Un sondaggio dell’aprile scorso asserisce che solo un italiano su quattro teme il ritorno del fascismo. In genere, si tratta di elettori di sinistra (*).
Il che significa che “il popolo sovrano” può dormire sonni tranquilli? Bah… In realtà il problema, che non riguarda solo i cosiddetti concetti operativi (da usare nei sondaggi), rinvia a cosa si intende per fascismo. L’equivoco è qui.
Se con il termine si intende il regime fascista, è ovvio che quel fascismo legato al combattentismo e alla visione imperialista non può ripetersi.
Ma neppure, se con lo stesso termine, si intende la ricostituzione del partito fascista vietata dalla legge, cioè di un movimento legato allo squadrismo e al culto pubblico di un’ideologia nazional-totalitaria e antiegualitaria.
Il fascismo, se proprio si vuole usare questo vocabolo, è una forma mentis. Cioè un modo di considerare la realtà, ben indagato da Tarmo Kunnas, storico finlandese (**). Si pensi a un atteggiamento di rivolta contro la modernità. Una specie di luddismo politico-concettuale, con effetti dirompenti una volta agguantato il potere. Il fascista è antiliberale, anticapitalista, nazionalista e razzista. Ma soprattutto – qui il punto fondamentale – si nutre di una visione anti-individualistica, per la quale lo stato è tutto l’individuo nulla.
Privilegiare lo stato, significa privilegiarne l’autorità a ogni costo, fino al punto di sopprimere la libertà dei cittadini nel nome di una dottrina etica preventiva, sposata dallo stato, nella quale però (il mondo è bello perché vario) non tutti i cittadini si riconoscono. Pertanto una caratteristica di fondo della forma mentis fascista è l’autoritarismo, cioè la tendenza a imporre con intransigente fermezza la propria volontà-autorità nei rapporti umani, quale portatrice di una visione etica monoteistica.
Il fascista non tollera il pluralismo etico, odia il politeismo (per restare in metafora), cioè il sale della libertà individuale. La libertà etica è liquidata come nichilismo relativistico. E qui emerge come un brutto sottomarino atomico tutto l’antiliberalismo fascista, dalle tristi conseguenze per tutte le sfere di libertà, dalle politiche alle economiche.
Qui, come esempio fondamentale, vorremmo richiamare l’attenzione su una misura del governo Meloni, passata inosservata o quasi: quella di perseguire come reato “universale” la maternità surrogata. Il cosiddetto “utero in affitto” (secondo i detrattori). Nel senso di concepire questa pratica come reato non solo in Italia ma anche all’estero.
Il testo, entrato in vigore all’inizio di dicembre, è distinto da un solo articolo, che corregge l’articolo 12 della legge 40, del 2004, opera del governo Berlusconi, che, al comma 6, prevedeva: “Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro” . A questa disposizione si è aggiunto che “se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento alla surrogazione di maternità, sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana” (***).
Ecco, la differenza tra una destra normale (o quasi), conservatrice, ovviamente detestabile e criticabile, e una destra autoritaria, anormale, dalla forma mentis fascista, è tutta nel paragrafo aggiuntivo. Che vieta al singolo cittadino, quindi all’individuo, perfino la libertà, per così dire, di votare con i piedi, andando all’estero, eccetera, eccetera. Gabbia Italia e per tutta la vita…
Come dicevamo, lo stato pseudoetico è tutto, il cittadino nulla.
Un governo di destra, come poteva essere quello di Berlusconi, è potente, un governo di destra, con potenzialità fasciste, è prepotente: precorre, perseguita e distrugge la libertà individuale.
E non si tratta di una differenza di poco conto. Il che non significa assolvere il Cavaliere, ma soltanto evidenziare la differenza tra un governo conservatore e un governo tentato dal fascismo. E di riflesso la brutta china presa dalla politica in Italia.
Che poi i nostri concittadini, questi bamboccioni, non credano in larga parte nel ritorno del fascismo come forma mentis è un’altra storia. Di analfabetismo politico. Quindi, per inciso, inutile al momento ripetere il sondaggio.
Carlo Gambescia
(*) Qui: https://sondaggibidimedia.com/sondaggio-noto-25-aprile/#google_vignette .
(**) T. Kunnas, La tentazione fascista, Akropolis, Napoli 1981. Libro lodato da Renzo De Felice. E a dire il vero, anche dagli stessi neofascisti, che si sono riconosciuti, e con impensabile entusiasmo, nella “modellistica” di Kunnas.
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