sabato 9 maggio 2020

Mes, trovato l’accordo ma per Conte non basta
Il ballo dei miliardi

La situazione è la seguente: alcuni giorni fa si è data  via libera al pacchetto da  540 miliardi per prestiti alle imprese della Bei (o Eib, European Investment Bank). Al quale è seguito il Sure ( Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency) con 100 miliardi per le casse integrazioni dei paesi Ue.  Infine,  è di oggi, si è trovato un accordo sul Mes (o Esm, European Stability Mechanism), per una linea di credito di 240 miliardi, quasi  a tasso zero: un credito intorno al 2 per cento del Pil,  per spese sanitarie  e  di prevenzione legate all’epidemia di Covid.
L’Italia però, per voce dell’ineffabile Conte, sembra non essere  ancora soddisfatta: si  esige anche il cosiddetto Recovery Fund  (crediti  per la "ricostruzione" post Covid):  migliaia di  miliardi (non più centinaia come sopra), da reperire grazie a un congruo ampliamento del bilancio pluriennale 2021-2027,  da finanziare attraverso l’emissione di titoli (in pratica, eurobond) come per il Sure.
Cosa dire? Due cose. La prima, che l’Europa non è poi così matrigna.  Allora, tutto ok?  No.  Perché il punto  è che -   seconda cosa -   il  ballo  dei miliardi  dovrà  pur  essere finanziato  in qualche modo. Già si parla dell’inasprimento dei tributi ecologici e di patrimoniali.  Lasciando gli stati liberi di decidere come e quanto...  
Purtroppo, l’Ue,  da anni nelle mani di  socialisti, democristiani e liberali di sinistra, condivide con i populisti lo stesso approccio  social-terroristico-fiscale:  tasse alte  e servizi sociali scadenti, quanto meno  rispetto alle altisonanti promesse.  

Invece di trasformare l’Europa (e l’Italia) in un paradiso fiscale, capace di attirare capitali da tutto il mondo, si insiste  su  politiche sociali che  accrescono solo il costo del lavoro e penalizzano  investimenti  sempre meno remunerativi.
L’idea europea resta  una grande idea. Che può essere disprezzata solo da fascisti,  comunisti, sovranisti e  populisti. Una grande idea che però non può essere difesa, come ritengono socialisti, democristiani e liberalsocialisti, accrescendo a dismisura  la pressione fiscale.
Se si rinuncia alla riduzione del debito pubblico, anzi lo si accresce, per  limitare i danni non resta che  l’ uso  proditorio  della  leva fiscale. Cioè con la mano destra ( massicci finanziamenti pubblici) si concede  quel che si toglie con la sinistra (elevata pressione fiscale). 
Per così dire,  si prendono in giro  i  cittadini.  Si droga e impoverisce l’economia al tempo stesso.  E soprattutto si fa il gioco dei nemici dell’idea europea.  Come Conte ben sa.     


Carlo Gambescia