domenica 1 dicembre 2024

La destra degli istigatori

 


Il lettore osservi le prime pagine di oggi dei tre principali giornali organici alla destra. Sono la riprova di tutto ciò che la destra non deve essere. Ci riferiamo in particolare al titolo di apertura fotocopia ( o quasi) contro i sindacati. Probabilmente concordato tra direttori.

Quali sono le finalità della "campagna"? Nell’immediato, mettere in cattiva in luce il sindacato, che – cosa in Italia gravissima – vuole “fregarci” il Natale (in realtà, si tratta di scioperi già programmati da tempo, non tutti riconducibili a Cgil e Uil *). E in prospettiva, ecco l’aspetto più serio, introdurre limitazioni al diritto di sciopero. Tra l’altro, in Italia, già regolamentato, in particolare nei servizi pubblici.

Landini, che ripetiamo non brilla per simpatia, non è un rivoluzionario come lo si vuole far passare giocando sul senso della parola “rivolta”, da lui usata in chiave morale, forse moralistica (ma è questione di punti di vista). Tra l’altro Landini fa cenno a una sana lettura, quella de L’homme révolté, una pregnante raccolta di Camus, uscita nel 1951. Dove si critica proprio l’idea di rivoluzione in senso leninista. Come noto, la raccolta sancì la separazione tra Camus e Sartre, allora vicino alla linea filosovietica del partito comunista francese.

L’homme révolté ha un taglio libertario, nobile. Ci si appella alla creatività umana come molla di progresso nella libertà. Pertanto il testo di Camus non può essere liquidato come un opuscolo estremista. Tutt’altro. La raccolta racchiude una severa critica di qualsiasi tipo di utopia, politica, sociale, religiosa, metafisica. Un libro che si legge ancora oggi con piacere. Sembra che Landini ne abbia fatto dono a Giorgia Meloni . Con risultati finora non proprio brillanti. Ammesso che sia riuscita a leggerlo (**).

In realtà le proposte di Landini (salario minimo, migliori servizi sociali, busta paga più nutrita, maggiori assunzioni a tempo indeterminato, eccetera ) si muovono sul piano della socialdemocrazia. Che può piacere o meno ( a noi non piace, perché Landini ignora la questione della produttività), ma non è assolutamente un programma rivoluzionario.

Ora dipingere Landini come una specie di Che Guevara è scorretto. Oltre che pericoloso, perché si liquida il sindacato come una specie di diramazione, neppure secondaria del Castrismo. Quando, come noto, Landini reclama maggiore coinvolgimento: atteggiamento giustissimo dal punto di vista socialdemocratico. Altro che rotture rivoluzionarie.

Perché la destra si comporta così male, a cominciare dal cattivo uso dei suoi giornali di riferimento? Perché è priva di cultura liberale. Nel senso che non vuole ascoltare altre campane. “Questa” destra non è capace di esercitare nei riguardi dell’avversario la nobile arte dell’ascolto e della mediazione.

Salvini parla addirittura di  limitare ulteriormente il diritto di sciopero, attribuendo al sindacato oscure finalità di rivolta sociale. Sul punto Meloni tace, lasciando fare il lavoro sporco al leader della Lega. E qui purtroppo si avverte, in tutta la sua ambiguità, il peso dell’autoritarismo di scuola fascista.

Un bel guaio. Anche perché la radicalizzazione chiama altra radicalizzazione. Non tanto all’interno del sindacato quanto tra le frange lunatiche della sinistra. E sul punto il catastrofismo della stampa organica alla destra non aiuta.

Un’ultima notazione, personale. Qualcuno si chiederà come è possibile che Gambescia, già ammiratore della Thatcher,  difenda il sindacato? In realtà non è proprio così, difendiamo il diritto al dissenso del sindacato, che è anche diritto allo sciopero. La Thatcher ai minatori contestava lo scarso seguito  nel resto  di  un sindacato che non si opponeva, come da referendum, alla liquidazione di miniere obsolete e improduttive. Ieri invece le piazze erano piene.

Ovviamente delle scelte programmatiche di Landini non condividiamo nulla. Però riteniamo ingiusto liquidare le sue idee come rivoluzionarie e pericolose. Landini è un socialdemocratico. Non è un leninista.

Concludendo, se non è condivisibile l’approccio autoritario della destra, figurarsi se è accettabile il ricorso a menzogne che avvelenano il clima politico.

Ripetiamo, le idee di Landini saranno pure discutibili. Ma l’atteggiamento di “questa” destra è odioso. Diremmo addirittura istigatore. Come provano i suoi giornali.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2024/11/30/salvini-pronto-a-precettare-ancora-landini-non-molla-_717a9f4f-77e1-470c-906c-003087e84fcc.html .

(**) Sempre qui:https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2024/11/30/salvini-pronto-a-precettare-ancora-landini-non-molla-_717a9f4f-77e1-470c-906c-003087e84fcc.html .

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