lunedì 27 gennaio 2020

Elezioni regionali 2020
Muro rosso?  No,  muro welfarista

La  sinistra esulta, Salvini ha perso.  Il  “muro rosso” come ha  scritto  “ Il Tempo” di Roma, ha retto.  
In realtà, il vero "muro" italiano che ha vinto è quello rappresentato da un blocco sociale, assistenzialista e parassitario che attraversa il Paese  da Nord   a Sud, diviso, e grettamente, sulla decisione di estendere  o meno il welfare agli immigrati. La vera lotta è sulla spartizione del  bottino welfarista. 
Certo, esistono anche ragioni ideali, l’Europa, l’antisemitismo, l’antifascismo, ma in realtà  sulla  “ciccia”  assistenzialista destra e sinistra non divergono mai.
Esageriamo?. Come ha vinto  la destra in Calabria? Con un programma tipicamente  welfarista: “Vi aiuteremo, vi staremo vicini, eccetera, eccetera”.  Il che significa finanziamenti pubblici a gogò.  Come ha vinto la sinistra in Emilia Romagna?  Sardine o meno, ha battuto la destra, rivendicando  i meriti  di quel regime welfarista che è al potere da sempre nella “Regione rossa”,  addirittura in tanti comuni  fin dai tempi di Giolitti.
Certo, Salvini, ora  dovrà darsi una regolata sulla richiesta di elezioni; i Cinque stelle dovranno  prendere definitivamente atto che l’elettorato  assistenzialista, alla sbiadita  copia  preferisce l’originale, ossia il Partito democratico.  
Certo,  tutto questo può essere interessante  per la salute del governo, della legislatura, insomma per la tattica politica di corto respiro che oggi, tra l’altro riempie le pagine dei giornali.  Ma i calcoli  con  il  bilancino elettorale, sganciato dai  veri contenuti,  non possono assolutamente incidere sulle strategie di lungo respiro. Dal momento che il dato elettorale, deve essere letto nei termini di una nuova vittoria  al Nord come al Sud  di un blocco sociale parassitario che vede schierati  statali e parapubblici,  pensionati e aspiranti tali, nonché  imprenditori e  dipendenti di imprese assistite.
Un blocco sociale - questo sì,   né di destra né di sinistra -  che rappresenta il vero muro trasversale o meglio la palla al piede dell’economia italiana. E che destra e sinistra, invece di rivendicare la propria originalità politica ( in particolare la destra, che pure qualche tradizione liberale avrebbe),  a ogni elezione unitamente coccolano, promettendo, pur con accenti diversi,  pensioni più alte e meno tasse...
Il problema non è solo italiano. Si pensi in Francia alle proteste corporative sulle pensioni, davanti alle quali Macron ha dovuto alzare le braccia, ma anche al  paternalismo  di  Orbán e  al rozzo welfarismo  di Sánchez.
Esiste purtroppo  un tacito  patto sociale corporativo tra destra e  sinistra  -  la grande coalizione tedesca ne è un esempio classico -  per non perdere i voti di un elettorato cresciuto a dosi massicce di assistenzialismo.
Un elettorato, socialmente  conservatore,  che non vuole cambiare, disposto a votare persino il diavolo pur di  mantenere  i costosi privilegi welfaristi.  Anzi, che aspira  addirittura a  moltiplicarli.  Una vita in vacanza, insomma.
E come? Con una crescita del Pil vicina allo zero?   Ecco il  vero  muro. 

Carlo Gambescia