mercoledì 8 gennaio 2020

Il pensiero unico antioccidentale
 "Pensione o morte!"




A proposito di pensiero unico. Ce n’è uno, in Europa e in Italia,  pacifista, ambientalista, anticapitalista, con nostalgie clericali, fasciste e comuniste, che in questi giorni è in azione e che gioca sul nullismo morale dei popoli europei  preoccupati solo delle proprie pensioni e dei programmi per le prossime vacanze. 
Parliamo  di "signorini soddisfatti"  (per dirla con Ortega)  che pretendono il welfare occidentale, senza però accettare di difendere, anche con le armi, i valori occidentali. Se ci si passa la  brutta immagine: siamo davanti a popoli che vogliono la “pensione” e la vita tranquilla  senza voler pagare alcun “contributo” di sangue in nome dei valori che li hanno fatti grandi: mercato, democrazia rappresentativa, stato di diritto. Valori difesi invece eroicamente,  contro il nazifascismo e il comunismo. 
Purtroppo senza la fierezza dei propri valori e della disponibilità a difenderli, i popoli  muoiono, levando in alto la politicamente incapacitante bandiera bianca del pacifismo. La pace, purtroppo, cosa che i pacifisti non capiscono, talvolta va difesa con le armi, o quanto meno con la minaccia  di essere disposti a usarle. Il che impone, se necessario, azioni militari preventive. Proprio per far capire al nemico che si vuole fare sul serio. Tutto ciò ovviamente implica  anche un disegno geopolitico e un rigore  che  Trump non ha e non può avere, perché siamo davanti a un politico imprudente, incolto, umorale, gretto. Infatti  il suo gesto  non   è  sconsiderato in sé,  ma perché estemporaneo.  Non va più in  là del rozzo patrimonialismo di un agente immobiliare, ricco di famiglia, baciato dal successo televisivo e cresciuto a pane, arroganza e mob movies.
Dicevamo della strategia del pensiero unico antioccidentale, un "partito"  - semplificando - degno dei pensionati della storia.  Quale strategia? Si tratta  di  creare  intorno all'attacco ordinato da Trump  un' atmosfera  che ha  il suo fulcro emotivo nella spasmodica attesa  della  "reazione iraniana", neppure fosse il Terzo Reich. Però, in questo modo, si possono irresponsabilmente  diffondere timori e incertezze.   
Dalle candide suorine  agli ebbri  frequentatori dei centri sociali,  dai giovani esaltati del fascio-comunismo  ai  ferri vecchi del giornalismo  di sinistra, dai Tg Rai a reti unificate alla stampa a grande tiratura di destra come sinistra (con qualche rara eccezione),  tutti martellano psicologicamente  sull’ inutilità di morire per Teheran.  Sogni. Sia detto per inciso: se gli ayatollah avessero  l'atomica, e la forza per usarla, non ci penserebbero  un minuto ad attaccarci.   
Insomma, si usano in chiave retorica tutti i mezzi possibili:  dal rischio economico  al pericolo di attentati, dalle clausole Nato all'imbroglio islamico tra sunniti e sciiti.  Con un solo scopo:  iniettare nel corpaccione sociale semiaddormentato dell’Europa e dell'Italia dosi  massicce di pacifismo. Lo stesso Salvini, che inizialmente aveva plaudito ai razzi di Trump, da buon demagogo ora tace, perché sa che  il realismo politico gli può far perdere le  elezioni  emiliane.  
Esemplari, sotto questo punto di vista,  le reazioni politiche a ciò che sta accadendo in Libia. La Turchia in quattro e quattr'otto ha schierato le truppe e l'Ue che fa?    Formula - in modo  tragicomico - raccomandazioni al dialogo tra le parti.   Ovviamente,  nel silenzio-assenso di un’ opinione pubblica che sobbalza  solo quando si introduce l'argomento pensioni. Per riaddormentarsi subito dopo.

Se in Iran,  a comando o meno, sono scese  in piazza milioni di persone per invocare la guerra, in Europa e in Italia  lo stesso numero di persone potrebbe manifestare solo  in favore della pace. Oppure, come in Francia,   per la "retraite",  al ridicolo  grido di "Pensione o morte!". Magari con il sindacato, il papa e gli ambientalisti in prima fila. 
Sostanzialmente, Europa e Italia, volenti o nolenti, in questo momento,  sono  a rimorchio di Trump e del pensiero unico antioccidentale. Di un politico sprovveduto e dei feroci nemici dei valori liberal-democratici.
Essere a rimorchio, significa farsi trascinare malvolentieri,  quindi scontentare tutti:  sia Trump, sia i nemici di Trump in Occidente come in Oriente.  
Ma che importa, ci sono le pensioni da difendere…


Carlo Gambescia