martedì 10 dicembre 2024

La rassicurante barba di Al-Jolani...

 


Non è solo un problema di fake news russe, e più in generale di disinformazione sistematica manovrata da Mosca. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: esiste, abbastanza diffuso, un atteggiamento nei riguardi della Russia, non diremmo di benevolenza ma di sicuro pilatesco.

Si prenda la caduta di Bashar Hafiz al-Assad. Gli osservatori europei, anche politici – non pensiamo solo ai grandi organi di stampa – non pongono alcun accento sull’ambigua condotta russa. 

Si ignora (  o si finge di ignorare)  il fatto che Mosca non può non vedere di buon occhio, in chiave antioccidentale, la nascita di uno stato islamico in Siria, paese, mai dimenticarlo che non confina la Russia. Anzi è bene ricordarli i confini, perché la disposizione geografica parla da sola: la Siria confina a nord con la Turchia, a est con l’Iraq, a sud con la Giordania, a sud-ovest con Israele e il Libano, mentre a ovest è bagnata dal Mar Mediterraneo.

Confini da dinamite pura. Soprattutto per la Turchia, alla quale la Russia sembra aver demandato il lavoro sporco. E invece che succede? Cosa dicono politici e mass media?

Prima si parla della debolezza russa che avrebbe rinunciato a farsi valere perché impegnata in Ucraina. Dopo di che si pone l’accento sulla natura dittatoriale e feroce del regime caduto. Infine si celebra con spensieratezza il ritorno della libertà. 

La Siria del Baath, partito al potere nel 1961 con un colpo di stato, prima della caduta  era  almeno in linea di pricipio  uno stato laico, anche se non proprio in senso occidentale, comunque   fondato su una specie di socialismo nazionale, inevitabilmente degenerato per ragioni di dispersione delle qualità “dinastiche”. 

La Siria è tuttora paese a maggioranza  sunnita. Quindi non proprio in sintonia  con l’Iran, alleato russo, ma di tradizione sciita.  

Tuttavia l'Iran   ha di nuovo obbedito, forse di buon grado, agli ordini partiti da Mosca, questa volta di non intervento. Tutto si tiene. Mosca ragiona da grande potenza. Altro che poveri russi. Infine come da copione Bashar Hafiz al-Assad è in salvo a Mosca.

Devastante infine l’immobilismo statunitense. Sopratttutto in prospettiva. Washington, che da tempo ha bollato Al-Jolani, ora insediatosi a Damasco, “terrorista globale”, non ha alzato un dito. Sebbene fonti ufficiali abbiano indicato le cifre di un certo numero di bombardamenti, che però, evidentemente, non hanno avuto alcun effetto sull’ avanzata dei cosiddetti “ribelli”. Definita dalla stampa europea “travolgente”. Bah… Diciamo pure linea Afghanistan.

Come abbiamo scritto (*), la Russia ha scelto di non intervenire solo per creare ulteriori divisioni in Occidente e magari anche per mettere in imbarazzo Israele, che potrebbe vedere, e con dispiacere, il reincarnarsi ai confini lo Stato islamico. Non proprio il massimo diciamo.

Come si può intuire la situazione in Medio Oriente, con la caduta del regime siriano – dittatoriale, per carità – rischia di complicarsi ulteriormente. E questo, ripetiamo, accade grazie alla scelta russa di lasciare mano libera agli islamisti, forza maggioritaria e organizzata tra i “ribelli”.  Come anticipato, il loro capo, Al-Jolani, sunnita salafita (pare) , che ha subito inneggiato alla Repubblica islamica (aridanga…), poco più che quarantenne, è un terrorista islamico, che però – il lettore ha facoltà di sorridere – viene dipinto, ad esempio dall’Ansa, come portatore “di una forma più pragmatica di jihadismo”, anche perché mostrerebbe  “un taglio di barba meno minaccioso della sua precedente tradizione qaidista (**). Capito? La barba di Al-Jolani è rassicurante. Perciò dobbiamo stare tranquilli.

Per giunta in Occidente, c’è chi interpreta la scelta di Mosca addirittura come un gesto di magnanimità verso il popolo siriano. Quanto alla tesi della presunta debolezza russa in Siria, la si usa, per mettere in cattiva luce il regime  "imperialista" di Kiev, liquidato dalla propaganda russa e filorussa, come  guerrafondaio. L'Ucraina "nazista" potrebbe addirittura invadere e vincere. Insomma siamo alle comiche finali. 


 

Purtroppo in Europa, come in Italia, dove giovedì, qui a Roma, si celebra Khamenei (poi diremo), si riconosce alla Russia, una specie di presunzione di innocenza. Il colpevole sarebbe Zelensky. In realtà, a Parigi, tra Macron e Trump, il leader ucraino ha dato l’idea di un uomo solo, coraggioso, costretto a fare buon viso a cattivo gioco. Anche le dichiarazioni finali nulla hanno aggiunto o tolto.

Alla tesi della debolezza russa si è affiancata in queste ultime ore, quella di un Trump grande statista, pronto a fare il viso dell’arme, come diceva Manzoni, non solo nei riguardi di Zelensky ma anche di Putin. Una specie di giustiziere della notte, che però vuole smobilitare a Nato. Quindi i conti non tornano. Perché per Mosca, il ritiro americano dall’ Europa sarebbe oro puro.

Dicevamo che in Italia si celebra Khamenei. Giovedì prossimo a Roma verrà presentata la sua autobiografia, tra i relatori i soliti ferrivecchi antioccidentalisti e fascisti (***). Contro questa “odiosa propaganda delle Repubblica islamica di Iran in Italia”, l’amico Alessandro Litta Modigliani, fondatore del Ponte Atlantico Difesa Libertà Democrazia, ha organizzato un presidio: giovedì 16 dicembre, ore 16.00, nei pressi di via Cavour 50. Si deve andare.

Certo, qualcuno penserà, ma allora dov’è la libertà? Tanto decantata in Occidente, di manifestare il proprio pensiero? Un momento,  un civile presidio, non è un “ukase” del Ministro dell'interno.

In realtà, in questa Italia, che vede in Putin e negli stati canaglia suoi alleati, a cominciare dall’Iran, dei tranquilli cultori del birdwatching, che se ne stanno per i fatti loro, di presidi ne servirebbero un milione.

E invece tutto tace. Grazie Alessandro.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2024/12/russia-brigante-brigante-e-mezzo.html .

(**) Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/12/09/chi-e-al-jolani-capo-dei-ribelli-in-siria-_c93d955b-e3b2-445c-a15e-f9679233e578.html .

(***) Qui: https://www.labottegadelbarbieri.org/un-convegno-a-roma-sullautobiografia-di-khamenei/?fbclid=IwY2xjawHDjXlleHRuA2FlbQIxMAABHWjeCXI_PbARLUqCXUB0hdfAJnZ-J53UZME33CcWuHNPcYCreuSb9DmOLg_aem_6lzav8_6MSYS3yU6_LmxYw

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