Par condicio televisiva
Ma quali élite contro il popolo...
Ma quali élite contro il popolo...
Ci sono notizie che in termini di significato, se si
vuole di senso come direzione degli eventi,
vanno oltre la notizia stessa.
Veniamo subito al punto. Prima però la notizia.
L’Agcom ha richiamato
diverse emittenti per
il mancato rispetto della par condicio sono stati deliberati dall'Agcom in
relazione al periodo15-21 gennaio.
Deciso un forte richiamo al TgLa7 per il tempo concesso a M5S e Lega a
svantaggio di altri partiti; un forte richiamo a Tg4 e a Studio Aperto in
relazione all'elevato tempo di notizia fruito da Forza Italia; un richiamo a
Sky Tg24 per l'eccessivo tempo destinato a M5S, LeU e Lega; un richiamo a
Rainews per lo squilibrio registrato nei tempi di parola a favore di LeU.
Naturalmente,
gli interessati hanno protestato, come Mentana ad esempio, adducendo il bassissimo minutaggio
complessivo, eccetera, eccetera. Come se non si conoscesse il taglio editoriale populista , filogrillino, del TgLa7. Per non parlare dell’antirenzismo nevrotico di tutti gli altri, compreso quello schizofrenico delle reti berlusconiane. Un clima mediatico di cui approfitta anche Salvini, non meno pericoloso.
Il
vero punto della questione, mediocremente bilanciato (per ora) dalle Reti non richiamate da Agcom, è rappresentato dalla tesi politica che si è sposata a larga maggioranza: quella populista. Un pregiudizio estesosi anche coloro che possono essere definiti, per dirla con Pareto, i plutocrati del
giornalismo. Un verbo antipolitico, per giunta, si pensi a Rainews - ma questa forse è un’inezia da teatrino politico - rete foraggiata con fondi pubblici.
L’
Italia purtroppo non si ancora ripresa dall' anti-castismo giustizialistico tipo "Le iene" e dal declinismo assistenzialistico del mugugno con seconda casa. Due
ideologie stupide e plebee che
incoraggiano, al tempo stesso,
disfattismo e miracolismo politico. Si pensi al fenomeno Cinque Stelle,
cresciuto sull’onda salvifica di uno scontento inventato, in un paese che si crede alla frutta, e
che invece non è neppure all’antipasto. Detto in altri termini: siamo ricchi,
come asseriscono le statistiche mondiali,
eppure crediamo di essere sull’orlo dell’abisso. Quindi ci si piange addosso, comodamente seduti ai tavoli eleganti di una apericena.
E questo grande piagnisteo, per tornare al punto, è
favorito mediaticamente, non da soldatini affamati del giornalismo
come Paragone, ma da fior di giornalisti
affermati e ricchi come Mentana, ingaggiati da miliardari come Cairo. Per
non parlare della tribù pluto-giustizialista di Sky...
In
questi giorni si fa tanto colore su Davos,
sulle leggendarie sazie élite
economiche contro il popolo alla
fame. In realtà, crediamo sia in atto un riposizionamento,
come provano, in mezzo a tante chiacchiere femministe o meno contro Trump, i suoi sgravi fiscali di cui beneficeranno soprattutto i ricchi. Certo, per ora si tratta di un esperimento populista,
per giunta tipicamente americano, che però vede nascere un’ alleanza tra le famigerate
élite - Trump di dove viene? - e un
popolo bue incoraggiato ad arte nei suoi stupidi
risentimenti carnivori, non ultimo quello "sovranista".
Insomma, sotto, c'è qualcosa di più. Si
noti come a difendere il libero mercato contro il protezionismo siano rimasti solo i politici, culturalmente, di vecchia
generazione, socialdemocratici e
liberali: di ieri le dichiarazioni antiprotezioniste della Merkel e del nostro Gentiloni. I due rischiano
purtroppo di finire per fare la famosa
guardia al bidone di benzina vuoto. Perché
le élite economiche si stanno
riposizionando. Certo, lentamente.
Intanto però, i Mentana del pluto-popu-(giorna)lismo fanno il proprio lavoro.
Intanto però, i Mentana del pluto-popu-(giorna)lismo fanno il proprio lavoro.
P.S. Qualcuno avvisi gli scemi dei Social...
Carlo Gambescia