martedì 12 gennaio 2016

                                                             La scomparsa di David Bowie
L'Italia è  cambiata, anche anche grazie a lui



David Bowie fu tra i primi  cantanti pop a giocare, per così dire, sull’equivoco dell’androgino.  Si era allora  negli anni Settanta. In Italia, ancora  si scherzava pesantemente sui “froci”.  E non solo.   Più o meno  nello stesso giro di tempo,  esplose l’iconica  Amanda Lear,   E poi,  come dimenticare il gustosissimo ciclo  cinematografico   del vizietto, con la prima coppia  en travesti  Tognazzi-Serrault? Che, di fatto, contribuì grandemente, a colpi di innocue risate,  allo sdoganamento sociale del "diverso" (con o senza virgolette).
David Bowie, Amanda Lear,  Michel Serrault,  l’androgino romantico,  il transessuale autoironico,  il travestito patetico,  tre modelli  che  invitavano, magari sopra le righe, a riflettere non sui gay ma sulla  “questione omossessuale”,  come  allora  si  scriveva fin troppo seriosamente.
Oggi,  nessuno fa più caso a queste cose, o quasi. Vladimir Luxuria sta  a Bowie, Lear, Serrault, come l’istituzione sta al movimento, per dirla in sociologhese.  Del resto, quando Checco Zalone, intona “Gli  uominisessuali”,  si ride tutti, non tanto per la performance  del comico pugliese quanto del   “come eravamo”.  Si ride di noi stessi.  Il che significa che  negli ultimi quarant’anni l'atteggiamento verso i gay  è cambiato  senza bisogno  di ricorrere al dirigismo legislativo.  È mutato  da  sé,  prima di tutto nell’immaginario, nel costume,  attraverso la  libera  scelta  di cantare certe canzoni e vedere certi film, in allegria.  Pacificamente.  I famosi “tabù” sono caduti da soli grazie a quella che potremmo chiamare la mano invisibile del sociale: attenzione non dello stato e delle leggi.  C’è una bella differenza.  Mai confondere, ripetiamo, il movimento con l'istituzione: il cambiamento spontaneo con il cambiamento diretto dall'alto. 
E se questo è accaduto è anche   merito di David Bowie, che ieri ci ha lasciato.  Grazie David.  

Carlo Gambescia


Nessun commento:

Posta un commento