Reddito, intelligenza, disuguaglianza
Altro che complotti
Un
mondo di disuguaglianze? Bah… A tale proposito consigliamo la lettura del libro di Hans Rosling, Factfuless.
Dieci ragioni per cui non capiamo il mondo e perché le cose vanno meglio di
come pensiamo (2018). Infatti, come prova Rosling (nella foto), la povertà e la disuguaglianza non sono
mai state in remissione come oggi.
Sul pianeta Terra rispetto a cinquant’anni fa si vive meglio e di più. Non solo: si guadagna anche più. Si pensi soltanto a come si vive, e splendidamente, in un’
Europa uscita semidistrutta dalla
Seconda Guerra mondiale. Un conflitto provocato - attenzione -. dagli stessi nemici del capitalismo, a destra come a sinistra, che oggi con grande faccia tosta agitano il bugiardo vessillo della disuguaglianza
crescente.
I
ricchi, i veri ricchi, come insegna la curva (storica) dei redditi di Pareto, sono sempre stati pochi. E soprattutto oggi, come prova Rosling, non a sfavore dei poveri. Che non sono pochi, ma assai meno che in passato.
Purtroppo
l’odio dei nemici del capitalismo si addensa sui ricchi, perché pochi. In realtà, la curva normale della distribuzione dei redditi, che collima con la curva normale del quoziente di
intelligenza umano, riflette una curva a
campana: la cosiddetta gaussiana che è definita normale, non perché sia
giusta o sbagliata moralmente, ma perché ha natura probabilistica, dal momento che rimanda a una distribuzione che rappresenta la "norma" per qualsiasi distribuzione statistica di valori sociologici o meno. Tradotto: i ricchi sono pochi perché non possono essere che pochi. Così è nella "natura" delle cose, "fotografata" dalla statistica. Come del resto asserisce anche la distribuzione "naturale", in senso statistico, dell'intelligenza.
A
quest'ultimo proposito consigliamo la lettura del magnifico libro di Richard J. Herrnstein
e Charles Murray, The Bell Curve. Intelligence
and Class Structure in American Life (1994), dove si mostra chiaramente,
sviluppando la relazione tra curva del
redditi e curva del QI. che Pareto “tenía razón” .
Di
più: vi si evidenzia, la pericolosa truffa, non solo dei moderni Gracchi, (che, a
differenza degli antichi tra l’altro puntano alla soppressione e non alla redistribuzione della proprietà), ma delle politiche pubbliche in sé.
Infatti,
la promozione sociale dei meni dotati - frutto di un’istruzione di massa assai
indulgente - ma non per questo meno
furbi, favorisce purtroppo l’infiltrazione in alto delle cosiddette volpi, per dirla sempre con Pareto.
Fenomeni
come il populismo, la speculazione finanziaria, il conformismo pietista diffusi tra i più abbienti, sono purtroppo legati al
cattivo funzionamento del "setaccio" sociale, ad opera del welfare, anche nell’ambito
dell’istruzione.
Il pessimo funzionamento del filtro sociale spinge verso l'alto persone non solo indegne del proprio ruolo, ma addirittura traditrici del proprio ceto.
Il pessimo funzionamento del filtro sociale spinge verso l'alto persone non solo indegne del proprio ruolo, ma addirittura traditrici del proprio ceto.
I ricchi, per ora non tutti fortunatamente, a causa delle interferenze welfariste e dell' imperversante clima culturale, così appiccicoso e dolciastro, mancano di quel che oggi in termini giornalistici si chiama “pride”.
Probabilmente, la diminuzione della disuguaglianza, in atto, che favorisce, e giustamente, l’avvicinamento di popoli e nazioni, determina però all’interno della stratificazione sociale mondiale del reddito e dell’intelligenza, una diminuzione della qualità delle élite dirigenti, sia sul piano politico sia su quello economico. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Siamo davanti a un altro caso di effetto perverso, negativo (o comunque almeno in parte) delle azioni sociali positive: quelle a fin di bene, come si dice.
Probabilmente, la diminuzione della disuguaglianza, in atto, che favorisce, e giustamente, l’avvicinamento di popoli e nazioni, determina però all’interno della stratificazione sociale mondiale del reddito e dell’intelligenza, una diminuzione della qualità delle élite dirigenti, sia sul piano politico sia su quello economico. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Siamo davanti a un altro caso di effetto perverso, negativo (o comunque almeno in parte) delle azioni sociali positive: quelle a fin di bene, come si dice.
Il vero problema, insomma, è rappresentato dalla sempre più ridotta consapevolezza del proprio ruolo di comando nella classe dirigente mondiale. Si assiste, ripetiamo, all'effetto indesiderato della progressiva prevalenza tra i ricchi delle volpi rispetto ai leoni.
Altro che complotti…
Altro che complotti…
Carlo Gambescia
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