Mes, trovato l’accordo ma per Conte non
basta
Il ballo dei miliardi
La
situazione è la seguente: alcuni giorni fa si è data via libera al pacchetto da 540 miliardi per prestiti alle imprese della
Bei (o Eib, European Investment Bank). Al quale è seguito il Sure ( Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency) con 100
miliardi per le casse integrazioni dei paesi Ue. Infine, è di oggi, si è trovato un accordo sul Mes (o Esm, European Stability Mechanism),
per una linea di credito di 240 miliardi, quasi a tasso zero: un credito intorno al 2 per cento del Pil, per spese sanitarie e di
prevenzione legate all’epidemia di Covid.
L’Italia
però, per voce dell’ineffabile Conte, sembra non essere ancora soddisfatta: si esige anche il cosiddetto Recovery Fund (crediti per la "ricostruzione" post Covid): migliaia di miliardi (non più centinaia
come sopra), da reperire grazie a un congruo ampliamento del bilancio
pluriennale 2021-2027, da finanziare attraverso l’emissione di titoli (in
pratica, eurobond) come per il Sure.
Cosa
dire? Due cose. La prima, che l’Europa non è poi così matrigna. Allora, tutto ok? No. Perché il punto è che - seconda cosa - il
ballo dei miliardi dovrà pur essere
finanziato in qualche modo. Già si parla
dell’inasprimento dei tributi ecologici e di patrimoniali. Lasciando gli stati
liberi di decidere come e quanto...
Purtroppo,
l’Ue, da anni nelle mani di socialisti, democristiani e liberali di
sinistra, condivide con i populisti lo stesso approccio social-terroristico-fiscale: tasse alte e servizi sociali scadenti, quanto meno rispetto alle altisonanti promesse.
Invece
di trasformare l’Europa (e l’Italia) in un paradiso fiscale, capace di attirare
capitali da tutto il mondo, si insiste su
politiche sociali che accrescono
solo il costo del lavoro e penalizzano investimenti sempre meno remunerativi.
L’idea
europea resta una grande idea. Che può
essere disprezzata solo da fascisti, comunisti, sovranisti e populisti. Una grande idea che però non può essere difesa, come ritengono socialisti, democristiani e liberalsocialisti, accrescendo
a dismisura la pressione fiscale.
Se
si rinuncia alla riduzione del debito pubblico, anzi lo si accresce, per limitare i danni non resta che l’ uso proditorio della leva fiscale. Cioè con la mano destra (
massicci finanziamenti pubblici) si concede
quel che si toglie con la sinistra (elevata pressione fiscale).
Per così
dire, si prendono in giro i cittadini. Si droga e impoverisce l’economia al tempo
stesso. E soprattutto si fa il gioco dei nemici dell’idea
europea. Come Conte ben sa.
Carlo Gambescia