venerdì 1 settembre 2023

Libro come moschetto, totalitarista perfetto

 


A proposito del successo del libro del generale Vannacci, l’editor Beppe Cottafavi fa due osservazioni interessanti.

La prima che Vannacci ha eguagliato Harry Potter.

«Il libro “Il mondo al contrario” ha venduto oltre 70mila copie nella seconda settimana su Amazon: non c’è alcun paragone possibile con i numeri prodotti da questo testo. Forse bisogna risalire a un fenomeno enorme, globale e mondiale, come quello della saga di Harry Potter».

La seconda che l’Italia è spaccata in due.

«In questa strana estate che ha visto prima sventolare come bandiere i libri di Michela Murgia in una magrittiana piazza del Popolo gremita dentro una Roma agostana attorno deserta, cosa mai accaduta pure quella, mai avevamo visto libri e non fiori come segni identitari a un funerale, e poi l’exploit sulla piattaforma del libro del generale. Il mondo non solo al contrario, ma diviso a metà, proprio gli uni contro gli altri, tra chi legge i libri di una delle maggiori scrittrici, e attiviste, italiane, diventata immediatamente santa laica, (l’intera back list dei suoi titoli è tornata in classifica) e chi legge lo sfrenato pippone marziale del generale» (*).

Uno degli effetti del governo di estrema destra, probabilmente più grave, è quello di aver risvegliato e legittimato tra la gente – lo scriviamo da mesi – i peggiori istinti: quelli di una destraccia con la bava alla bocca. E come ha reagito la sinistra? Invece di smorzare i toni ha elevato a “santa laica” una mediocre scrittrice, altrettanto estremista quanto il generale, soprattutto sul piano dei toni.

Dal momento che  le settantamila copie del generale Vannacci e i libri tornati in classifica della Murgia indicano non una nobile gara in punta di penna tra forbiti scrittori ma la radicalizzazione del discorso pubblico, un fenomeno che ha precedenti forse solo nei primi anni Venti del Novecento.

Si segua il nostro ragionamento.

Vogliamo subito sottolineare un punto. La pericolosità della radicalizzazione in atto non riguarda solo le idee ma i toni aggressivi con i quali sono esposte. Un terreno sul quale l’estrema destra è particolarmente abile, dal momento che gioca le sue carte mescolando vittimismo, retorica del senso comune e toni minacciosi. Ma anche la sinistra sembra non aver capito la lezione…

Le settantamila copie, del generale proto-squadrista, per ora delle idee, come intuisce giustamente Cottafavi, sono la barbara risposta, alla risalita nelle vendite dei violenti pamphlet levati in aria come fucili ai funerali dell’ ardita (di piazza) del popolo.

Molti sembrano  aver dimenticato, come osservava nel suo Sommario Luigi Salvatorelli, storico liberale, che l’ Italia è il paese delle ricorrenti guerre civili, perché tra fratelli ci si conosce e ci si odia meglio. E quando gli italiani ci si mettono… L’ultima guerra civile italiana ("Anni di Piombo" a parte) ha avuto una durata lunghissima, dal 1919 al 1945. Un quarto di secolo. Molti lo hanno scordato. Per dirla con un altro grande, il Manzoni, gli italiani hanno poche idee, alla quali sono però particolarmente affezionati… Una di queste è l'odio reciproco per famiglie,  clan,  campanile, ideologia,  eccetera.  Basta poco. Non siamo "brava gente" come   recita una vecchia e  superficiale leggenda. 

Radicalizzazione del discorso pubblico significa riduzione dell’avversario a essere sub-umano. Viene meno il riconoscimento liberale verso l’altro come interlocutore umano. Ripetiamo è una questione non solo di contenuti, ma soprattutto di toni: nelle opere di Lutero, Marx, Nietzsche, solo per fare tre esempi, ritroviamo una violenza di toni e di linguaggio, non presente, altro esempio, nelle opere di Erasmo, Tocqueville, Croce.

Se poi ai toni violenti si uniscono i contenuti mediocri il gioco è fatto: si ha quello che si può chiamare l’effetto Lenin o l’effetto Hitler: la cultura diventa propaganda, slogan, violenza prima verbale poi fattuale contro l’avversario trasformato il nemico assoluto e totale. Si fa questo per arrivare più facilmente alle masse. Che al capire preferiscono il credere. Se ci si passa la rilettura: libro come moschetto, totalitarista perfetto.

Pertanto la responsabilità principale, di quel che sta accadendo, è delle élite politiche e soprattutto culturali.  La destra, affamata di "rivincite", non aspettava altro. Ma  la sinistra? Ripete, lapidaria, che la Murgia aveva previsto tutto. Nei suoi libri, soprattutto politici, si può trovare la risposta al libro del generale. Il che significa altra benzina sul fuoco.

Dov’è finita la sinistra dei Mondolfo, dei Garosci, dei Silone, dei Noventa, dei Pellicani, dei Salvadori?

Che malinconia.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/il-volo-del-libro-di-vannacci-e-linquietante-efficacia-dellalgoritmo-di-amazon-uo8bctau .

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