Renzi: “Sabato
eleggiamo il nuovo Capo dello Stato”
Presidenzialismo caratteriale
A differenza di Renzi, non
sappiamo chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica. Di sicuro però una cosa la sappiamo. Quale? Che la possibilità che il nuovo illustre inquilino del Quirinale possa intervenire nella politica italiana è rimasta intatta. In realtà, l’Italia, basta scorrere
qualsiasi buon manuale di storia patria post 1945, è una repubblica presidenziale senza saperlo. Altro che Napolitano… Gronchi, fanatico sostenitore dell’apertura ai
socialisti e Segni, gran sacerdote di un radicale spostamento a destra, non furono da meno. Ma anche Saragat, Pertini,
Cossiga e Scalfaro non disdegnarono il braccio di ferro con questo o quel governo.
Nessuna ipotesi complottista da
parte nostra, al massimo sociologica: dal momento che ogni nuovo
inquilino del Quirinale non può non essere, e da sempre, portatore più o meno sano di relazioni sociali e politiche. Con una chiosa importante: nel caso italiano si potrebbe parlare - formula
costituzionale unica al mondo - di presidenzialismo caratteriale, nel senso che Presidenti, pur diversi per formazione ma dal carattere (politicamente) più soft come Einaudi, Leone, Ciampi, furono meno "istituzionalmente" intrusivi. Insomma, è questione - anche - di psicologia politica.
Ovviamente, l’ “intrusività” caratteriale del Presidente di turno ha trovato e trova terreno facile nella natura piuttosto vaga dei poteri attribuitigli nel Titolo
II (articoli 87 sgg.) della Costituzione. E che non si sia provveduto a una sua riforma, la
dice lunga sul post-costituzionalismo
inerziale della nostra classe politica...
Carlo Gambescia
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