Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268
C .P.P.)
L'anno 2017, lunedì 12 giugno, in [omissis]
presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio ambientale svolta
nell'ambito della procedura riservata n. 666/2, autorizzazione CONCISTORO DEGLI
INCAPPUCCIATI 7932/3a [Operazione “GRANDE
INQUISITORE” N.d.V.] è stato
effettuata in data 11/06/2017, ore 22.50, la registrazione delle seguenti
conversazioni, tenutesi presso il Cimitero del Verano (Roma).
[omissis]
MORTO UNO: “Tsè! Populisti!”
MORTO DUE: “Perché lei cosa
avrebbe contro il popolo?”
MORTO UNO: “Contro il popolo
niente. Ce l’ho coi populisti.”
MORTO DUE: “Sovranisti,
prego. Sovranisti, no ‘populisti’.“
MORTO UNO: “Sovranisti,
populisti, una faccia una razza.”
MORTO DUE: “Ma bravo, anche
razzista adesso.”
MORTO UNO: “Razzisti sarete
voi che siete contro gli immigrati.”
MORTO DUE: “Noi non siamo
‘contro gli immigrati’, caro lei. Siamo contro l’invasio…”
MORTO UNO: “…no l’invasione,
eh? No, per favore…”
MORTO TRE: “Ahò, e dateve ‘na
carmata! Ma chevve frega a voi, se po’ sape’?”
MORTO DUE: “Come ‘chevvefrega
a voi’? Siamo tutti italiani, no? Non ci tiene lei all’Italia?”
MORTO TRE: “Semo tutti
italiani ma semo pure tutti morti. O no?”
MORTO UNO: “Lei, caro amico,
coglie un punto indubitabile. Siamo morti, è vero. Ma non per questo smettiamo
di essere cittadini responsabili, pensosi del futuro. Pensi ai nostri figli, ai
nostri nipoti…”
MORTO TRE: “Boni quelli. Con
affetto e sentimento, meno te vedo e mejo me sento.”
MORTO DUE [sottovoce, a parte]: “Cinismo plebeo, ecco la malattia italiana…”
MORTO TRE: “A’ more’: so’
morto, mica so’ sordo. Ce lo voi sape’ qual è ‘la malattia italiana’?”
MORTO DUE: “Non vedo l’ora.”
MORTO TRE: “Che sinistra e
destra è tutta ‘na minestra. Ecchite ‘la malattia italiana’, bbello mio.”
MORTO UNO [a MORTO DUE]: “Qui devo convenire con lei.
Questo tersitismo, questa furberia cinica sono la nostra palla al piede. Ecco
perché servono istituzioni sovrannazionali come l’Unione Europea, con tutti i
suoi limiti e difetti che sono il primo a riconoscere. Il vincolo esterno, caro
amico, il vincolo esterno! Sgradevole finché vuole, ma impedisce che cadiamo in
balia di questi…questi…”
MORTO TRE [a MORTO UNO]: “E ddillo, bello mio,
dillo: ‘questi…’? Nun lo voi di’? Lo dico io. Questi poracci co’ le pezze ar
culo. Giusto?”
MORTO DUE [a MORTO UNO]: “Dissento in toto. E la
sovranità popolare? La
Costituzione ? Certo, il popolo va educato, guidato…”
MORTO TRE: “Parla, parla che
ciài raggione…Chi cià i quatrini nun cià mai torto.”
MORTO DUE: “Ma che quattrini
vuole che abbia, scusi? Qua i quattrini non ce li ha nessuno!”
MORTO TRE: “Ce l’hai avuti o
no? Eh? Eh? Ce l’hai avuti? Che se sente da come parli, chettecredi?”
MORTO UNO: [a MORTO DUE] “Visto? Che cosa le
dicevo?”
[RINTOCCHI DI CAMPANA]
BECCHINO: “A’ rega’! So’ le
undici, state boni che qua se dorme. Bonanotte.”
MORTO TRE: “Però, già le
undici? Come passa il tempo…”
MORTO UNO: “Altro che passa,
vola…”
MORTO DUE: “Visto che era una
buona idea parlare di politica?”
MORTO TRE: “Sì, guarda, devo
ammettere che è una grande idea.”
MORTO DUE: “Sì, niente da
dire: ti prende proprio.”
MORTO TRE: “Domani però il
populista lo faccio io.”
MORTO DUE: “Non sono stato
bravo?”
MORTO UNO: “No, bravo sei
bravo, però…”
MORTO TRE: “…un cincinino di
aggressività in più, forse…”
MORTO UNO: “…ecco.”
[pausa]
MORTO DUE: “Ma secondo voi
fanno sul serio, loro?”
MORTO TRE: “Dici i vivi?
Quando parlano di politica?”
MORTO DUE: “Sì.”
MORTO UNO: “Perché, non
facciamo sul serio noi?”
[i MORTI ridono]
Letto, confermato e
sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o Osvaldo Spengler
Chi è il
Maresciallo Osvaldo Spengler? Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio
1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz
emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei
Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere
riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato
postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo
conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur
frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al
conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò
recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e
sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui
addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a
obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in
alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile
Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su
“Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima
ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a
chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi
per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose
testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***
Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il
suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo
fondamentalista,
musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e
Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la
fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...