In Occidente l’ultimo grande sussulto di orgoglio militare, nel senso di vedere nel soldato un liberatore dei popoli oppressi, risale al Secondo conflitto mondiale. In sintesi: un difensore della libertà, di cui andare orgogliosi.
Da allora la cultura della guerra atomica ha minimizzato il ruolo delle forze armate, reso inutile, si diceva, dal famoso bottone, che, una volta schiacciato, avrebbe distrutto l’intera umanità.
Tuttavia il famoso ombrello atomico statunitense ha ridotto se non azzerato in Europa il ruolo dei militari. Ne ha soprattutto minato la volontà. Come? Circoscrivendo, per usare un’espressione di Samuel Finer, il ruolo dell’ “Uomo a cavallo” alle missioni internazionali di polizia pacifista: quando possibile sotto l’egida dell’ONU, altrimenti a nevrotica e rapsodica guida americana.
D’altra parte negli Stati Uniti la cultura militare, che è cosa diversa dalla passione individuale per le armi da fuoco, non ha mai attratto gli americani più di tanto: negli Stati Uniti i militari sono sempre stati guardati dai cittadini con sospetto. Sicché, proprio a causa di un’opinione pubblica che remava contro, le guerre localizzate, successive alla Seconda, si sono risolte per gli USA in un nulla di fatto se non in vere e proprie sconfitte. Mentre l’ Europa rimaneva nelle retrovie a guardare sotto la comoda copertura dell’ombrello nucleare.
Non si dia retta alla propaganda anti-americana che attribuisce chissà quali magici e tentacolari poteri alle forze armate statunitensi. La guerra è una cosa, le esercitazioni militari un’altra. Un conto è giocare alla guerra un altro farla, soprattutto quando si è imbevuti di ideali pacifisti, in particolare a livello di pubblica opinione. E gli Stati Uniti sono un paese pacifista: in guerra gli americani sono sempre stati trascinati per i capelli. Come abbiamo più volte scritto, se proprio si deve parlare di impero, gli USA sono un impero per caso e controvoglia (*). Manca tuttora una vera coscienza imperiale. E soprattutto esiste, esteso a tutto l’Occidente, un grave deficit di cultura dell’orgoglio militare.
Dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica è mancata un’autentica leadership statunitense, soprattutto militare. Non si dia retta, ripetiamo, ai cretini fasciocomunisti che continuano a parlare di egemonia americana. Magari, fosse così. La superficiale reazione militare all’invasione russa dell’Ucraina prova l’esatto contrario.
Ripetiamo, in Occidente esiste un grave deficit di cultura dell’orgoglio militare.
Per contro i russi, non hanno mai rinunciato alle tradizioni militari. Il militare nella società russa è tenuto in grande considerazione. Inoltre, nonostante l’apparente transizione a un sistema politico di tipo non sovietico, i russi continuano a considerare la guerra una prosecuzione della politica con altri mezzi. Ridono del nostro pacifismo. E ne approfittano.
Ricapitolando, soltanto un’ Europa svirilizzata e un’ America indolente e distratta possono consentire ai russi di smembrare e bombardare l’Ucraina e ricattare il mondo puntando sull’antica arte di alternare alla menzogna politica la spietata e metodica forza militare.
Siamo davanti alla vecchia tattica del bastone e della carota: la Russia si presenta come la soluzione a problemi creati dalla Russia stessa. Si pensi solo alla vergognosa commedia sul grano ucraino, rubato e sequestrato dai russi, che Mosca, sarebbe gentilmente disposta a far partire se gli ucraini rimuovessero le mine piazzate in mare dagli stessi russi, che invece sostengono il contrario, per poter così passare per buoni agli occhi del mondo: ovviamente quella parte di mondo disposto a credere, perché tributario, alle menzogne russe.
Purtroppo le cose stanno così: da una parte il militarismo russo, dall’altra il pacifismo occidentale; da una parte gli spregiudicati nuovi tartari, dall’altra un pugno di bambinoni viziati.
Quanto potrà resistere l’Ucraina?
Carlo Gambescia
(*) Qui: https://cargambesciametapolitics.altervista.org/ucraina-si-puo-parlare-di-una-strategia-americana/ ; https://cargambesciametapolitics.altervista.org/la-guerra-russa-all-ucraina-e-le-contraddizioni-delloccidente/ ;https://cargambesciametapolitics.altervista.org/occidente-eroe-per-caso/ ; https://cargambesciametapolitics.altervista.org/stati-uniti-un-impero-acefalo/ .
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