Basta con il paternalismo!
Un segno, certo tra tanti altri, della
vitalità dell’Occidente, quale voglia di vivere secondo le
scelte individuali, è ben rappresentato dalla Movida: dalla
convivialità dell’aperitivo, delle passeggiate, delle chiacchierate con
gli amici, insomma da tutto ciò che può rappresentare animazione e
divertimento notturno, tipico soprattutto della città, la cui aria, come si
diceva un tempo rendeva liberi dai feudatari quei contadini che vi
si rifugiavano. Ecco, la libertà continua ad essere, attraverso la
Movida , lo
scopo sociologico fondamentale della città.
Un modo di vivere leggero, di buttarsi
alle spalle, per alcune ore, i problemi quotidiani, un mondo fatto
di battute, ironia e disincanto. Alla fine degli anni Ottanta del
secolo scorso, Michel Maffesoli, sociologo
francese, vide nella
multiforme “colonizzazione del tempo notturno” da parte dei
giovani, un risposta sociale capace di creare nuove comunità di
vita, non meno valide delle tradizionali, sulla base non della
spada ma di un abito, di una pettinatura, di un
lessico amicale: un sistema di abitudini e costumi in
grado di colmare lo spazio interstiziale tra il tempo del lavoro e
dello studio e della condizione familiare, magari di tipo
tradizionale.
Piaccia o meno, ma l’Occidente è la vita serale e notturna,
soprattutto dei giovani. E che tra di essi vi siano alcuni fainéant non
significa che il fenomeno Movida non abbia una sua coerente funzione
sociale.
Ovviamente, uno stile di vita
aperto, dedito al tirare a far tardi, non poteva e non può piacere
alle componenti sociali, politiche e religiose arroccate su visioni
del mondo di tipo autoritario e moralistico: concezioni patriarcali e
paternalistiche della vita, incapaci di capire l’importantissima funzione
sociale degli spazi interstiziali come manifestazione di libertà.
Del resto, chi scorge solo doveri,
ai quali educare i giovani il prima possibile, non potrà mai capire.
Fortunatamente le società sono intelligenti, si riproducono, prescindendo
dalle convenzioni esistenti, creandone però altre, e così via, adattando e
favorendo al tempo stesso il cambiamento: le società non dormono
mai. Di
conseguenza, in universi sociali come il nostro,
dove è l’individuo a decidere cosa fare del proprio tempo
libero, la
Movida non può
essere cancellata con un paternalistico colpo di spugna. Dopo secoli di
“tempo” scandito dalla clessidra del prete e del feudatario,
gli individui di oggi, senza alcun bisogno di
coordinarsi, possono scegliere finalmente ciò che
ritengono sia bene per se stessi: si chiama libertà. E lo è
anche un aperitivo tra
amici. Sicché attraverso il tacito tam-tam sociologico
della mano invisibile gli individui si aggregano, senza
volerlo, indirettamente, in tribù della Movida, pronte a
colonizzare il tempo notturno: un porto franco libero dallo studio
e dal lavoro. Ecco la funzione sociale della Movida: l’organizzazione senza
l’organizzazione del tempo libero, altra invenzione, quest’ultima, dei moderni,
che organizza senza la pretesa di organizzare, non più l’otium di
pochi privilegiati, ma il piacere collettivo, certo più prosaico, di
molti. Un’opera sociale e sociologica di tutto rispetto, senza
ricorrere a imperativi collettivistici di tipo totalitario.
Sull’universo ormai
antropologizzato ( e socializzato) della Movida si sono però abbattute, come
improvvisa tempesta, le severissime misure anti-epidemiche
governative.
Probabilmente per le
nuove tribù dell’aperitivo si è trattato di qualcosa di innaturale e
devastante. Eppure i giovani, in modo disciplinato, hanno
obbedito. Un punto, questo, che dovrebbe far riflettere sulla
perfetta integrazione esistente nelle nostre società tra tempo libero e tempo
di lavoro.
In qualche modo il Lockdown è
stato inteso dai giovani quasi come un "normale"
prolungamento del tempo di studio e di lavoro. I ragazzi hanno
dato una grande prova di maturità, nonostante, in modo
paternalistico, si continui a ritenere il contrario, come il
Presidente Conte nell'intervista di oggi al "Corriere della
Sera".
Come concludere? Ora che
la famigerata “curva” sembra non essere più tale, basta con il
paternalismo! Perché prendersela con giovani?
Che, giustamente, dopo mesi di clausura, sono tornati alle abitudini
di prima? Valorizzando la
Movida , e con essa i
valori di libertà dell’Occidente?
Carlo Gambescia