Bagnai e Salvini
Dio li fa, poi li accoppia
Dio li fa, poi li accoppia
Diciamo che alla fine, come scrivevo il
9 marzo del 2015 (*), Bagnai, alla stessa stregua del Domenico Soriano di Eduardo, la mignotta
(pardon) Filumena-Clio, "storicamente" parlando, l'ha sposata. E infatti si presenta alle politiche con Salvini, contemporaneo
sottoprodotto di Clio: un populista dai facili costumi, un "hitlerino" della Bovisa alla guida di un tir, targato Lega.
Che tristezza... Ma è quello che passa il convento - oggi - dell'occasionalismo politico.
Che tristezza... Ma è quello che passa il convento - oggi - dell'occasionalismo politico.
Notare prima, tutti (isole comprese), la dichiarazione di Bagnai:
"L'euro
oggettivamente favorisce la divergenza fra le economie dell'eurozona: come ho
spiegato tante volte, anche in sedi scientifiche perché queste sono verità
scientificamente accertate fino a che qualcuno non vorrà scientificamente
contestarle, l'euro, che è una moneta forte per noi e debole per la Germania avvantaggia la Germania ".Lo ha
detto Alberto Bagnai, economista "no-euro" e candidato con la Lega alle prossime elezioni,
parlando a Montecitorio."Questo significa - ha aggiunto - che c'è un
processo di disgregazione in atto oggettivo che prescinde da quello che io o
Borghi o Salvini o Renzi o Berlusconi possono auspicare e desiderare. Noi siamo
solo uomini, poi ci sono le forze dell'economia e le forze dell'economia stanno
agendo. Basta guardare cosa succede alla produttività italiana dal momento in
cui fissiamo il cambio con l'euro ad oggi: c'è una divaricazione costante,
questo significa che qualsiasi tentativo di tenere insieme i pezzi di questa
unione disfunzionale è destinato a costare sempre di più nel tempo e a fallire
poi alla fine di questo percorso come è successo peraltro storicamente tante
altre volte. Abbiamo decine di casi di unioni monetarie che sono andate per
aria".
"Quello che vediamo
nei dati ci dice che noi ci stiamo sgretolando, il che significa che o
diventeremo una colonia dell'asse franco-tedesco, cosa rispetto alla quale
vorrei una riflessione di chi sta al governo, oppure che il sistema esploderà e
noi dobbiamo essere pronti a gestire questi scenari". (*)
Bagnai
evoca “forze oggettive” dell’economia che imporrebbero, eccetera,
eccetera, per poi però “soggettivizzarle, evocando, da tronista della retorica, l’ Italia “colonia” dell’ “asse franco-tedesco”. Per onestà, va detto, che anche i pro-euro, si appellano alle
stesse forze. Insomma, protezionisti e liberoscambisti (per usare due termini classici) rinviano a processi oggettivi di "assoluta" cogenza scientifica, di cui la storia sarebbe - e ti
pareva - testimone. Hirschman, parlerebbe di scontro tra opposte retoriche dell'intransigenza. E' proprio così? Oppure, chi ha ragione e chi no?
In realtà, va
detto che protezionismo e libero scambio, se
si vuole essere scientifici sul serio, vanno
insieme. Ci si
protegge per svilupparsi meglio, come diceva il caro vecchio Friedrich List, che si
appellava a forze pre-economiche (cultura, creatività, eccetera), e non esclusivamente alla storia prêt-à-porter
delle singole unioni monetarie: i “dati oggettivi” di Bagnai,
“dati”, soprattutto quelli econometrici sulle asimmetrie odierne, che sono di “scenario” , e che
quindi ognuno può piegare politicamente a quello che cazzo (pardon) vuole.
In sintesi: sarebbe scientifico tenere in
considerazione i due aspetti, Bagnai invece ne contrabbanda euristicamente solo uno. A onor del vero, non tutti i
liberoscambisti di Bruxelles, tengono nel dovuto conto, insieme a Smith,
List. Ma una cosa è mediare politicamente, magari anche con battute d'arresto cognitive, tentando comunque di ricondurre le ragioni
degli uni e degli altri
a un comune denominatore
scientifico, un’altra, come fa Bagnai, giocare con un nazionalismo, che
scorporato dalle prime fasi monetarie-doganali, può provocare, come è accaduto, solo risentimenti, miseria e guerre.
E qui viene a
galla il suo romanticismo politico. Per dirla con Carl Schmitt, visto che lui
di nazisti veri, se ne intendeva. Ci spieghiamo: Bagnai, dal momento
che a sinistra non se lo filava nessuno, perché evidentemente, nonostante le
professioni di fede, i "compagni" sentivano puzza di
fascismo come regime reazionario di massa (per dirla con Togliatti),
Bagnai, dicevo, pur di dare corpo al suo protezionismo
pseudo-scientifico (perché tiene conto di un solo aspetto), come tanti
fascio-socialisti, del bel tempo che fu, appena si è presentata, ha colto l'occasione -
ecco l'occasionalismo storico del "romanticista"
politico - per buttarsi con l’estrema destra, protezionista. Da manuale. Un Bombacci con cattedra.
Salvini, che culturalmente naviga a vista, e dal momento che "du gust is megl che uan" (per fare la coppia con Borghi, l'altro economista della foto), appena ha notato la gambetta
scientifica nuda dell'accademico Bagnai, lo ha fatto salire
sul tir della Lega. E lui, il Nostro, è stato ben felice di saltare
su. E di accasarsi, come si diceva all'inizio.
Insomma, dio li fa, poi li accoppia.
Carlo Gambescia