lunedì 25 settembre 2023

Ma quale governo normale…

 


In questi giorni i commenti sulla vittoria di un anno fa di Fratelli d’Italia e alleati circolano mescolati  ai giudizi sull' anno (o quasi) di governo di un partito che in realtà rivendica l’eredità missina. Compresa la tesi fascistissima per la quale gli unici errori commessi da Mussolini furono quelli di scegliersi l’alleato sbagliato e di varare, per colpa di führer, una legislazione antisemita. Insomma, senza l’alleanza con Hitler gli ebrei italiani, grazie al duce, sarebbero vissuti felici e contenti.

Si dirà che non sono le posizioni ufficiali di Fratelli d’Italia. Certo, ci mancherebbe altro. Però basta fare un giro in Rete per scoprire come personaggi noti o meno della cultura di estrema destra (tra i noti, Veneziani, Cardini, Buttafuoco) difendano la memoria storica di un “fascismo buono”, almeno fino al 1938,  se non oltre.

Altro che governo e partito normali…  In realtà  tutti questi pesciolini, fuori e dentro il partito,  si inseguono e accoppiano  nello  stesso  acquario,  come vedremo più avanti.    

Di questo si dovrebbe parlare: “delle radici che non gelano”, per usare una terminologia cara ai fascisti dopo Mussolini:  razzismo, concezione autarchica dell’economia, cattolicesimo reazionario, familismo, nazionalismo, eccetera. E non della normale agenda di un normale governo, che non ha mantenuto le promesse, come qualsiasi altro normale governo.

Anche perché così – saltando la questione del Dna fascista – si riporta l’analisi sul piano di una politologia dolciastra e accomodante. Come ad esempio fa Alessandro Campi, nominato dal Ministro Sangiuliano commissario straordinario all’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano. Che oggi sul “Messaggero”, dando un furbastro tocco di modernità politologica al suo editoriale, evoca addirittura la teoria degli effetti non previsti, per giustificare il sostanziale fallimento di un anno di governo di Giorgia Meloni.

In realtà, gli effetti imprevisti rinviano alle decisioni umane. Perciò, ad esempio, non si può parlare dell’inflazione come della classica tegola caduta all’improvviso. Come è noto, perfino agli studenti del primo anni di economia, se si pompa denaro nell’economia, in particolare pubblico, il livello dei prezzi sale. Si vuole il bene (crescita del potere d’acquisto), si ottiene il male (inflazione, che taglia il potere d’acquisto).  Pertanto, se si continuerà su questa strada, come il Governo Meloni si illude e pretende, le tegole in caduta libera si moltiplicheranno. Altro che effetti non previsti.

Però, attenzione: in qualche misura anche la nostra analisi, una volta sposata la tesi della normalità del governo Meloni, racchiusa nel modernismo reazionario sul piano politologico di Alessandro Campi, rischia di perdere smalto. Perché, invece della “Luna” fascista, anche noi guarderemmo il “Dito” di un politologia dolciastra e accomodante con Giorgia Meloni.

Pertanto va fatto subito un passo indietro. Come capita quando si è sul ciglio di un burrone. E magari in questo caso dopo aver osservato per un attimo Campi politologicamente sfracellato. Politologicamente, per carità.

Perciò il consiglio che possiamo dare a osservatori e lettori è quello di considerare gli atti del governo alla luce dell’eredità intellettuale (si fa per dire) del fascismo. Di analizzare con attenzione la neolingua dei "pesciolini" di cui sopra. 

Per fare qualche esempio: il nazionalismo, per alcuni nazional-fascismo, ora si chiama sovranismo; l’autarchia ora si chiama sovranismo economico; l’imperialismo si chiama “Piano Mattei”, e così via.

Inoltre la persecuzione dei migranti, come un tempo degli ebrei, ora si chiama lotta ai nuovi mercanti di schiavi. Se i migranti sono confinati in campi di concentramento in Libia, Tunisia, Italia, lo si fa per il loro bene…Per difenderli dai mitologici “scafisti”. Non dimentichiamo che ai mille ebrei rastrellati dai nazisti nel ghetto romano, con la servile collaborazione dei fascisti, venne detto, che, una volta a destinazione, il lavoro li avrebbe resi liberi. Insomma, li si rinchiudeva in un vagone piombato per dare loro una mano… Tornarono vivi in sedici.

Concludendo non è un governo normale. Anzi è un governo pericoloso. Sono fascisti e come tali vanno giudicati. E possibilmente contrastati. Ma questa è un’altra storia.

Carlo Gambescia

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