Le polemiche su Quarto/ E se alle
prossime politiche lo spareggio fosse tra Renzi e Grillo?
Che disgrazia essere
di destra (e liberali). In Italia
Lo
scontro al calor bianco tra Pd e M5s sul sindaco di Quarto, non è che un anticipo di ciò che avverrà alle
politiche nel caso, molto probabile, di spareggio tra i due
partiti. Dal momento che una cosa deve essere chiara:
la destra è totalmente fuori gioco, perché frammentata, priva di idee e uomini credibili, ridotta a inseguire Renzi con un occhio a Grillo. Pietoso.
Perciò, i moderati e liberal-conservatori che hanno il cuore a destra, saranno costretti ad astenersi
o a votare Renzi. Salvo, certo
elettorato neo-fascista, non grande cosa comunque, che, di sicuro, si dividerà tra i micro-cloni di Alba Dorata e le truppe pentastellate. E
che, in caso di spareggio, potrebbe
convergere su Grillo e farlo vincere ( logica dello "scemo + scemo").
Del
resto, si tratta di una disgrazia politica toccata all’elettorato moderato e liberal-conservatore,
costretto in assenza di meglio a votare
in modo innaturale fin dalle origini della Prima Repubblica. Si pensi solo a Montanelli,
persona intelligentissima, che tuttavia,
secondando questo disgraziato trend, negli
anni Settanta del secolo scorso, consigliava
pubblicamente di turarsi il naso e
votare la magmatica Democrazia Cristiana, come
barriera contro il comunismo, che, in effetti,
allora era un pericolo reale. Insomma,
semplificando, pensiamo al famoso
richiamo della foresta, quello comunicativo del salto nel buio, che risale alle elezioni
del 1948. Un appello forte, dai
contenuti mitologici e reali (purtroppo, il mondo era diviso in due), che però
ha continuato a funzionare, elettoralmente, anche con Berlusconi, sempre pronto
ad agitare, dinanzi al toro elettorale moderato e liberal-conservatore, lo
straccio rosso di un comunismo, ormai però, politicamente, immaginario.
Purtroppo,
il richiamo della foresta, contro la forza antisistemica di turno, potrebbe
funzionare, anche con Renzi, facendo vincere, nel caso dello spareggio con Grillo,
non la destra, ma, in chiave
putativa, un partito con radici di sinistra, il Pd, che,
ovviamente, di liberal-conservatore non ha nulla. Che sia preferibile, allora, astenendosi, far vincere Grillo? Forse. Anche perché, come
accaduto con Berlusconi, la prova di
governo è una specie di giudizio di dio. E anche Grillo, potrebbe fallire.
Certo, però dovremmo aspettare altri venti
anni.
Carlo Gambescia
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