L’ultima
dell’Onorevole Di Maio:
“Berlinguer e Almirante forever”
“Berlinguer e Almirante forever”
Confusionario?
No, statalista
Prima i fatti.
«In un'intervista rilasciata a 'Porta a
Porta', il vicepresidente della Camera ha risposto alle domande di Bruno Vespa
cercando di definire l'anima del movimento. "Chi siete? Cos'è il Movimento 5 stelle?" ha chiesto il giornalista. La risposta
di Di Maio ha scatenato immediatamente l'ironia del web. "Il movimento 5
stelle è un movimento post ideologico, ma porta con sé tante idee che sono
state i cavalli di battaglia de partiti di destra e di sinistra" ha
risposto il pentastellato. "C'è chi si rifà a quelle portate avanti
da Berlinguer, chi a quelle di Almirante, chi a quelle della Dc".»
Così di Maio, futuro premier dei “teppisti digitali” pentastellati. Definizione, non nostra ma di Giuliano Ferrara
(se ricordiamo bene…).
Cosa dire? Intanto che il Web, la patria del “teppismo digitale non c' è andato leggero con il Vicepresidente della Camera: “Sei più confuso di un pinguino alle Hawaii”; “Come dire siamo tutto e non siamo
nulla”;“Ma [aggiungi] anche qualcosa di Sandy Marton, degli Spandau Ballet e di Kekko dei
Modá”.
Come disse Garibaldi ai romani: "Signori siate seri". Perché certe reazioni, anche simpaticamente ironiche, nascondono la stessa confusione che regna nella testa dell'Onorevole Di Maio e sodali. Il che però, chiudendo il cerchio, è la riprova, se il fatto fosse sfuggito a qualche lettore,
che pure
i Cinque Stelle sono un raffinato prodotto del Web. Proprio come i critici.
Diciamola tutta:
il punto non è tanto la
confusione che regna nelle menti dei frequentatori dei Social, a cominciare da Di Maio, quanto la mentalità politica che c'è sotto, che va oltre il Web e che paralizza l'Italia, non da oggi.
Facciamo un passo indietro. Qual è la nota comune politica, al di là
delle apparenti diversità ideologiche tra Berlinguer, Almirante e la Balena Bianca? L’anti-liberalismo, che invitabilmente porta con sé lo statalismo. E' matematica. Pensiamo a quella forma mentis, ormai quasi una seconda natura italiana, che tuttora spinge i cittadini, per esempio, a citare in tribunale lo stato... perché
incapace di prevedere i terremoti. E, cosa più grave ancora, con il placet di giudici e politici, tra gli applausi delle piazze televisive.
E' ovvio, che una mentalità del genere, abbia fatto il
pieno di voti (grillini) sui Social, dove proliferano, fuorché nel week-end, complottismo, piagnonismo e varie forme di socialismo nazionale. Come è altrettanto ovvio, che perfino gli stessi avversari dei Cinque Stelle continuino a non capire di essere portatori, neppure sani, del pericoloso germe statalista.
Come concludere? E vissero tutti felici e scontenti… Battute a parte, Di Maio
è soltanto la punta dell’iceberg di una mentalità statalista dura a morire, che fa pendant con un paraculo (pardon) individualismo assistito. Un atteggiamento mentale che unisce destra e sinistra, postini e imprenditori, ferrovieri, insegnanti e albergatori riminesi, nonni e nipoti, guardie e ladri. Perché, tra l’altro, lo statalismo è la fonte stessa della corruzione che si vuole combattere. Con quali armi, però? Altro giro, altra corsa: con dosi ancora più massicce di controlli pubblici. E quindi a colpi di burocrazia, leggi e divieti. La stessa ricetta, per l'appunto, di Almirante, Berlinguer e dei leader
democristiani… E ora dei grillini, ma anche degli avversari dei grillini...
Carlo
Gambescia