mercoledì 13 settembre 2023

Sechi e Sansonetti, quando destra e sinistra vanno a braccetto

 


Quanto è difficile parlare di economia in modo serio. Diciamo pure con competenza…

Oggi, due giornalisti di sentimenti politici differenti, Mario Sechi su “Libero”, e Piero Sansonetti sull’ “Unità”, pur affrontando temi economici differenti, sostengono la stessa tesi: che la politica deve comandare sull’economia.

Sechi se la prende con le banche che a suo avviso si sono meritate la tassa sugli “extra margini” (che pudore…), perché non hanno voluto favorire i consumatori adeguando i differenziali tra tassi attivi (sulle somme prestate) e tassi passivi (sulle somme in deposito). In realtà, il punto è di principio. E un giornalista, come Sechi, candidatosi con Monti queste cose dovrebbe saperle: tempi, modalità, e quantità devono deciderli le banche in base alla domanda e all’offerta di credito. Il che però significa che in ultima istanza sarà sempre il consumatore a decidere se bere o meno una volta portato all’ “acqua” ( in base ai prezzi dei tassi e dei beni energetici). Quindi gli “extra margini” sono un’ invenzione del governo per torchiare le banche e drogare il mercato.

Sansonetti, meno sintetico di Sechi, attacca un “pippone” (pardon), sulla guerra in Ucraina e sulla conseguente necessità di favorire la pace, perché – ecco il succo del suo ragionamento – più dura la guerra più lo stato italiano si indebita per tenere basso il prezzo dei beni energetici. Ma su quale serio testo di economia è scritto che il governo si debba indebitare per fare bella figura con gli elettori? Sarà invece il gioco dell’offerta e della domanda, legato in ultima istanza alle scelte del consumatore, a decidere il prezzo di un bene energetico. Quindi la guerra non c’entra nulla. Lo stato sì.

I “prezzi” dei tassi passivi e dei beni energetici dipendono dall’equilibrio tra domanda e offerta: se alti, la domanda diminuisce, se bassi, cresce. Dal lato dell’offerta (banche e imprese che operano nel settore dell’ energia) esiste il rischio di affogare per eccesso di liquidità e di energia invenduta. Per contro da quello della domanda ( i consumatori) si rischia di ridurre i consumi di credito come pure di gas. Di conseguenza, proprio per evitare questo, offerta e domanda tendono sempre automaticamente a individuare un punto di equilibrio che mette d’accordo tutti. Salvo i politici che non rinunciano mai alla libbra di carne elettorale.

Ogni intervento pubblico turba questo meccanismo. Ci vuole tanto a capirlo? In Italia pare proprio di sì. E quel che è più grave, come provano gli editoriali di Sechi e Sansonetti, destra e sinistra vanno a braccetto.

Carlo Gambescia

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