giovedì 15 giugno 2017

 In libreria la  nuova edizione ampliata
( quasi il  doppio delle pagine)  
della “Tentazione fascista" di Tarmo Kunnas
A volte ritornano...




Devo molto  a Tarmo Kunnas.  All'inizio degli anni Ottanta,   insieme al Mussolini  di Renzo De Felice (il quale, tra l'altro, consigliava la lettura di Kunnas),  La tentazione fascista fu una scoperta meravigliosa (1). Capii subito che si trattava di un ottimo strumento  per capire  l’ “errore”  commesso dalle vittime dell'ipnosi  fascista, in particolare gli intellettuali. Quale?  “Identificare una concezione del mondo con una politica”. Secondo lo storico finlandese, accademicamente formatosi in Francia e Germania,   Drieu La Rochelle, Céline,  Pound e altri scrittori  si illusero “di poter identificare la cultura e lo spirito ad un’ideologia e ad un’azione sommaria”,  quella del fascismo e del nazionalsocialismo(2).  
Kunnas parla della “grande idea guida", pre-fascista, che favorì l'abbraccio mortale:  “Il rifiuto dello spirito materialista, utilitario e superficialmente razionalistico del ventesimo secolo. Ed al tempo stesso il rifiuto di qualsiasi forma di progressismo, che non ha compreso a sufficienza che la nostra civiltà tecnica, il modo di vita in auge nelle metropoli, l’esaltazione unilaterale della ‘ragione’ e della ‘bontà morale’ dell’uomo possono anche avere un’influenza negativa sull’uomo moderno”.  Un essere, “che rischia dimenticare - a causa  della sua fiducia nella ragione, nelle leggi della storia - che il vero progresso è dovuto agli sforzi individuali” (3).
Insomma, lo studio di Kunnas  non  rappresenta  assolutamente una riabilitazione del fascismo. Si tratta di un lavoro rigoroso che  smonta e rimonta i  complicati  stilemi di pensiero  che predisporranno la cultura  “tra le due guerre” - non tutta ovviamente -  a cedere  alla tentazione fascista e nazionalsocialista: dall’ irrazionalismo all’antimaterialismo morale, passando per il disprezzo delle ideologie, il culto dell’azione, la critica della decadenza, l'antiegualitarismo, il nazionalismo, eccetera, eccetera.
Se  il libro di Kunnas, ripetiamo, scritto in modo scientifico,  ha un suo lato, come dire,  di profilassi politica, lo  si può individuare nello studio accuratissimo dei tratti distintivi della catena ideologica prefascismo-fascismo. Vi si parla di stilemi tuttora presenti nella  cultura anti-liberale tout court. E qui penso al pittoresco mondo dell'anticapitalismo, del populismo, dell'ecologismo, nonché, ovviamente,  ai nostalgici del nazifascismo e del comunismo.   
Insomma, un libro fondamentale.  Non posso perciò non essere lieto della pubblicazione di una sua riedizione, anzi una vera e propria  nuova edizione, dal numero quasi doppio di pagine, curata sempre da Kunnas  per le Edizioni  Settimo Sigillo di Enzo Cipriano(4).  Editore  con il quale ho avuto l’onore di collaborare, in  anni intensi e belli.  Ne parlo in  A destra per caso (5).
Purtroppo, non ho ancora letto il nuovo libro. Prometto  che lo farò presto.  Due cose però non mi convincono. Sono semplici impressioni. Quindi nulla di togato e definitivo.    
La prima, riguarda il titolo. Il fascino del fascismo che a differenza della “tentazione”,  termine, più neutrale ( fino a un certo punto però,  perché  il vocabolo rinvia  comunque a qualcosa che si deve evitare), "tentazione", dicevo,  termine più neutrale  rispetto a “fascino”, che invece  apre al potere di seduzione  verso ciò che è  bello…  Si aggiunga pure quel disarmonico fascino-fascismo…  Se però così ha preteso l’autore,  obbedisco, come Garibaldi.
La seconda, invece rinvia alla copertina. L’allegoria sull’amicizia tra   Italia e  Germania dell’Overbeck,  anno di grazia 1828, sarà pure romantica e suggestiva,  ma,  se ci si passa l’espressione, con il contenuto del libro c’entra come i cavoli a merenda… Mi sono perciò  permesso, da vecchio collaboratore, di proporre una  post-copertina alternativa, più in sintonia (foto a destra). Agli amici lettori l’onere di scoprire, opera,  autore e anno, di un dipinto (aiutino) dedicato ai Littoriali...
Infine,  per tornare sul tema del fascino, lo storico Deakin,  a proposito dell'alleanza tra Hitler e Mussolini, parlò di brutal friendship. Ora, cosa ci può essere di affascinante nella forza, soprattutto nei suoi aspetti più brutali? Difficile rispondere.
Certo, esiste un lato oscuro negli uomini. Così come esiste, soprattutto negli intellettuali, proprio perché implumi per professione, il desiderio di sublimarlo, ricorrendo all'estetica della forza fisica.  In che modo?   Lungo un percorso scalare che  va dallo sport alla guerra, dall'arte "impegnata" alla giustificazione teorica del genocidio. Purtroppo,  quanto più un'ideologia è totalitaria tanto più resta difficile fermarsi e per alcuni sottrarsi al fascino delle uniformi e delle tempeste d'acciaio. E così ci si avvia verso la fine.   Però,  marciando e cantando...      
    
Carlo Gambescia

(1) Tarmo Kunnas, La tentazione fascista, Akropolis, Napoli 1981, pp. 308, presentazione  di Marco Tarchi, traduzione a cura di Marco Tarchi e Guidalberto Bacci di Capaci.  Il volume si avvale anche di una puntuale prefazione all’edizione italiana di Kunnas.  Con il titolo di Drieu, Céline, Brasillach et la tentation fasciste, quale  tesi di dottorato,  uscì in prima edizione in Francia nel 1972 (Les Sept Couleurs).     
(2) Ibid., p. 15,
(3) Ibid.,  p. 14. 
(4) Tarmo Kunnas, Il fascino del fascismo. L'adesione degli intellettuali europei,  Edizioni Settimo Sigillo, Roma, 2017, pp.  574:  http://www.libreriaeuropa.it/scheda.asp?idis=9788861481879  .                            
(5)  Carlo Gambescia e Nicola Vacca, A destra per caso. Conversazioni su un viaggio, Edizioni Il Foglio, Piombino (LI) 2010, pp. 33-37 :  http://www.ilfoglioletterario.it/Catalogo_Saggi_A_destra_per_caso.htm .

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