In libreria la nuova edizione
ampliata
( quasi il doppio delle pagine)
della “Tentazione fascista" di Tarmo Kunnas
Devo molto a
Tarmo Kunnas. All'inizio degli anni Ottanta, insieme al Mussolini di Renzo De Felice (il quale, tra l'altro, consigliava la lettura di Kunnas), La tentazione fascista fu una scoperta meravigliosa (1). Capii subito che si trattava di un ottimo strumento per capire l’
“errore” commesso dalle vittime dell'ipnosi fascista, in particolare gli intellettuali. Quale? “Identificare
una concezione del mondo con una politica”. Secondo lo storico finlandese, accademicamente formatosi in Francia e Germania, Drieu La Rochelle , Céline, Pound e altri scrittori si illusero “di poter
identificare la cultura e lo spirito ad un’ideologia e ad un’azione sommaria”, quella del fascismo e del nazionalsocialismo(2).
Kunnas parla della “grande idea guida", pre-fascista, che favorì l'abbraccio mortale: “Il rifiuto dello spirito materialista,
utilitario e superficialmente razionalistico del ventesimo secolo. Ed al tempo
stesso il rifiuto di qualsiasi forma di progressismo, che non ha compreso a
sufficienza che la nostra civiltà tecnica, il modo di vita in auge nelle
metropoli, l’esaltazione unilaterale della ‘ragione’ e della ‘bontà morale’
dell’uomo possono anche avere un’influenza negativa sull’uomo moderno”. Un essere, “che rischia
dimenticare - a causa della sua fiducia
nella ragione, nelle leggi della storia - che il vero progresso è dovuto agli
sforzi individuali” (3).
Insomma,
lo studio di Kunnas non rappresenta
assolutamente una riabilitazione del fascismo. Si tratta di un lavoro
rigoroso che smonta e rimonta i complicati stilemi di pensiero che
predisporranno la cultura “tra le due
guerre” - non tutta ovviamente - a
cedere alla tentazione fascista e
nazionalsocialista: dall’ irrazionalismo all’antimaterialismo morale, passando per il disprezzo delle ideologie, il culto dell’azione, la critica della decadenza, l'antiegualitarismo, il nazionalismo, eccetera, eccetera.
Se il libro di Kunnas, ripetiamo, scritto in modo scientifico, ha un suo lato, come dire, di profilassi politica, lo si può individuare nello studio accuratissimo dei tratti distintivi della catena ideologica prefascismo-fascismo. Vi si parla di stilemi tuttora presenti nella
cultura anti-liberale tout court. E qui penso al pittoresco mondo dell'anticapitalismo, del populismo, dell'ecologismo, nonché, ovviamente, ai nostalgici del nazifascismo e del comunismo.
Insomma,
un libro fondamentale. Non posso perciò non essere lieto della
pubblicazione di una sua riedizione, anzi
una vera e propria nuova edizione, dal numero quasi doppio di pagine, curata sempre
da Kunnas per le Edizioni
Settimo Sigillo di Enzo Cipriano(4). Editore con il quale ho avuto l’onore di collaborare, in anni intensi e belli. Ne parlo in A destra per caso (5).
Purtroppo,
non ho ancora letto il nuovo libro. Prometto che lo farò presto. Due cose però non mi convincono. Sono semplici impressioni. Quindi nulla di togato e definitivo.
La
prima, riguarda il titolo. Il fascino del
fascismo che a differenza della “tentazione”, termine, più neutrale ( fino a un certo punto
però, perché il vocabolo rinvia comunque a qualcosa che si deve evitare), "tentazione", dicevo, termine più neutrale rispetto a “fascino”, che invece apre
al potere di seduzione verso ciò che è bello… Si aggiunga pure quel disarmonico fascino-fascismo… Se però così ha preteso l’autore, obbedisco, come Garibaldi.
La
seconda, invece rinvia alla copertina. L’allegoria sull’amicizia tra Italia e
Germania dell’Overbeck, anno di grazia 1828, sarà pure romantica e suggestiva, ma, se ci si passa l’espressione,
con il contenuto del libro c’entra come i cavoli a merenda… Mi sono perciò permesso, da vecchio collaboratore, di proporre una post-copertina alternativa, più in sintonia (foto a destra). Agli amici lettori l’onere di scoprire, opera, autore e anno, di un dipinto (aiutino) dedicato ai Littoriali...
Infine, per tornare sul tema del fascino, lo storico Deakin, a proposito dell'alleanza tra Hitler e Mussolini, parlò di brutal friendship. Ora, cosa ci può essere di affascinante nella forza, soprattutto nei suoi aspetti più brutali? Difficile rispondere.
Certo, esiste un lato oscuro negli uomini. Così come esiste, soprattutto negli intellettuali, proprio perché implumi per professione, il desiderio di sublimarlo, ricorrendo all'estetica della forza fisica. In che modo? Lungo un percorso scalare che va dallo sport alla guerra, dall'arte "impegnata" alla giustificazione teorica del genocidio. Purtroppo, quanto più un'ideologia è totalitaria tanto più resta difficile fermarsi e per alcuni sottrarsi al fascino delle uniformi e delle tempeste d'acciaio. E così ci si avvia verso la fine. Però, marciando e cantando...
Infine, per tornare sul tema del fascino, lo storico Deakin, a proposito dell'alleanza tra Hitler e Mussolini, parlò di brutal friendship. Ora, cosa ci può essere di affascinante nella forza, soprattutto nei suoi aspetti più brutali? Difficile rispondere.
Certo, esiste un lato oscuro negli uomini. Così come esiste, soprattutto negli intellettuali, proprio perché implumi per professione, il desiderio di sublimarlo, ricorrendo all'estetica della forza fisica. In che modo? Lungo un percorso scalare che va dallo sport alla guerra, dall'arte "impegnata" alla giustificazione teorica del genocidio. Purtroppo, quanto più un'ideologia è totalitaria tanto più resta difficile fermarsi e per alcuni sottrarsi al fascino delle uniformi e delle tempeste d'acciaio. E così ci si avvia verso la fine. Però, marciando e cantando...
Carlo Gambescia
(2) Ibid., p. 15,
(3) Ibid., p. 14.
(4) Tarmo Kunnas, Il fascino del
fascismo. L'adesione degli intellettuali europei, Edizioni Settimo Sigillo, Roma, 2017, pp. 574: http://www.libreriaeuropa.it/scheda.asp?idis=9788861481879 .
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