Ieri abbiamo scritto di Luigi Mangione, un ventiseienne che si crede onnipotente al punto di sparare e uccidere. Decide lui, sa lui, ciò che è bene o male per tutti. Come separare il falso dall’autentico. Su un marciapiede di Manhattan.
La rovinosa volontà di separare il falso dall’autentico. Ecco il vero problema dell’Occidente. Ciò che oggi non va. Il desiderio di autenticità. L’idea dell’assoluta corrispondenza dei nostri atti a una verità, giudicata anch’essa assoluta, al punto di escludere ogni possibilità di smentita. Fino al punto di uccidere in suo nome.
In realtà la verità è come una medaglia. Ha due facce. Esiste un’altra faccia. Quale? Quella della relatività della verità, che è caratteristica della modernità occidentale. Un’ idea che sul piano della condotta si fonda e rimanda al rispetto delle opinioni altrui. E in più in generale al profondo e consapevole rispetto delle imperfezioni umane. Di qui il conflitto tra assolutismo e relativismo. Tra mondo delle perfezione e dell’imperfezione. Diciamo tra le due facce della medaglia.
Un passo indietro. L’Occidente euro-americano ha trovato sostegno, almeno dalla fine delle guerre di religione (nelle quali ogni attore politico reputava il suo credo religioso più autentico di quello degli altri), nella relatività della verità. E fino a oggi l’ Occidente ha prosperato grazie a un sistema istituzionale spesso accusato di ipocrisia dai puristi dell’autenticità, che invece proprio grazie al recepimento di procedure istituzionalizzate, in qualche misura astratte e generali, che vanno oltre il caso singolo, in politica ed economia (ad esempio parlamento, mercato, stato di diritto), ha permesso la civile ( o quasi) convivenza umana.
Ovviamente, si tratta di un sistema imperfetto, perché gli uomini sono quel che sono, e quando possono approfittano delle regole, anche le più astratte. Ma il principio, come tale, creando una zona franca di regole politiche, giuridiche, economiche, ha consentito all’Occidente di progredire, isolando i cercatori di autenticità. Senza però mai sconfiggerli del tutto. E qui si pensi ai passati edificatori di verità assolute e di società organiche o perfette, quindi ritenute autentiche: socialisti, comunisti, fascisti, nazionalsocialisti.
Oggi l’Occidente vede di nuovo tornare a galla i cercatori di autenticità. Si pensi agli ecologisti, ai fondamentalisti religiosi, agli statalisti, ai giustizialisti di vario colore politico, tra i quali Mangione, che spara a un assicuratore in nome, per così dire, dell’autenticità sanitaria.
La ricerca dell’autenticità, rinvia al perfettismo, e il perfettismo a sua volta rimanda all’assolutismo di una sola idea: la politica perfetta, la società perfetta, l’economia perfetta, la sanità perfetta.
Di qui l’enfatizzazione dei casi singoli e il rifiuto delle regole “collettive”. Attenzione collettive non collettiviste. In pratica si tratta della zona franca, libera da verità assolute, aperta a tutti (ecco il lato collettivo), nella quale l’individuo può muoversi a suo piacimento, quindi scegliere, grazie un collaudato sistema di istituzioni e procedure istituzionali che garantisce tutti. Come detto, parlamento, mercato, stato di diritto,
Ad esempio nel caso della sanità, il problema non è quello dello schierarsi di qua o di là. Cioè dell’ istituzione di una sanità pubblica o privata, ma di introdurre la libera scelta tra l’una o l’altra. Negli Stati Uniti ad esempio è privata e gestita dalle assicurazioni. Invece in Italia è pubblica. I “consumatori”, chiamiamoli così, nell’uno e nell’altro caso, non possono scegliere. Sicché negli Stati Uniti, dinanzi alle inevitabili disfunzioni, tipiche della condizione umana (quindi non imputabili ad alcun sistema specifico), si spara agli assicuratori privati, in Italia ai medici pubblici.
Per capirsi: istituire una zona franca significa mettere le persone in condizione di poter scegliere un partito, un bene, un servizio. Si pensi al mercato. Per contro privilegiare l’ideologia dell’ autenticità significa invece istituzionalizzare un solo partito, un solo bene, un solo servizio. Di conseguenza negli Stati Uniti si dovrebbe aprire al pubblico, in Italia al privato. E soprattutto metterli in concorrenza.
Concludendo, bisogna guardarsi dai cercatori di autenticità. Dai cosiddetti perfettisti. Più in Occidente si darà a spazio ai profeti della ricerca di un mondo perfetto, più la libertà individuale sarà in pericolo. E soprattutto rischieremo tutti di finire imprigionati negli artigli di improvvisati e pericolosi giustizieri dell’ “autentico” come Luigi Mangione.
Carlo Gambescia
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