L’attentato anti-islamico di Londra e la teoria degli opposti estremismi
Civiltà erbivore
La
teoria degli opposti estremismi è sicuramente l’approccio sbagliato per spiegare l’attentato londinese, dove un
gallese (pare) si è lanciato con un
furgone contro alcuni musulmani, uccidendone uno.
Per
quale ragione ? Perché, si tratta di una retorica politica - oggi si chiamano
narrazioni - a sfondo pacifista che
privilegia un riduttivo approccio
antropologico al terrorismo come
fenomeno psichiatrico-criminale. Ci spieghiamo meglio.
In
questo modo il terrorista, come chiunque
altro che osi ricorrere alla violenza, viene
posto immediatamente fuori dalla comunità della ragionevolezza, composta da
coloro che alle pallottole hanno sostituito le parole, addirittura per sempre, ovviamente secondo la vulgata pacifista.
Sicché
il terrorismo, islamico o cristiano (i
due opposti estremismi), viene
rappresentato come un fenomeno che riguarda medici, assistenti sociali, poliziotti.
Una forma di devianza, dal canone di una civiltà pacifica, se ci si passa la
battuta, costruita su misura per animali
erbivori, non carnivori. Semplificando, si
ragiona in termini di welfare non di
warfare.
Di
conseguenza, più i mass media insistono
su questa teoria più si favorisce una visione normalizzante, erbivora del terrorismo. Che
però non aiuta a capire né contrastare un fenomeno carnivoro.
Il
ragionamento erbivoro è questo: sono cose che possono capitare,
fortunatamente non tutti sono così, si tratta di una sparuta minoranza di pazzi
criminali, e, comunque sia, possiamo contare su bravi poliziotti e
psichiatri, sicché il “fenomeno”
terrorismo, può essere tenuto sotto controllo, come tanti altri fenomeni a
sfondo delinquenziale.
Inutile
insistere sulla pericolosità di un approccio psico-culturale, contrario a
qualsiasi seria analisi politica, geopolitica e militare, del terrorismo, approccio che mette sullo stesso piano, la mafia, il terrorista religioso e il serial
killer. E che soprattutto ignora la questione dell’autodifesa sociale,
paurosamente collegata al diffondersi di un senso di insicurezza collettiva,
contro il quale la retorica “normalizzante”, a fronte di una escalation del terrorismo islamista, rischia di ottenere l’effetto contrario, come
ieri a Londra, dove, per semplificare, alla codardia pubblica si è sostituita la bellicosità privata: questi sì, due estremi(smi) opposti. Purtroppo, piaccia o meno, i riflessi carnivori, dell'uomo, come ogni verità, finiscono sempre vendicarsi. La guerra "civile", si evita solo con la guerra "militare", intrapresa per tempo.
Il perché della “scelta erbivora” risale proprio all’età della guerra civile europea, per dirla con Nolte: a quei milioni di morti tra le macerie e nei campi di battaglia. Parliamo di una tragedia che per reazione sospinse la classe politica europea post-bellica, credesse o meno nella cosa, a mettere la guerra fuori dalla storia, perfino nelle Costituzioni. E a imporsi di andare d’accordo con tutti, a qualunque costo, riponendo Clausewitz nel cassetto. Come se da Hitler ci si fosse liberati a "colpi" di parole...
Il perché della “scelta erbivora” risale proprio all’età della guerra civile europea, per dirla con Nolte: a quei milioni di morti tra le macerie e nei campi di battaglia. Parliamo di una tragedia che per reazione sospinse la classe politica europea post-bellica, credesse o meno nella cosa, a mettere la guerra fuori dalla storia, perfino nelle Costituzioni. E a imporsi di andare d’accordo con tutti, a qualunque costo, riponendo Clausewitz nel cassetto. Come se da Hitler ci si fosse liberati a "colpi" di parole...
La
fine ingloriosa del colonialismo, l'idea fissa del multiculturalismo, l’ossessione per la pace e la sicurezza sociale, nonché, ora, la pseudo-teoria degli opposti estremismi, ne sono
il risultato. Di cui stiamo pagando le conseguenze.
Carlo Gambescia