sabato 11 gennaio 2020

Archeopolitica italiana
Salvini, Zingaretti, Berlinguer e l'Uomo di Neanderthal


Nel 1970 imperversava per radio  una canzonetta inglese: I'm a neanderthal man, You're a neanderthal girl. Let's make neanderthal love in this neanderthal world.  E così via. Una lagna... Eppure fu  di successo.  
Diciamo subito che è come se nel discorso pubblico italiano si continuasse a cantare quella scemenza. 
Esageriamo?  Per misurare l’arretratezza del discorso pubblico italiano,  basta riportare questo scambio di battute tra Salvini e Zingaretti, di due giorni fa.  Citiamo dal “Messaggero”.


Duello a distanza tra Matteo Salvini e Nicola Zingaretti su Enrico Berlinguer. Questa mattina, nel corso di un incontro elettorale in Emilia Romagna, il leader della Lega ha detto: «Se Berlinguer tornasse sulla terra e vedesse Renzi e Zingaretti, sapete quante gliene direbbe a questa gente qua». Ruvida la risposta del segretario del Pd: «Salvini quando parla di Enrico Berlinguer si sciacqui la bocca».  


Per capirsi:  siamo davanti alla celebrazione, politicamente parlando,  di una specie di Uomo di Neanderthal.  Perché  la visione di Berlinguer era anticapitalista.  Come ai tempi di Marx.   
L’unico capitalismo  che il segretario del Pci  accettava, era quello morente,  colpito al cuore  dalla liberticida   concertazione politica  con il sindacato e il partito comunista.  
Il principale consigliere ideologico di  Berlinguer  fu  Franco Rodano, un cattolico comunista, per la serie Max + Vangelo,  che odiava la società aperta.   Ancora nel 1977,  Berlinguer indicava,  come alternativa alla società dei consumi. il  modello sociale del  Vietnam  appena riunificato. Roba da archeocomunismo. In un'Italia,  affamata di modernità e consumi,  come avrebbe implementato  la sua ricetta basata sull'austerità?    Lasciamo perdere.  Vengono i  brividi... 

Di Berlinguer si celebra l’onestà. Certo, era onesto.  Nessuno lo mette in dubbio. Ciò  però significa che si può essere uomini adamantini, ma politicamente di idee superate. addirittura retrograde, diciamo paleocomuniste.  L’onestà non è una qualità politica.  E non è sinonimo di progresso e di mente aperta.  
Del resto, come sostiene Croce, ironizzando, si parla sempre di onestà, salvo   quando si deve finire sotto i ferri, perché allora  al chirurgo onesto ma  incapace si preferisce sempre quello disonesto ma capace.  E così deve essere in politica. Dove invece ci si illude  di non ammalarsi mai. 
Se nell' Italia degli anni  Settanta  avesse vinto Berlinguer sarebbe finita come in Cile:  prima Allende poi Pinochet… Prima il medico moralista e pasticcione, poi come purgante il generalone tutto d'un pezzo…  Due estremi, che  sarebbe sempre meglio evitare...  
Perciò che Salvini, che  si professa liberale, e Zingaretti che si autodefinisce riformista, celebrino insieme il prognatismo dell’ideologia comunista,  litigandosi  l'eredità politica di  Berlinguer,  fa cadere le braccia.
Insomma,  nulla sembra essere cambiato:  I'm a neanderthal man, You're a neanderthal girl. Let's make neanderthal love in this neanderthal world...   Che noia.

Carlo Gambescia