La casella Fb dei messaggi filtrati
Perché cercarsi ancora a distanza di anni?
Quasi
mai presto attenzione ai messaggi
filtrati della mia casella di posta su Facebook. A volte passano molti mesi… Anche perché, di regola, si ricevono messaggi stravaganti dalla proposta finanziaria, alla richiesta di aiuto, dal video sgradito all’ invito a sfondo sessuale.
Alcuni
giorni fa però ho trovato nella mia
casella il messaggio, che era lì da più di un mese, di una persona che un tempo frequentavo. Desiderava
sapere come stavo, sentirmi, eccetera, eccetera.
Che
dire? La gente comune sembra non comprendere che la vita relazionale ha natura ciclica, inizia e finisce. Perché si sta insieme, ci si frequenta,
eccetera, eccetera? Per
legami familiari, di amicizia, di lavoro. Tradotto: per ambiente, piacere,
interesse. Sono situazioni sociali che
nel corso della vita biologica degli essere umani mutano: si esce di casa, si cresce e si matura, si frequentano altre persone, si trova e si
cambia lavoro. Come detto: si aprono e si chiudono cicli vitali (in base all’età), sociali (alla professione) e culturali (allo status e al ruolo). Pertanto, i
rapporti tra persone non possono non
mutare, lo impone la ciclicità stessa della vita biologica e relazionale.
Insomma,
a prescindere dalle ragioni dichiarate o meno, cercare a distanza di anni una
persona con la quale non si hanno più rapporti è totalmente inutile dal punto di
vista della densità morale e affettiva della relazione. E per quale ragione? Perché, ripeto, nel frattempo si sono aperti e chiusi
dei cicli di vita e sono cambiate le coordinate culturali e individuali degli
attori sociali.
Non
si è più, biograficamente, come venti o trent'anni prima, e di conseguenza la densità
morale e affettiva della relazione non
potrà mai essere quella di allora. Cosa spinge le persone a cercarsi? Curiosità, noia, nostalgia condizionale
(non per la persona in sé ma per “il
tempo che fu”), interesse, rimorso o
rimpianto morale, talvolta anche un senso retroattivo di giustizia. Ovviamente, la letteratura morale enfatizza l’importanza delle relazioni, creando "doveri" sociali "di ricerca". Oggi, tra l'altro largamente facilitati, sul piano pratico (basta un clic), dall'indiscreta capillarità dei social. Del
resto, modernità o meno dei "veicoli sociali", l’uomo necessita, da sempre, di un
rinforzo ideologico capace di nobilitare le sue azioni. Un compito che viene assolto
dalla morale, dalla religione, dalla
tradizione.
Tuttavia,
sotto l’aspetto sociologico, le ragioni che spingono le persone a cercarsi (noia,
nostalgia, eccetera), sociologicamente parlando possono costituire una motivazione, ma non possono favorire la ricostituzione della relazione: di “quella”
relazione, legata a un ciclo vitale e
sociale, superato e chiuso per sempre.
È
banale dirlo, ma nelle società, come nelle acque del fiume della metafora eraclitea, non ci si bagna due
volte: le acque non saranno mai le
stesse. Eppure, per gli uomini prenderne
atto, sembra difficile se non addirittura impossibile… Forse perché c’è qualcosa di più profondo dietro la curiosità, la noia, la nostalgia condizionale, l’ interesse, il rimorso
o rimpianto morale, il senso retroattivo di giustizia?
Non
lo so e non lo voglio sapere: come
sociologo mi attengo alle motivazioni reali ricordate; come uomo, invece, la questione mi lascia totalmente
indifferente.
Carlo Gambescia
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