuo…il tuo disorientamento, ecco. Ma vedi, figliolo, questa è una
confessione. Nel sacramento della riconciliazione, noi non veniamo per parlare
delle mancanze degli altri nei nostri confronti. Veniamo a parlare delle nostre
mancanze, a riconoscere i nostri peccati, a implorare che il Signore
ci perdoni e ci liberi da tutto quello che…”
PENITENTE: “Ma
perché mi dà del tu, scusi? Perché mi chiama figliolo? Lei è giovane, si sente
dalla voce. Avrò vent’anni più di lei. Perché figliolo?”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “Ma…ma naturalmente è una paternità spirituale, se l’ho
offesa la prego di…”
PENITENTE: “E
poi i miei peccati, le mie mancanze, va bè, certo che ci ho le mancanze, ci ho
i peccati, come dite voi, e chi non ce li ha? Lei non ce li ha?”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “Certo! Certo che sono anch’ io un peccatore, forse mille
volte più colpevole di lei, anzi, senza forse, certamente mille volte
più…”
PENITENTE:
“E allora chi è lei per giudicarmi?”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “Ma figlio mio, non sono io che la giudico, è il…”
PENITENTE:
“E dai col figlio mio. Perché non ve li fate come tutti, i figli? Poi mi sapete
dire.”
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “La prego di scusarmi. Veda, il senso del celibato eccle…”
PENITENTE:
“Ma sì, ma sì. Senta, io ero venuto qua per trovare…non so, un momento di
sollievo. Per sfogarmi un po’, ecco. Adesso sto meglio, davvero. Arrivederci e
grazie.” [si alza, fa per andarsene]
MONS. JUAN
VENTURA Y PASCUAL: “No! No, dove va? La prego, resti! Mi perdoni se l’ho
offesa, se non ho capito…”
PENITENTE:
“Ma si figuri, lei è stato gentile, si capisce subito che è una brava persona.
E’ solo che…siamo diversi, capisce? Buona giornata.” [ESCE]
[MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL resta nel confessionale. La
registrazione continua per ventisette minuti. Nessun altro penitente accede al
confessionale. Seguono pianto e singhiozzi (4 min.) e preghiere (in latino, 23
min.) OMESSI dal Verbalizzante]
Letto, confermato e
sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o Osvaldo Spengler
(*) "Trattasi"
- tanto per non cambiare stile, quello della
Benemerita... - di ricostruzioni che sono frutto della
mia fantasia di autore e commediografo. Qualsiasi riferimento
a fatti o persone reali deve ritenersi puramente casuale.
(Roberto Buffagni)
Chi è il
Maresciallo Osvaldo Spengler? Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio
1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz
emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei
Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere
riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato
postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo
conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur
frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al
conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò
recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e
sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui
addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a
obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in
alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile
Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su
“Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima
ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a
chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi
per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose
testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***
Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il
suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo
fondamentalista,
musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e
Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la
fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...
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