Gli ucraini invocano da giorni armi e aiuti militari, che invece non arrivano. E così i russi avanzano. Una nave militare di Mosca si affaccia sul Mar Ionio e sfida non solo l’Italia. Il Papa, da buon antiamericano argentino, fa sapere che la Nato ha provocato la Russia. Il Presidente Biden da giorni tace. Anzi, ha parlato solo per rendere noto che gli Stati uniti avevano avvisato gli ucraini della prossima invasione russa. Come per dire agli scomodi alleati che dovevano trattare, e che è colpa loro, eccetera…
Sono fatti che indicano che l’Ucraina rischia di essere abbandonata al suo destino.
Si noti pure che sui giornali (e telegiornali) l’invasione russa è relegata a fondo pagina. È vero che si è votato in Francia e in Italia, ma la “messa in sordina” riguarda quasi tutta la stampa occidentale, in particolare quella europea. Anche sui Social si parla ancora dell’invasione ma non come un mese fa.
Dopo i “cento giorni” sembra essere scattato una specie di coprifuoco mediatico. Probabilmente in Europa e negli Stati Uniti si crede che Mosca, dopo aver ottenuto le province conquistate, cosa che sta avvenendo sul campo, si fermerà. Di qui, l’abbassamento dei toni e il probabile minore invio di armi (se mai inviate in grande quantità…).
La Russia – si pensa in Occidente – una volta soddisfatta nelle sue pretese riporrà le armi e gli ucraini dovranno fare buon viso a cattivo gioco: questa la nuova narrazione, per usare un termine alla moda.
Il calcolo, nella sua miseria politica, potrebbe anche essere giusto. Però non si può giurare sul fatto che la Russia, una volta “accontentata”, ma consapevole della debolezza morale dell’Occidente, decida di riporre le armi.
Dal punto di vista politico e militare l’invasione dell’Ucraina è uno schema di interazione conflittuale tra Russia e Occidente. Per Mosca è una specie di prova generale: ha voluto mettere alla prova Europa e Stati Uniti. Che, se accetteranno la logica aggressiva russa, cedendo, non potranno non favorirne inevitabilmente la reiterazione in altre circostanze.
Un esempio di debolezza che potrebbe costare caro all’Alleanza Atlantica. Per due ragioni.
La prima, politica, rimanda al vuoto di potere, dal momento che ogni passo indietro della Nato crea a Est un vuoto geopolitico che rischia di attirare la calamita russa.
La seconda ragione, militare, rinvia al senso di sicurezza che la debolezza morale della Nato infonde nei russi sulla propria forza militare. Cedendo, insomma, si rischia di favorire, se ci si passa l’espressione, la megalomania imperiale russa.
Un giorno, non troppo lontano la Russia a Occidente e la Cina a Oriente, una volta alleatesi sulla spartizione del mondo, potrebbero attaccare, e le bombe piovere non più sulle città ucraine ma su quelle europee: Berlino, Parigi, Londra, Roma.
Certo, l’ipotesi può apparire di tipo fantapolitico. In realtà, non si vuole capire che la logica politica della Russia, e probabilmente della Cina, non è di tipo contrattuale, come in Occidente, ma di tipo coercitivo. Il che le unisce, almeno potenzialmente. Sicché l’ opzione militare, come strumento di conquista e riduzione in schiavitù di un popolo definito come nemico, è giudicata reale, insomma realizzabile.
In Cina e Russia la guerra di conquista non è ripudiata come in Occidente. Ad esempio, Mosca e Pechino puniscono il pacifismo con la prigione. Guai a chiunque si rifiuti di “servire la patria” evocando valori umanitari.
L’ idea di valori umani comuni, alla quale si accompagna il rifiuto della guerra come sistema di risoluzione dei conflitti, è un prodotto culturale dell’illuminismo occidentale.
Una “specificità” che purtroppo rappresenta al tempo stesso la nostra forza e la nostra debolezza.
Forza perché, come giustamente si dice, la pace moltiplica contatti e relazioni economiche. Infatti contatti e contratti favoriscono la pace dando vita a un circuito virtuoso che alla guerra sostituisce il commercio.
Debolezza, perché, come nel caso dell’invasione russa dell’Ucraina, si finisce per ritenere, erroneamente, che basti parlarsi ( i contatti) e stilare un accordo (il contratto) per evitare la guerra.
Il che invece è inutile, in particolare quando l’ interlocutore sembra ritenere la guerra uno strumento per accrescere la propria potenza superiore alla metodologia del contatto-contratto.
Di conseguenza i politici illuminati dell’Occidente, sono così mentalmente imbevuti di scienza del contratto, che non riescono a capire – probabilmente è al di sopra delle loro forze – che solo non cedendo “oggi” alla pretese russe in Ucraina, si potrà evitare “domani” di essere conquistati e asserviti.
Carlo Gambescia
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