Come al solito ci si perde in chiacchiere. Salvini esce da Open Arms, incredibilmente assolto, e sul piano del discorso pubblico il nullismo politico della sinistra si associa, subendo, alla prepotenza della destra.
Perché nullismo politico? Per la semplice ragione, che è vero, come si legge, che le sentenze della magistratura vanno sempre rispettate, ma è altrettanto vero che le ragioni esposte da Salvini, per difendere il suo abietto operato politico (quindi si va al di là delle questioni giudiziarie), meritavano e meritano una attenta riflessione e discussione. Cosa che la sinistra non sembra ancora aver compreso .
Qual è la tesi di fondo di Salvini e della destra dei “patrioti”, termine ormai inflazionato? Che i confini della patria di difendono vietando ai migranti, alla deriva e in pericolo di vita, di sbarcare sul suolo italiano.
Che la “difesa della Patria” sia “sacro dovere del cittadino” è previsto dall’articolo 52 della Costituzione. Però il punto politico discriminante – qui il nullismo politico della sinistra – è rappresentato da una semplicissima domanda. Da chi vuole difendersi il patriota Salvini? Da Putin , esperto in aggressioni militari, mondialmente riconosciuto? No, dai “pericolosi” migranti.
Si parla di uomini, donne, bambini indifesi che cercano solo una vita migliore, impedita loro dalle inique leggi italiane. Cioè Salvini, provando l’assoluta veridicità di un celebre detto ( “Il patriottismo è l’estremo rifugio delle canaglie”), si accanisce contro i deboli. Una cosa ripugnante.
Ecco ciò che intendono Salvini e i suoi sodali politici (a cominciare dal Giorgia Meloni) per difesa dei confini della patria. Prendere a calci i migranti.
Di questo si dovrebbe discutere. Della canagliata di tramutare i migranti in nemici invasori, per avere mani libere e trattarli in modo inumano e illiberale.
Sì, illiberale, dal momento che una sinistra liberale, cosa che la sinistra italiana non è, dovrebbe battersi per il principio dell’ ubi bene, ibi patria.
Principio, al fondo liberoscambista, che vale per i migranti come per le multinazionali, per chi viene dai campi come per l’imprenditore con studi alla LSE. Si chiama libertà di circolazione di uomini e beni. I filosofi la chiamano anche libertà…
E il “pericolo islamico”, gli scafisti “mafiosi”? I due famigerati argomenti usati dalle destre per spaventare gli elettori e – ripetiamo – per poter sbattere la porta in faccia ai migranti?
Il primo, sussiste, ma non è legato ai fenomeni migratori in quanto tali, dal momento che a colpire, come ieri in Germania, sono sempre individui “radicalizzatisi” in un secondo momento. Si tratta di questioni legate al processo di secolarizzazione del migrante, che può riuscire o meno.
Una sfida culturale che però l’Europa deve accettare, per favorire, in futuro, una più ricca e interessante selezione dell’élite dirigenti, aperta ad apporti e intelligenze che solo l’apertura al migrante può favorire.
Fermo restando, che quanto accaduto in Germania, trattandosi di un saudita, probabilmente di credo sunnita, rappresenta il primo “regalino” indiretto jihadista, dopo la consegna russa della Siria allo stato islamico, rapidissima tipo Amazon.it.
Probabilmente non vi sarà, come detto, un nesso diretto, però era ed è nelle intenzioni di Mosca, che non ha confini con la Siria, aprire un altro pericoloso fronte nemico per l’Occidente. Altro che debolezza. Mosca si è ritirata, solo per alzare per la posta.
Quanto agli “scafisti mafiosi”, come abbiamo già scritto, vanno invece
considerati come il barcaiolo dell’Adda, immortalato da Manzoni, che
aiutò Renzo a rifugiarsi nella Serenissima. Si pensi a Renzo felice, che grida, perchè in salvo, "Viva San Marco!". E perché, oggi, non udire, dalle labbra del migrante un "Viva l'Italia!". Tra l'altro antico grido di battaglia risorgimentale. Retorica, la nostra? Ci siamo lasciati prendere la mano? Valuti il lettore.
Salvini, Meloni e sodali usano il termine mafia, che evoca nell’immaginario le bombe contro Falcone e Borsellino, per screditare le Ong, che invece svolgono un encomiabile lavoro. Insomma, un’ennesima canagliata della destra dei “patrioti”.
A questo proposito, il “patriota” Salvini, si rifiuta di difendere i confini della patria, una patria europea, estesa all’Italia, dove invece oggi andrebbero difesi, e sul serio: in Ucraina.
Un bel patriota. Guardaspalle politico di Putin. Pronto a vendere Ucraina, Europa, Italia a Mosca.
Carlo Gambescia
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