venerdì 29 settembre 2023

Ong. La lezione tedesca

 


La stampa organica alla destra, a cominciare da “Libero” e dal “Giornale”, dipinge la Germania come scafista  o comunque  alleata degli scafisti.  La destra politica, per ora tace, probabilmente perché acconsente.

Per quale ragione Berlino sarebbe dalla parte degli scafisti? Perché si rifiuta di bloccare i finanziamenti alle Ong. E perché si rifiuta di bloccarli? Secondo la destra per puro egoismo.

Di qui le reazioni polemiche da parte della destra italiana che però si ferma al risultato finale: l’opera di salvataggio delle Ong. Che in realtà evitano che i migranti affoghino. Causa nobilissima. Che una destra, altrettanto attenta agli ideali, dovrebbe capire. Si pensi al declamato romanticismo politico di Fratelli d’Italia e stampa sodale, al culto per gli ideali e i valori, per la religione, per dio, la famiglia, rigorosamente etero, benedetta da dio, eccetera, eccetera.

Nonostante ciò si dipinge la posizione della Germania in chiave materialistica:  Berlino  finanzia le Ong  – ecco le accuse di egoismo – perché vuole mettere in difficoltà l’Italia, trarsi dall’impaccio economico di accogliere direttamente i migranti, lasciando la patata bollente nelle mani delle autorità portuali italiane e delle popolazioni rivierasche, per così continuare a fare i suoi comodi, eccetera, eccetera. Insomma, puro materialismo. Analisi raffinatissima…

Qui viene fuori, come dicevamo la rimozione della storia. Oggi, se ci si passa l’espressione, di gran moda. Ci spieghiamo meglio.

Se invece di rimuoverla si ricordasse la storia tedesca dal 1933 in poi, anno dell’ascesa di Hitler a potere, si potrebbe scoprire e comprendere lo sforzo ideale compiuto dai tedeschi stessi: in larga parte da quei cristiani e quei socialisti, che non erano pochi, e che avevano sofferto sotto il nazismo. Sforzo, ripetiamo, di capire, emendarsi, fare in mondo di non incorrere negli stessi errori. Dinanzi a certi orrori non si può più fare finta di nulla, come invece accadeva durante il nazismo. Ecco il vero sottotesto ideale della scelta tedesca di aiutare le Ong. Altro che egoismo e materialismo…

Una lezione per l’Italia. Una battaglia morale scaturita dal basso, che invece le destre filofasciste e antiamericane europee – esiste in argomento una letteratura sterminata – hanno sempre liquidato come frutto del “lavaggio del cervello” dei tedeschi da parte dei vincitori, in particolare  americani con la "complicità"  delle forze politiche di ispirazione cattolica e socialista.

Ora, però i nodi vengono al pettine. Chi è al governo in Italia? Una destra, che ha origini fasciste e che ha sempre odiato la Germania antifascista: quella, come dicevamo, del “Mai più Hitler”.

Un’ Italia fascista o filofascista che ha rimosso, anche perché non lo ha mai accettato (sposando la tesi del lavaggio del cervello), il pentimento tedesco, frutto di una scelta ideale che invece innobilisce le sue classi politiche. Le stesse che oggi non possono non difendere le Ong: prolungamento culturale e morale  di una Germania che ha capito i suoi errori. Si tratta perciò per i tedeschi di una battaglia ideale che affonda le sue preziosi origini nell’antinazismo e nell’antifascismo. Sechi su “Libero” scrive invece  di “ipocrisia tedesca”. Guardi  invece  in casa propria.

Di questa battaglia ideale  ovviamente in Italia non si parla. Si attacca la Germania, come dicevamo, dal punto di vista degli interessi materiali. Anche perché – altro punto fondamentale – la stampa organica alla destra non ha alcun interesse a rispolverare il fascismo e l’alleanza con la Germania nazista. Argomenti scomodissimi per il governo Meloni.

Quindi doppia strategia: 1)rimozione della catastrofe nazifascista e 2) forte accento sull’egoismo tedesco. 

A onor del vero, anche alla sinistra italiana sembra sfuggire questo aspetto delle radici ideali del sì tedesco alle Ong. Perché batte sul questioni del diritto marittimo, del colonialismo e del neocolonialismo europei, e di un dolciastro umanitarismo. Se ci passa la caduta di stile: scorge l’osso umanitarista non la ciccia storica.

Però in questo modo si facilita e legittima il gioco delle destre, in particolare quella italiana, che non ama parlare del suo vergognoso passato fascista. Anche perché non si è mai sinceramente ravveduta. Qui risiede la profonda differenza tra una Germania, o comunque una sua larga parte, che ha capito la lezione e un’ Italia che invece continua a far finta di nulla.

E intanto nel Mediterraneo il migrante muore affogato. Ovvio, ci ripetono i “gazzettieri” di “Libero”, per colpa della Germania alleata degli scafisti…

Carlo Gambescia

Nessun commento: