lunedì 13 giugno 2022

Ogni nazione ha i giudici che si merita

 



Le destre come al solito sembrano non capire nulla. Fanno male a parlare di complotto a proposito del flop sui referendum sulla giustizia.

In realtà il problema della giustizia in Italia è una specie di mistero sociologico. Tutti protestano, a cominciare dai cittadini, perché le cose non vanno, eppure quando c’è l’occasione, come quella di ieri, per lanciare “almeno” un segnale politico forte, nessuno o quasi va a votare. Indifferenza totale.

Forse – si potrebbe pensare – la questione non è sentita da tutti, ma solo da coloro che finiscono nella rete della giustizia. Quindi, alla fin fine, coloro che hanno a cuore il buon “funzionamento” sarebbero solo una minoranza di persone…

In realtà, i processi pendenti in Italia (2021), tra penali e civili, sono 4 milioni e seicentomila (*).

Considerando che intorno a ogni processo può ruotare almeno una famiglia di quattro persone (stima per difetto) quasi 20 milioni di italiani provano sulla propria pelle il “funzionamento” della giustizia in Italia.

Evidentemente sono tutti soddisfatti.

Del resto una recente indagine Demos (2020) rivela che il 39 per cento degli intervistati dichiara di avere “molta o moltissima” fiducia nella magistratura (**). Insomma, non sono proprio pochi a dire che tutto va bene.

Invece  ricerche e studi provano il contrario. Eppure, ripetiamo, gli italiani – qui il mistero – sembrano non accorgersi del cattivo funzionamento della giustizia, noto invece agli addetti ai lavori, diciamo pure alcuni addetti ai lavori. Al riguardo si leggano le acute osservazioni di un giovane studioso, Matteo Morani, che, ci si augura, non finiscano insabbiate nella pur dottissima letteratura accademica.

«Infatti, all’estero, oltre ad esser conosciuti per moda, pasta, pizza e mandolino, siamo conosciuti, almeno tra gli addetti ai lavori, per il cd. “Italian Torpedo” , ossia una strategia praticata nel contenzioso internazionale volta ad incardinare una controversia indesiderata su suolo italiano, proprio al fine di “silurarla” (questo il senso del termine “torpedo”) e affondarla nelle tempestose acque delle corti italiane, che, più impietose di Scilla e Cariddi, sono pronte a risucchiare pretese meritevoli di accoglimento in un gorgo di rinvii e contro-rinvii sino ad annegarvele» (***).

Capito? Allora siamo proprio sicuri che gli italiani non si accorgano del cattivo funzionamento della giustizia? Se la situazione è quella descritta da Morani, evidentemente, il metodo, il cattivo metodo di gestire la giustizia è condiviso da tutti: giudici, avvocati, parti e perfino imputati. Perciò i referendum di ieri non potevano non “floppare”. Quindi il mistero, di cui dicevamo, sembra rinviare a una specie di patto tacito, a cominciare dalla lunghezza  dei processi. Alla quale ovviamente, non si può rimediare – e veniamo a uno dei quesiti referendari, il numero 2 – allungando i termini della “custodia preventiva”. Si legga carcere.

Probabilmente la cattiva giustizia fa comodo a tutti… Eccetto a chi stia in prigione: parliamo però di meno di una decina di migliaia di persone in attesa di primo giudizio (****). Non colpevoli, dal punto di vista costituzionale fino a condanna definitiva. Ai quali però si può schiacciare tranquillamente la testa… In fondo che sono cinquantamila persone (famiglie comprese)? Elettoralmente non contano niente…

Che dire? Ogni nazione ha i giudici che si merita.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://pagellapolitica.it/fact-checking/salvini-esagera-giudizi-pendenti. Per un quadro comparativo europeo (2021), che attesta la natura elefantiaca della giustizia in Italia, si veda sempre qui: https://pagellapolitica.it/fact-checking/si-i-processi-italiani-sono-i-piu-lenti-tra-i-grandi-paesi-ue .

(**) Qui: http://www.demos.it/2020/pdf/5574itasta2020_20201223.pdf, p. 7.

(***) M. Morani, “Analisi Economica della Giustizia in Italia” (2019), pp. 4-5. Lavoro brillantissimo, ricco di dati e intuizioni. Consultabile in Rete:https://iris.luiss.it/retrieve/handle/11385/200708/110214/20191028-morani.pdf

(***) Qui: https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_14_1.page?facetNode_1=0_2&facetNode_2=0_2_10&contentId=SST996131&previsiousPage=mg_1_14#. Ultima casella in basso a sinistra: 8498 (2021).

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