Invitiamo i lettori a dare una scorsa alle prime pagine della stampa organica alla destra. Con particolare attenzione alla notizia dell’arresto a Bologna di un gruppuscolo di neonazisti che come si legge voleva “sparare” a Giorgia Meloni, perché “perseguita i fascisti” (*).
Si noteranno subito alcune differenze. La notizia, già data con grande evidenza dal Tg1 addirittura nell’edizione delle 13, è ignorata da “ Il Tempo”, da “La Verità” e persino dal “Secolo d’Italia”. Mentre viene rilanciata da “il Giornale” e “Libero”.
Perché questa difformità di trattamento? Per due ragioni.
La prima è che la destra dalle radici fasciste non ha mai fatto i conti con gli estremisti. Lo stesso fascismo tollerò a lungo la sua ala dura, movimentista, “di sinistra”, violenta, che a Salò si distinse per l’ opera di repressione al fianco dei nazisti, ammiratissimi per la spietatezza della condotta ideologica. È vero che Almirante durante gli Anni di Piombo chiese l’estensione della pena di morte – incivile cavallo di battaglia del Movimento Sociale – a tutti i terroristi, anche neri quindi. Però ormai i buoi erano scappati dalla stalla.
La seconda è che questo doppio registro continua ad alimentare l’atteggiamento della destra nei riguardi della violenza. Quindi anche di Fratelli d’Italia. Il che spiega la scelta di alcuni giornali di non infierire sui “camerati” che “sbagliano”. Perciò il silenzio (in prima pagina) del “Secolo” non deve sorprendere. Dal momento che i fascisti di ieri e di oggi si conoscono bene tra di loro. Si pensi ai quattro amici al bar che talvolta discutono ma che restano amici. Di conseguenza, invece di sfruttare la cosa nel senso “se Giorgia Meloni fosse fascista, non correrebbe alcun rischio, e invece…”, si preferisce glissare, strizzando l’occhio ai Dumini di ieri e di oggi. Vecchi amici che potrebbero addirittura tornare utili.
Insomma, siamo davanti a un atteggiamento a dir poco ambiguo, che prova ancora una volta come perfino Fratelli d’Italia continui a giocare sue due tavoli: quello legalitario, addirittura liberale e pro Occidente, evidenziato dagli stessi giornali che oggi rilanciano la notizia dell’ipotetico attentato; e quello oscuro, violento, da parte di gente che nulla ha dimenticato, nulla ha imparato, e che perciò non se la sente di condannare nessuno.
Ovviamente, c’è chi presenterà tutta la storia come una buffonata di quattro gatti neonazisti al tortellino. Una montatura insomma. Il punto però non è questo. Ciò che conta e preoccupa è il riproporsi, a cominciare dalla stampa organica alla destra, dei due registri: legalitario e violento.
O se si preferisce: doppio petto e manganello, come ai tempi di Almirante, legalitario in tv ed eversore nelle piazze.
La destra dalle radici fasciste ha cambiato il pelo ma non il vizio. Continua a fare della doppiezza la sua arma migliore.
Carlo Gambescia
(*) Qui: https://www.giornalone.it/ .
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