venerdì 15 gennaio 2016

Le polemiche su  Quarto/ E se alle prossime politiche lo spareggio fosse tra  Renzi e Grillo?
Che disgrazia essere 
di destra (e liberali). In Italia




Lo scontro al calor bianco  tra   Pd e M5s  sul sindaco di  Quarto,   non è che un anticipo di ciò che avverrà alle politiche nel caso, molto probabile, di spareggio tra i due partiti. Dal momento che  una cosa deve  essere chiara: la destra  è totalmente fuori gioco,  perché frammentata,  priva di idee e uomini credibili, ridotta  a inseguire Renzi con un occhio a Grillo.  Pietoso.
Perciò,  i moderati e liberal-conservatori che hanno il cuore  a  destra, saranno costretti  ad astenersi  o a votare Renzi.  Salvo, certo elettorato neo-fascista, non grande cosa comunque,  che, di sicuro, si dividerà  tra i micro-cloni di Alba Dorata e le truppe pentastellate. E che, in caso di spareggio,  potrebbe convergere su Grillo e farlo vincere ( logica dello "scemo + scemo").
Del resto, si tratta di una disgrazia politica toccata all’elettorato moderato e liberal-conservatore,  costretto in assenza di meglio a votare in modo innaturale fin dalle origini della Prima Repubblica. Si pensi  solo a Montanelli, persona  intelligentissima, che tuttavia, secondando questo disgraziato trend,  negli anni Settanta del secolo scorso,  consigliava pubblicamente  di turarsi il naso e votare la magmatica Democrazia Cristiana, come barriera contro il comunismo, che, in effetti,  allora era un pericolo reale.  Insomma, semplificando, pensiamo  al  famoso  richiamo della foresta, quello comunicativo  del salto nel buio, che risale alle elezioni del 1948. Un appello forte,  dai contenuti mitologici e reali (purtroppo, il mondo era diviso in due), che però ha continuato a funzionare, elettoralmente, anche con Berlusconi, sempre pronto ad agitare, dinanzi al toro elettorale moderato e liberal-conservatore, lo straccio rosso di un comunismo, ormai però, politicamente, immaginario. 
Purtroppo, il richiamo della foresta, contro la forza antisistemica di turno, potrebbe funzionare, anche con Renzi, facendo vincere, nel  caso dello spareggio con  Grillo,  non  la destra, ma, in chiave putativa, un partito con radici di sinistra, il Pd,  che,  ovviamente, di liberal-conservatore non ha nulla.  Che sia preferibile, allora, astenendosi,  far vincere Grillo? Forse. Anche perché, come accaduto con  Berlusconi, la prova di governo è una specie di giudizio di dio. E anche Grillo, potrebbe fallire.
Certo,  però dovremmo  aspettare altri venti anni.            

Carlo Gambescia     


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