Populismo e totalitarismo
Arrivano le “guardie civiche”…
Una
premessa. Sulle “guardie civiche” o come
diavolo le chiameranno, prendiamo subito le distanze dai falsi critici: a
destra, si veda il titolo del “Tempo” di oggi; a sinistra, invece, si dia uno
sguardo alla prima pagina del “Manifesto”.
Esageriamo?
Il “Tempo”, ad esempio, quando si tratta
di vigilantes e di ronde anti-immigrati,
sollecitate dalla destra razzista, si guarda bene dall' evocare il pericolo fascista. Come del resto guai a toccare ai redattori del “Manifesto” i
cosiddetti gruppi antagonisti, ultracomunisti", anima violenta di cortei e manifestazioni.
Insomma,
chi scrive non vuole avere nulla a che fare con questa gente. Che si atteggia a
liberale solo quando torna utile politicamente.
Veniamo
finalmente al punto. L’idea del reclutamento, a qualsiasi titolo (economico o
gratuito), di sessantamila spie è
devastante. Ci si pone contro, distruggendolo,
qualsiasi quadro politico
liberal-democratico.
I
lettori sappiano che il liberalismo non ha nulla in comune con lo strapotere dello stato sociale, con l’estensione
totale del distruttivo, economicamente
parlando, principio di precauzione, con l’elogio della delazione fiscale e dell’algoritmo tributario, con l’istituzione delle spie
anti-movida.
Giuliano
Ferrara, sul “Foglio”, oggi, ironizza sulle solite buffonate italiane (questo il succo del
suo ragionamento).
Un momento, anche il fascismo fu una buffonata. Tragica. Per non parlare del comunismo, di cui è bene ricordarlo, solo la caduta fu una farsa. Dopo, però, settant’anni di durissima dittatura.
Un momento, anche il fascismo fu una buffonata. Tragica. Per non parlare del comunismo, di cui è bene ricordarlo, solo la caduta fu una farsa. Dopo, però, settant’anni di durissima dittatura.
Populismo
e welfarismo , mescolati insieme, sono pericolosi quanto fascismo e comunismo.
Non si guardi agli uomini, meno che mediocri (Boccia, Decaro, Conte, Di Maio, eccetera), ma all’idea totalitaria del perseguimento della sicurezza sociale attraverso l’impiego di qualsiasi mezzo, dall’algoritmo alla guardia civica. Si progetta una nuova Società degli Eguali, di babeuviana memoria, puntando sul totalitarismo etico del socialismo sanitario.
Purtroppo,
il vecchio “centralismo democratico” comunista, esteso all’intera società, ereditato dal Pd, e il nuovo feroce attivismo
verticale propagandato dal M5s, hanno una forza d’urto su una psiche
collettiva debilitata dalla paura della morte da virus, pari a quella del fascismo e del comunismo. Movimenti, non dimentichiamolo, che uscirono rafforzati
dalla guerra e dal dopoguerra. In fondo,
non si parla anche oggi di "Guerra al Virus", di necessità di vincere a tutti i
costi, eccetera, eccetera? Non si fa uso della stessa stantia retorica pseudopatriottica dell' union sacrée da osservare dinanzi al nemico comune?
Ovviamente Ferrara, vecchio comunista, pentito o meno, non capisce o fa finta di non
capire… Oggi ironizza sul "MinVirPop". Intanto, chi scrive, il “Foglio” non lo compra più, dal mese di marzo, quando Ferrara si tramutò in embedded ("Non è il momento questo, eccetera, eccetera"), tradendo i lettori liberali. Veri. Che, attenzione, non hanno nulla in comune, con populisti, fascisti, comunisti, sovranisti antivaccinisti, signoraggisti, complottisti, e compagnia cantante.
Il
populismo (di destra come di sinistra) è la prosecuzione del totalitarismo
con altri mezzi, quelli dello Stato Sociale.
Si
rida pure delle “guardie civiche”… Purtroppo,
come insegna un vecchio adagio popolare: "Ride bene chi ride ultimo"... E qui a ridere, potrebbero essere i populisti. Svegliati Italia prima che sia troppo tardi!
Carlo Gambescia