giovedì 22 giugno 2017

L’ultima dell’Onorevole  Di Maio:  
“Berlinguer e  Almirante  forever”   
Confusionario? No, statalista




Prima i fatti.

«In un'intervista rilasciata a 'Porta a Porta', il vicepresidente della Camera ha risposto alle domande di Bruno Vespa cercando di definire l'anima del movimento. "Chi siete? Cos'è il Movimento 5 stelle?" ha chiesto il giornalista. La risposta di Di Maio ha scatenato immediatamente l'ironia del web. "Il movimento 5 stelle è un movimento post ideologico, ma porta con sé tante idee che sono state i cavalli di battaglia de partiti di destra e di sinistra" ha risposto il pentastellato. "C'è chi si rifà a quelle portate avanti da Berlinguer, chi a quelle di Almirante, chi a quelle della Dc".»

Così di Maio, futuro premier dei  “teppisti digitali” pentastellati.  Definizione, non nostra ma di Giuliano Ferrara (se ricordiamo bene…). 
Cosa dire?  Intanto che  il  Web, la patria del “teppismo digitale  non  c' è andato leggero con il Vicepresidente della Camera:  “Sei più confuso di un pinguino alle Hawaii”; “Come dire  siamo tutto e non siamo nulla”;“Ma [aggiungi] anche qualcosa di Sandy Marton, degli Spandau Ballet e di Kekko dei Modá”.
Come disse Garibaldi ai romani: "Signori siate seri".  Perché  certe reazioni, anche simpaticamente ironiche,  nascondono  la stessa confusione che regna nella testa  dell'Onorevole Di Maio e sodali.  Il che però, chiudendo il cerchio, è la riprova,  se  il fatto fosse sfuggito a qualche lettore, che  pure  i  Cinque Stelle  sono un raffinato prodotto del Web. Proprio come i critici.
Diciamola tutta:  il punto non è tanto  la confusione che regna nelle menti dei frequentatori dei Social, a cominciare da Di Maio,   quanto la mentalità politica che c'è sotto,  che va oltre il  Web e che paralizza l'Italia, non da oggi.  
Facciamo un passo indietro.  Qual è la nota comune politica, al di là delle apparenti diversità ideologiche tra Berlinguer, Almirante e la Balena Bianca?  L’anti-liberalismo, che invitabilmente porta con sé lo statalismo. E' matematica.   Pensiamo a  quella forma mentis, ormai quasi una seconda natura italiana, che tuttora spinge i cittadini, per esempio,  a citare in tribunale  lo stato...  perché incapace di prevedere i terremoti. E, cosa più grave ancora,  con il placet di  giudici e  politici,  tra gli applausi delle piazze televisive.
E' ovvio, che una mentalità del genere, abbia fatto  il pieno di voti (grillini) sui Social, dove proliferano, fuorché nel week-end,  complottismo, piagnonismo e varie forme di socialismo nazionale. Come è altrettanto ovvio,  che perfino  gli stessi avversari dei Cinque Stelle  continuino a non  capire di essere portatori, neppure sani, del pericoloso germe statalista. 
Come concludere? E vissero tutti felici e scontenti…  Battute a parte,  Di Maio è soltanto la punta dell’iceberg di una mentalità statalista dura a morire,  che fa  pendant con un paraculo (pardon) individualismo assistito. Un atteggiamento mentale che unisce destra e sinistra, postini e imprenditori, ferrovieri, insegnanti e albergatori riminesi,  nonni e nipoti, guardie  e ladri.  Perché, tra l’altro, lo statalismo è la fonte  stessa della  corruzione che si vuole combattere.  Con quali armi, però?  Altro giro, altra corsa:  con dosi ancora più massicce di controlli pubblici. E quindi a colpi di burocrazia, leggi e divieti.  La stessa  ricetta, per l'appunto, di Almirante, Berlinguer e dei leader democristiani… E  ora dei grillini,  ma anche degli avversari dei grillini...    

Carlo Gambescia